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interviste PENELOPE SULLA LUNA

saltinaria

 

I Penelope Sulla Luna si raccontano e ci parlano del loro ultimo disco "Superhumans".

Com’è nato il gruppo? Mi piacerebbe sapere il motivo per cui vi siete indirizzati verso un progetto strumentale.Doriana: il gruppo è nato ufficialmente nel 2005, la formazione era molto diversa, l’unico rimasto dell’epoca è Andrea, ora bassista prima chitarrista. Penelope Sulla Luna ha incontrato diverse persone durante il suo cammino, ha fatto un disco nel 2008 e dopo un ulteriore e definitivo cambio di formazione è finalmente qui a parlare del secondo lavoro in studio. Il progetto è nato sin dall’inizio come solo strumentale, ispirato dal post-rock più classico e dalla musica alternativa. In diversi anni è maturato, crediamo, verso uno stile più personale e contaminato.

Due parole (ma anche più di due!) per raccontarci come è nato il vostro ultimo lavoro “Superhumans” pubblicato dall’etichetta I Dischi del Minollo.
Doriana: “Superhumans” non è stato di certo un lavoro del tutto di getto. Alcuni brani risalgono a diversi anni fa e sono stati rielaborati con questa formazione, altri sono nati nell'ultimo anno, frutto dell'affiatamento che si è creato. Una prima bozza di quello che stava accadendo è stato l'EP "Enjoy the little things", dopo quello ci siamo chiusi in sala prove, abbiamo tirato fuori le idee e ci siamo dati una scadenza. A Marzo 2012 siamo entrati in studio e abbiamo limato e perfezionato il tutto assieme a Enrico Baraldi, produttore di questo disco

Vorrei conoscere il brano a cui siete particolarmente legati e perché.
Tom: Probabilmente “TO KILL IN YOUR SLEEP”, che rappresenta il brano di transizione, stilisticamente parlando, tra quello che eravamo qualche anno fa e quello che siamo diventati ora.

In questo vostro terzo lavoro è piuttosto evidente la varietà dei vostri gusti musicali. Mi sbaglio?
Tom: Siamo quattro persone con ascolti molto diversi tra loro ma che allo stesso tempo si ritrovano d’accordo durante la creazione dei brani, Penelope Sulla Luna è un po’ il fulcro dove vengono convogliate varie idee che magicamente stanno bene insieme e danno come risultato il nostro sound.

Secondo voi per una band crearsi uno stile rimane ancora una delle cose più difficili da raggiungere? Come è stato per voi?
Tom: beh, è una domanda abbastanza difficile. Quando si crea una band non è che pensi a crearti uno stile, parti da un’idea o dalla musica che ti piace confrontandoti con gli altri musicisti del gruppo fino ad arrivare a qualcosa di definitivo che convince tutti. Per questo disco è stato cosi, poi io sono l’ultimo arrivato…
Doriana: Prima forse c’era meno confronto all’interno della band, l’idea di uno faceva un po’ da stampo per tutto il resto. Adesso è molto più facile che le idee nascano e si sviluppino da zero in sala prove tutti quanti insieme. Credo che sia semplicemente questa la base del nostro stile.

Che tipo di approccio compositivo adottate? Qualche artista in particolare, non necessariamente musicale, ha influenzato la creazione del disco?
Andrea: io arrivo col pezzo e gli altri tentano di girargli intorno cambiando tutto…scherzi a parte ultimamente nasce tutto da zero in sala prove, come già detto. Le influenze? Di gruppi ne ascoltiamo tanti, ultimamente ci piace seguire molto di più l’underground che i grupponi famosi, abbiamo le nostre fisse momentanee e cerchiamo di esplorare nuovi orizzonti il più possibile, tenendo sempre i piedi per terra. In più la creazione del disco è stata anche influenzata nel concepimento del concept. A questo proposito ci siamo ispirati a quel concetto di “superoe destabilizzato” che ha portato avanti la serie tv inglese “MISFITS”.

Live e studio: in che modo affrontate queste due differenti dimensioni?
Doriana: In studio sicuramente c’è più spazio per far venire fuori gli arrangiamenti e lavorare sui piccoli particolari, affinchè il pezzo suoni bene in tutte le sue parti. In live puntiamo di più alla potenza del suono, all’impatto, senza mai dimenticarci la cura dei suoni.

