Il 2020 è stato l’anno di nascita della band. Un anno che ha visto anche la rinascita della riflessione come necessità da non rimandare. La riscoperta del “tempo lento”.
Di sicuro il bisogno di raccontare e di ascoltare con più attenzione le emozioni hanno contribuito alla creazione di un insieme di ispirazioni e suoni che fossero respiro e battito umano, ritmo e pausa, voci e silenzi.
La dimensione onirica del pensiero e dell’immaginazione hanno così portato alla luce una commistione tra sonorità sensuali e noir, che sembrano descrivere un universo parallelo, quasi cinematografico. Le armonie e le ritmiche richiamano infatti le atmosfere di Badalamenti e David Lynch, soprattutto durante il felice incontro artistico in “Twin Peaks”.
Dopo il lavoro in studio, durato un anno, dedicato alla stesura dei brani e alla ricerca del giusto sound, la band ha intrapreso il lavoro di registrazione presso La Cura Dischi, insieme a Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Village) in veste di produttore artistico.
Il 2021 è stato anche l’anno dei primi live e del contatto col pubblico.
Attualmente i Mizula sono già al lavoro su nuovi brani e su nuove suggestioni musicali, curando anche il lancio del loro omonimo album di debutto.
Formazione: Daniele Rotella (voce e chitarra), Fabrizio De Angelis (basso), Laura Aschieri (voce, sax e percussioni), Diego Mariani (batteria e percussioni).
1) Benvenuti su Onde Indie Pendenti. Il 13 maggio è uscito l’album d’esordio omonimo, ci presentate il lavoro discografico?
Ciao a tutti, sono Daniele dei Mizula. Questo è il nostro primo lavoro, intitolato Mizula. Lo abbiamo prodotto insieme a Marco Fasolo (I hate my village, Jennifer gentle). Le prime idee sono nate nel 2019. Dal gennaio del 2020 abbiamo avuto il tempo per sviluppare e realizzare i 9 pezzi che hanno dato vita al nostro disco omonimo.
2) Domanda diretta, perché vi chiamate Mizula? Che significato ha per voi?
Mizula deriva da Missoula la città natale di David Lynch, questa è la corretta pronuncia.
3) Ci raccontate il vostro percorso artistico fino a qui?
Preferirei non parlare delle questioni trascorse siamo molto concentrati sul presente.
4) Il primo singolo che ha anticipato l’uscita del disco è “Infiniti Blu”. Perché avete scelto questo brano come assaggio dell’album?
“Infiniti blu” è stato il primo pezzo che ha preso forma durante la lavorazione del disco. Ha da subito attirato l’attenzione di Marco (Fasolo) ed è diventato il “singolo”. Ha una forte componente cinematica, come tutto il resto del disco, è un pezzo da ascolto immaginando il blu ed il bordeaux.
5) Come prende forma una vostra canzone? Il processo creativo.
Il processo creativo è molto semplice: le canzoni nascono utilizzando la chitarra acustica, ma la forma e l’andamento è dettato dal basso, che per noi è lo strumento essenziale. In seguito la voce si adagia su questo tappeto. Tutto il resto serve da colore, come avere a disposizione tante sfumature e tanti pennelli.
6) Cosa ne pensate dell’attuale panorama musicale emergente italiano? E quello internazionale?
Il panorama italiano non ci interessa un granché no lo seguiamo. Qualche volta capita di ascoltare ma mai con attenzione. Per quello che riguarda il panorama internazionale ascoltiamo tanta musica: Wilco, Calexico, Bill Callahan, Mulatu Astatke, la musica Afro e tutta la musica che ci piace. Ci rispecchiamo molto di più su questo lato di produzione. Penso che il panorama “internazionale” sia molto vivo e vasto soprattutto nel sottobosco. Siamo in continua ricerca di qualcosa che ci possa stimolare.
7) Per tutti i nostri ascoltatori e lettori, come possono mettersi in contatto con voi e su quali canali si potrà ascoltare/acquistare il disco?
Il disco è fuori ovunque, quindi facile da reperire. Ma la cosa migliore è venire ai nostri concerti e comprare direttamente dal nostro banchetto, che è sempre una bella cosa.
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