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press-review VARANASI

 

bandiera_italia   ROCKIT

Tempi maturi per il primo studio album dei Varanasi: la band, attiva da ormai un lustro, chiude il cerchio attorno un'importante stagione creativa dando alle stampe "Cattedrali per principianti", prodotto licenziato da I dischi del Minollo su distribuzione Audioglobe/Believe Music Italia. Nove tracce, una corposa tracklist che lascia intendere con buon grado di definizione che perimetro creativo ha impostato il gruppo: siamo nei territori del post-punk, ortodosso nella forma quanto innovativo, e intriso di presente, nei contenuti. Le coltri di suono, fitte e dal grigiore suggestivo, si accompagnano a una profondità testuale importante, dove la lingua italiana è scelta di spaccatura fra quello che c'è stato in passato e cosa invece caratterizza il qui e ora. L'attitudine artistica è integrata da incursioni shoegaze e psichedeliche, per una proposta d'ascolto che non si piega alle logiche e alle dinamiche del momento ma intende elevarsi, per diventare un'esperienza da vivere dedicando la giusta attenzione e il tempo necessario. Album del genere lasciano buone sensazioni e fiducia in vista degli inediti che arriveranno: idee chiare e una visione senza compromessi rendono Varanasi una realtà da attenzionare. Noi aspetteremo i (dovuti) sviluppi che da qui a breve arriveranno, convinti che qualcosa di buono sarà, anche stavolta, proprio dietro l'angolo.

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bandiera_italia INDIE FOR BUNNIES

Cambio di rotta e di nome per la formazione degli ex Japan Suicide, che chiuso quel fortunato progetto aprono una nuova fase della loro carriera. Hanno deciso di chiamarsi Varanasi e nel primo album pubblicato per I Dischi Del Minollo, dopo l’EP “Varanasi“, emerge chiaramente l’apprezzamento per il post – punk, lo shoegaze, il cantautorato italiano. Amalgamare queste molteplici fonti d’ispirazione con indole psichedelica è lo scopo dei Varanasi che si cimentano con la lingua italiana dopo anni passati a cantare in inglese. Obiettivo raggiunto a giudicare dalle chitarre rarefatte di brani come “Lucy” e “Lady Lazarus”, dalla grinta di “Stelle Nere” e dall’estrema eleganza dei testi.Ricco di riferimenti cinematografici, intenso e sognante soprattutto nella title track e nel finale affidato a “Torneremo a prenderci” ma non privo di concretezza sonora, “Cattedrali Per Principianti” è un nuovo inizio segnato dalla stessa cura e passione di sempre, un disco di qualità da approfondire con la dovuta attenzione.

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bandiera_italia     IN YOUR EYES 'ZINE

Primo disco sulla lunga distanza per i Varanasi dal nome “Cattedrali per principianti” per i Dischi del Minollo. Il gruppo nasce dall’esperienza dei Japan Suicide, quattro dischi e dieci anni di attività alle spalle, e quindi dal 2019 parte questo nuovo viaggio chiamato Varanasi che arriva qui al debutto sulla lunga distanza. “Cattedrali per principianti” è un disco importante, sia musicalmente che per i testi e soprattutto per gli obiettivi che sono coniugare il post punk e lo shoegaze, l’indie rock e altro con il cantato in italiano e con la melodia. Ascoltando il loro lavoro si può tranquillamente affermare che ci siano ampiamente riusciti e anzi, vanno anche oltre, creando qualcosa di nuovo e di molto particolare come in “Hiroshima mon amour”, un pezzo sospeso e bellissimo, che colpisce per il suo fascino antico e la sua capacità di arrivare, stupire e sparire. Tutto il disco è permeato da accordi di chitarra new wave e post punk e da un respiro musicale molto ampio e pienamente sheogaze, infatti il suono dei Varansi è fisico e molto tangibile. Un’altra importante cifra stilistica del disco è la sua semplicità, ovvero la capacità di creare bellissime costruzioni sonore con pochi elementi di alta qualità, e non è facile, perché nel semplice risiede l’assai difficile. Il primo lavoro dei Varanasi è un disco che colpisce per la sua ricca vena romantica e malinconica, quasi un blues diverso e decadente, sensuale e terribilmente mortale. Il cantato in italiano rende benissimo, ed è davvero un valore aggiunto, anche grazie alla bellezza dei testi, fatti da immagini molto belle e particolari, mai banali. Inoltre i Varanasi all’interno dei loro pezzi stupiscono molto spesso con scelte musicali davvero belle e inaspettate. Quando si incontra un disco come “Cattedrali per principianti” si entra in qualcosa di molto bello, di una bellezza al tramonto e dai colori ancora più forti e vividi, uno degli ultimi cantici autentici e sentiti rimasti. Un gruppo davvero particolare e che possiede un timbro speciale.

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bandiera_italia    ROCK TARGATO ITALIA

È un equilibrio di chiaroscuri, “Cattedrali per principianti” dei Varanasi. Un disco guidato da sonorità chitarristiche limpide ma al tempo stesso graffianti che ondeggiano fra shoegaze e post-punk a cui si uniscono un gusto melodico a tratti sbarazzino e una naturale propensione alla malinconia andando a comporre un mosaico dal sapore alternative rock e dall'indole intimista.