Che tipo di rapporto avete con il pubblico durante le vostre esibizioni dal vivo?
Roy: Facciamo i concerti per suonare e per vivere la nostra passione di musicisti, cerchiamo di farlo al meglio possibile, offrendo uno spettacolo che la gente possa gradire. E’ solo dopo i concerti che viene fuori il vero rapporto con il pubblico. Devo dire che durante i live di SUPERHUMANS il riscontro è stato sempre ottimo ed è stato un piacere conoscere nuove persone che hanno scoperto la nostra musica.

Che ruolo gioca per voi l’uso dei social networks in questo momento?
Doriana: In generale ormai è il mezzo di promozione più utilizzato, è necessario esserci. Cerchiamo di essere presenti per non essere da meno degli altri, promuovendo i nostri live, le recensioni, le novità, etc… cercando anche di conoscere nuove persone al fine di organizzare concerti il più possibile.

Progetti futuri? Prossimi concerti?
Tom: Sui prossimi concerti rispondo io. Purtroppo mi sono infortunato e questo ha obbligatoriamente messo in stand by l’attività del gruppo. A breve fortunatamente saremo di nuovo operativi.
Andrea: progetti futuri sicuramente molti altri concerti e perché no, cominciare a scrivere nuovi pezzi per il prossimo disco. Speriamo inoltre di riuscire a trovare qualcuno che riesca a promuovere ancora meglio la nostra attività live in modo da portare SUPERHUMANS alle orecchie di più gente possibile.

Vi lascio con un’ultima domanda. Un disco da consigliare ai nostri lettori, che magari è stato importante per tutti o qualcuno di voi.
Tom: è difficile decidere un disco particolare. Ci sono dischi che hanno cambiato il mio modo di ascoltare la musica, se penso ad uno in particolare mi viene in mente “Ho ucciso paranoia” dei Marlene Kuntz. Credo che per ognuno di noi sia così

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Dopo l’esordio “My Little Empire” (2008) e l’Ep “Enjoy the Little Things” (2011), il 2 Novembre è uscito il nuovo album dei Penelope Sulla Luna  “SUPERHUMANS”, edito da Dischi del Minollo.

  • Ciao Ragazzi, come state? Raccontateci la nascita di questo nuovo lavoro “SUPERHUMANS”..

Ciao a tutti.  Stiamo bene direi, siamo riusciti finalmente realizzare un secondo disco dopo 4 anni di peripezie e progetti non portati a termine; e non solo, siamo molto soddisfatti del lavoro compiuto.  A questo punto non resta che attendere il successo interplanetario e i milioni di dollari in banca, anche se in realtà ci basterebbe far ascoltare la nostra musica a più persone possibile e fare tanti concerti. SUPERHUMANS è stato concepito di sera, molto probabilmente di giovedi, in numerosi episodi. L’ultima fase di gestazione l’ha fatta in studio con Enrico Baraldi, che ha registrato mixato e prodotto questo disco, dando un tocco finale al tutto.

  • SUPERHUMANS” è un disco da varie sfumature musicali che vanno dal  rock, a quello ruvido ma sempre melodico, passando per quello psichedelico ed elettronico. Un disco internazionale direi. I Penelope quali influenze musicali hanno?

Le prime recensioni di questo disco che sono uscite in questi mesi ci hanno paragonato ai gruppi più disparati, alcuni non li abbiamo neanche mai ascoltati, alcuni ci piacciono tantissimo anche se davvero noi certe similitudini non le vediamo proprio.Ma devo dire che è veramente interessante riuscire a ricordare cosi tanti gruppi diversi a tante persone diverse, non so neanche se sia più un bene o più un male. Noi non sappiamo spiegare SUPERHUMANS se non dicendo che è stata una nostra naturale evoluzione, quello che siamo adesso e che non sarebbe cosi se non fossimo stati quello che eravamo 4 anni fa. Il decorso normale di tutte le cose insomma. Le influenze?  Di gruppi ne ascoltiamo tanti, ultimamente ci piace seguire molto di più l’underground che i gruppi famosi, l’unico gruppo su cui siamo d’accordo tutti e quattro probabilmente sono solo i Mogwai e devo dire che ultimamente ci piace un sacco la roba cattiva. Inoltre come tutti abbiamo le nostre fisse momentanee. L’ultima sono i Russian Circles, chissà se passerà prima di farci almeno un pezzo ispirato.

