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press-reviews ChronoKyma

 

bandiera_italia    RADIO AKTIV

Nuovo progetto per Saverio Paiella, musicista e sperimentatore attivo da anni, che unisce le atmosfere eteree dell’ambient all’energia pulsante dell’industrial. Attraverso brani di lunga durata e l’uso di synth modulari, il progetto crea paesaggi sonori che oscillano tra texture abrasive e momenti di quiete meditativa. In questa esplorazione, Paiella abbraccia la dicotomia fra rumore e melodia, caos e armonia, invitando l’ascoltatore a riconoscere la bellezza nascosta nel disordine e a cercare un equilibrio in un continuum sonoro che sfida le convenzioni

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bandiera_italia    I GUFI NARRANTI

ChronoKyma è il progetto di musica elettronica di Saverio Paiella, musicista e sperimentatore sonoro già molto attivo sul panorama musicale internazionale. Non ha sempre e soltanto fatto musica elettronica e ha prestato la sua chitarra a diversi progetti musicali, tutti molto interessanti e soprattutto fuori da quel panorama mainstream che tende a uniformare e a rendere tutto uguale, senza nessuna possibilità di personalizzare idee e progetti. I progetti paralleli a ChronoKyma sono stati in band come Pseudoselen, Quasar, Japan Suicide, Mazingari e Varanasi. Paiella compone e produce e questo progetto lo trovate disponibile su Soundcloud per I Dischi del Minollo.  Su questo blog mi ero già trovato a recensire un lavoro de I Dischi del Minollo, e precisamente lo splendido Non abbiamo fatto niente dei Droning Maud, disco di tutt’altro genere ma un interessante progetto che serve per capire quanto siano interessanti i lavori di questa casa di produzione. Dal 2010 Saverio Paiella fonda il duo Cosmolab e comincia a comporre e produrre musica elettronica che spazia dal krautrock alla kosmische musik tedesca. Il progetto ChronoKyma è suddiviso in tre composizione elettroniche, che utilizzano gli stilemi classici della ambient music, dal titolo Kalapathar, Ksheera Sagara e Zhi. Kalapathar, parola indiana, significa pietra nera ed è chiaramente  simboleggiante a forze esterne o interne di distruzione. Durante l’ascolto molto ritmato e sincopato ci si trova ad immaginare un ambiente oscuro e misterioso. Come una foresta amazzonica invasa da spiriti non sempre accomodanti. La seconda composizione Ksheera Sagara, titolo preso in prestito dalla mitologia indiana, è l’Oceano di Latte, ovvero un luogo sacro che rappresenta la creazione, la divinità e l’eterno flusso della vita. La composizione sviluppa atmosfere meno di impatto attraverso un tappeto sonoro che evoca movimenti nodulari. L’ascolto è molto più rilassante del primo anche se anche Kalapathar ti porta a momenti di riflessione soprattutto sul finale. Il terzo e ultimo brano Zhi, è un termine cinese e significa conoscenza o saggezza, l’ascolto ti porta al pensiero del viaggio, oltre l’elettronica, il campionamento e il mixer, viene fatto largo uso di percussioni e soprattutto su questo pezzo mi sembra utilizzato la campana tibetana, mi è quasi sembrato di ascoltare una composizione di Lino Capra Vaccina. In definitiva ChronoKyma è una sorta di mantra medievale elettronico che spazia nell’universo sonoro per trovare il giusto connubio tra rumore e melodia, tra caos e armonia. Sono tre lunghe composizioni per un totale di quaranta minuti dove le atmosfere ambient si fondono a energie meno definite come l’industrial. Buon ascolto

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bandiera_italia     ONDA ROCK

All’attivo in Captain Croock, Quasar, Cosmolab, Japan Suicide e Varanasi, il multistrumentista ternano Saverio Paiella si concentra esclusivamente sulle tastiere elettroniche ribattezzandosi ChronoKyma per un album omonimo di tre tracce lunghe.  Il crescendo che porta a ispessire l’unione di battito house blando e avvicendarsi lento di droni di “Kalapathar” suona disorganizzato e fin troppo informale, inelegante. La più estesa e senza beat “Ksheera Sagara” (16 minuti) diventa anzi a tratti un guazzabuglio, una elegia elettronica polifonica fatta passare per un wormhole senza climax né sviluppi, un traboccare interminabile di effetti timbrici. La migliore è la terza e ultima “Zhi”, clima d’elettrostatica rarefazione su ritmo cardiaco che muta in balletto/fantasia cibernetico piuttosto asettico, mai realmente drammatico. Trascendentale e professionalizzata evoluzione del suo primo casalingo tentativo di alter-ego analogico 99942 Apophis, Paiella s’è incaponito in un esercizio di destrezza tecnica alla “machinery”, di conoscenza elettronica, prolisso e con poca ciccia. Non mancano i momenti di musica profonda e ci sono tratti metafisici Cluster-iani. Microscopia di copertina: l’unione di due cristalli d’oro via nanoponte atomico (cortesia NCEM).

 

 

http://www.iyezine.com/recensioni/1587-merce-vivo-lasortedelcanecheleccalalama.htm