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bandiera_italia    ROCK SHOCK

Da poco in circolazione Cattedrali Per Principianti, il debut album dei neonati Varanasi, plasmati sulle ceneri degli indimenticabili Japan Suicide. Sì lo ammetto, in certe occasioni divento nostalgica perché i Japan Suicide sono stati davvero una splendida realtà italiana dal sapore internazionale che in pochi anni erano riusciti ad incontrare il favore di pubblico e critica specializzata grazie ad un sound personale e riconoscibile complice la voce diversa da tutte le altre (canzoni come Naked Skin rimarranno indelebili nella mia memoria) ma la vita va avanti, la musica a volte cambia forma e spesso tende a rispecchiare il mood del momento in ambito artistico e personale.Così, avvenuta la metamorfosi in Varanasi, Stefano Bellerba (chitarra/testi/voce), Matteo Bussotti (batteria), Matteo Luciani (basso/drone machine/sintetizzatore), Leonardo Mori (organo/piano/sintetizzatori) e Saverio Paiella (chitarre) presentano il loro primo full-lenght  in formato digitale, realizzato in collaborazione con I Dischi del Minollo e Conza Press, registrato, mixato e masterizzato da Maurizio Baggio presso La Distilleria – Produzioni Musicali di Bassano del Grappa.Pur navigando su sonorità cupe ed aggressive, i Japan Suicide avevano già manifestato interesse per altri generi e forse, in questo momento storico, proprio per risultare coerenti fino in fondo, hanno sentito il bisogno di cambiare rotta. Il risultato pesca a piene mani nella tradizione cantautorale degli anni Novanta (compresa la scelta di abbandonare la lingua inglese) mescolando il tutto con vibes oscuri dal profumo post-punk, suggestioni shoegaze e perfino qualche eco post-rock.

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bandiera_italia    CONCERTI ON LINE

Un disco straordinariamente ambizioso quello dei Varanasi, che tornano sulle scene cambiando completamente veste rispetto al progetto Japan Suicide, dal quale prendono le mosse: dopo anni di cantato in inglese stavolta si raccontano in italiano e soprattutto provano a tenere insieme tutte le loro influenze: dai momenti shoegaze, passando per il post-punk, la psichedelia e la canzone italiana. Se la title track ci porta subito in un mondo che rimanda al rock italiano anni ’90, con un mood avvolgente e inquieto, “Stelle nere” ammicca invece agli anni ’80, ai Cure e a una certa darkwave. “Lucy” è un brano estremamente catchy, così come “L’odore della notte”: impossibile non mettersi ad ancheggiare e a canticchiarlo. Se con “Rosemary’s baby” ci si sposta su scenari più shoegaze (dalle parti dei DIIV), con “Hiroshima Mon Amour” ci si lascia trascinare in una malinconica ballad, che porta direttamente a “Torneremo a prenderci”, la chiusura di un cerchio in cui i Varanasi cercano di trovare il proprio baricentro, a volte a fatica, a volte lasciando maggiori graffi. Le idee ci sono, vanno messe un pelo meglio a fuoco: questo primo lavoro dà un sacco di spunti ma appare a volte un po’ confusionario rispetto all’obiettivo da raggiungere e lascia un po’ il dubbio su cosa siano effettivamente i Varanasi e dove siano collocabili musicalmente.

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bandiera_italia   TRAKS

Ingresso calmo e malinconico nell’album: Cattedrali per principianti, la title track, ha un’idea post rock di fondo che permea tutto il brano, costruito con cura. Storie di rimpianti e di catene si accumulano su strati sonori gradualmente sempre più importanti. Ci si cala in sonorità new wave con Stelle nere, che ha un ritmo medio ma cadenzato da un drumming molto vivo. Brillano le stelle nere, con nostalgie 80s e 90s. Tempo di cantare di Lucy, sempre tra atmosfere piuttosto cupe: i demoni hanno tutti gli occhi blu, mentre la chitarra disegna archi narrativi sotto i quali scorre una vicenda non priva di dolore. Quasi a metà disco arriva Lady Lazarus, con riferimenti bowieani e biblici annessi: il brano più lungo dell’album si presenta con un battito regolare e molto forte, sul quale si innestano altri discorsi di chitarra. Si celebrano danze crudeli ne L’odore della notte, che questa volta utilizza la sei corde in modo piuttosto contundente, mentre le sonorità si distendono in modo plastico tutto intorno. Di VHS e sogni erotici si parla in Rosemary’s Baby, citazione cinematografica del classico di Polanski (ma agli appassionati del genere verranno in mente anche gli Interpol): “Non è la fine”, ci assicurano i Varanasi, mentre i suoni si fanno aggressivi. C’è bisogno di Una storia vera a questo punto, che accentua i toni drammatici. Un locale torinese e un titolo, Hiroshima mon amour parte molto sommessa, voce e tastiere, aspettando la fine del mondo. Invece (per ora) arriva la fine del disco, con Torneremo a prenderci, ultimo episodio profondamente malinconico, con i tamburi che iniziano a risuonare quasi a sorpresa, per un’esplorazione dal sapore di shoegaze. Nei 33 minuti e 33 secondi dell’album, i Varanasi concentrano tutte le opzioni offerte da post rock, shoegaze e generi consimili per ottenere un lavoro omogeneo, dal sound compatto e coerente, ma sempre molto vivo e stimolante.