  • E’ un album composto da 8 tracce, che sembrano raccontare quasi un libro, in breve dateci una descrizione per ognuna..

Non è proprio un libro, è volutamente un fumetto. E’ questo che volevamo comunicare, associando il concept grafico soprattutto. Le otto tracce sono un po’ la storia che va avanti, le nostre strisce sequenziali. Sono un po’ le scene di una storia non ancora scritta.

 

01. Superhuman:

E' la presentazione del personaggio, il supereroe o meglio il superumano. Uno che non ha i poteri come nei film nella Marvel  ma che diventerà un eroe non facendosi sopraffare dalle difficoltà del mondo reale.

02. To Kill You In Your Sleep:

Ogni supereroe ha un nemico. Qui lo presentiamo. E’ un sacco cattivo.

03. Feathers Cry In Pillow Wars:

E’ la scena di sesso.

04. Shooting Monkeys In To Space:

E’ la fase introspettiva del supereroe. La paura di vivere e l’impulso di evitare le situazioni complicate.

05. Rainbow Club:

E’ l’idillio amoroso

06. Vendetta!!:

Il titolo è già esplicativo. E’ la reazione alla perdita, la voglia di uccidere per ciò che è stato perso. La voglia di vendetta, appunto.

07. Goblin:

E’ lo scontro finale con il nemico, con successivo lieto fine.

08. That's Not How The Story Ends:

Non molto lieto in realtà, è il momento in cui ci si rende conto della vittoria, ma anche che si è rimasti soli.

Avete capito la storia? Volete disegnarla voi?

  • In quale brano dell’album i Penelope si riconoscono di più?

Ogni Penelope credo sia affezionato a un brano più che a un altro, forse solo perché è più divertente da suonare. Insieme siamo tutti affezionati a SUPERHUMANS nella sua forma totale.

  • L’album  “My Little Empire” (2008) e l’Ep “Enjoy the Little Things” (2011) hanno avuto un buon riscontro da parte della critica, cosa vi aspettate da questo nuovo lavoro? Quali i progetti per l’immediato futuro?

Come dicevamo prima, ci piacerebbe aumentare il nostro pubblico e portare questo disco dal vivo il più possibile. L’avventura è appena iniziata, speriamo che le cose fruttino al meglio nei prossimi mesi

  • Ripercorrendo la storia del post-rock, i Penelope sulla Luna quale canzone avrebbero voluto scrivere?

Probabilmente se potessimo davvero scegliere di sicuro non andremmo su canzoni post-rock. Magari un successone che sopravvive alle epoche tipo chessò, “The times they are a-changing” di Bob Dylan.

  • Music Web Dissemination: vantaggi e svantaggi secondo i Penelope

La nostra idea è che sul web ci siamo tutti, sui palchi siamo molti di meno, e coi dischi nelle mani delle persone siamo molti di meno ancora. Spiegato ciò, ogni modalità per far ascoltare più facilmente la musica a qualcuno non è sicuramente condannabile. La gente non capisce che adesso è più facile far notare agli altri che esisti, ma il resto delle cose non è cambiato. Se la tua musica non è buona,non  è buona.

  • I cambi di formazione hanno messo forzatamente in standby l’attività del gruppo, ma quella di oggi sembra una formazione ben consolidata. E’ solo una mia impressione?

A volte ci abbracciamo pure, pensa.  A parte il lato umano, è molto consolidato anche quello artistico, anche durante la creazione di questo disco siamo maturati un po’ tutti, ci siamo detti in faccia tante cose senza problemi e con un chiaro obiettivo comune, lasciando da parte gli orgogli personali.  Penso che Penelope Sulla Luna andrà avanti cosi com’è e quando si fermerà si fermerà per sempre. Questa è davvero la formazione più giusta che si possa avere.  Ecco, male che vada potremmo aggiungere qualcuno per il prossimo disco, chissà.

  • Infine uno spot di voi stessi: alla domanda “Perché ascoltare  SUPERHUMANS?”, i Penelope sulla Luna rispondono..?

Perché no?

 

Di Roy & Grace


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FB MUSICA intervista i PENELOPE SULLA LUNA

  • Ciao, Raccontateci un po’ come nasce il progetto Penelope sulla Luna?

Il progetto Penelope Sulla Luna nasce ufficialmente nel 2005, ufficiosamente è nato e rinato diverse volte in questi anni. La formazione attuale risale solo al gennaio 2011. Abbiamo realizzato il nostro primo disco nel 2007, poi ci sono state un pò di vicissitudini che ci hanno costretto a fermarci per e poi finalmente all'inizio dell'anno abbiamo cominciato a lavorare. L'idea era di base di suonare insieme un genere poco suonato e poco conosciuto come il post-rock, poi durante la nostra attività abbiamo conosciuto, volente o nolente, una crescita musicale e personale esponenziale che ci porta ad essere tuttora, semplicemente "Penelope Sulla Luna"

  • Quali sono i vostri riferimenti musicali?

Molti più di quanti la gente pensa. Il post rock di Mogwai, 65 days of static, God is an astronaut o Godspeed You! Black Emperor è per noi solo un lontano punto di partenza. Ascoltiamo di tutto, dall'elettronica al rock commerciale come Muse, Deftones o Greenday, avant-folk, sperimentale, punk, nella playlist di ognuno di noi c'è un pò di tante cose...gli ascoltatori più attenti noteranno qualche cliché musicale che col post rock c'entra poco.

  • “Enjoy The Little Things” il nuovo EP com’è nato e a che sonorità vi siete ispirati?

"enjoy the little things" è nato di getto, in pochi mesi, tutto in sala prove. Senza troppi fronzoli contiene 4 pezzi tanto sentiti e poco studiati, secondo noi molto ben riusciti. E' stato il frutto di 4 anni di ispirazione soffocata, una specie di sfogo musicale a 360 gradi. Siamo andati quasi subito in studio addirittura con l'idea di registrare un semplice live, poi ci è venuto cosi bene che abbiamo pensato, perchè non farlo sentire a tutti? Purtroppo è un EP, e non raccoglie tuttora tutto quello che siamo diventati e tutte le sonorità che percorriamo, è solo un piccolo sunto di quello che sarà il disco. Volevamo accendere la curiosità, e speriamo di esserci riusciti.

  • Penelope è un racconto unicamente strumentale, quali altri stimoli artistici sono presenti nell’EP?

Penelope è un racconto ormai "quasi sempre" strumentale, in tutti i casi si, ci piace da sempre comunicare senza parole, preparare il terreno per le vostre di storie da raccontare. La musica d'altronde è nata con le note e non con le parole. Per noi non è necessario per forza usare il testo scritto per mandare un messaggio, o meglio, una sensazione. Per chi lo trova invece fondamentale, forse non siamo il gruppo adatto. A parte farci guidare dalla musica, altri stimoli artistici sono sicuramente quelli che ispirano nella scelta della copertina del disco e del titolo. Ci piace lavorare sul simbolico, sulle poco notabili accortezze, e in questo caso, abbiamo scelto la quotidianità, le piccole abitudini di tutti i giorni. Ironicamente, il titolo si riferisce anche al fatto che il supporto ha una durata di poco inferiore a 20 minuti :):)

  • I vostri progetti futuri?

In primavera uscirà il nostro secondo disco. Allo stato attuale collaboreremo sicuramente con I DISCHI DEL MINOLLO, etichetta abruzzese che ha già buttato fuori ottimi lavori come i Magpie, Unorsominore, Nicholas Joseph Roncea e tanti altri. In più stiamo valutando altre collaborazioni, vedremo come andrà a finire.

In più grazie a 101 booking stiamo cercando di organizzare alcune date promozionali in giro per l'Italia, probabilmente i risultati più grossi si avranno a inizio 2012, ma già adesso stiamo cominciando a suonare per presentare il nostro EP.

  • Infine, quanto possono essere utili i social network per la diffusione della musica?

Sono utili in proporzione al tempo che la gente ci passa su, ormai quasi il 90%. Se tutta la gente è su facebook anziché a scaricare dischi, è normale che facebook diventa il canale di maggior diffusione. Il passaparola virtuale e la condivisione immediata non possono che far bene. Di certo, il rischio è sempre quello di una grossa dispersività, ma è anche vero che i consigli degli "amici" sono sempre quelli che ascoltiamo di più, o no?