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press-reviews Andrea Romano Il Fratello

press-review ANDREA ROMANO IL FRATELLO

 

bandiera_italia   RUMORE

Accantonata parte dela famiglia, il collettivo che porta il nome de Il Fratello con cui esordì, Romano torna per analizzarne il significato, di "famiglia". E usa un linguaggio che parla per immagini. Alcune prestate, scritte da Stefano Alì, quelle di "in pieno caos", ed ispirate ad un romanzo di Vonnegut quelle de "La Giovane Coppia". Ma perlopiù proprie e filtrate da uno sguardo visionario. Che la famiglia stia nella sua Siracusa, o in un amore, o nel suo mare, o in rapporti interpersonali assortiti, le relazioni sono al centro. E il racconto si fa messaggio morale, insinua domande. Un linguaggio fantasioso, sottile, incorniciato da un pop introverso. Più o meno efficace ma non immediato. Puntualmente arrangiato e interpretato.

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bandiera_italia  ROCKIT

"La famiglia non esiste" è il secondo lavoro in studio del cantautore siracusano Andrea Romano, dopo il primo rilasciato nel lontano 2013. Andrea Romano Il Fratello, questo il nome completo del progetto, torna con un disco di dieci brani incentrati sull'idea della famiglia italiana di oggi, partendo dall'arcaico concetto di Familia, parola che in latino non era utilizzata per indicare esclusivamente i legami di sangue ma i componenti di un nucleo di persone che vivevano sotto lo stesso tetto (compresi gli schiavi). "Estate di ghiaccio" è uno dei singoli di lancio nonché canzone d'apertura del disco: un cantautorato moderno che strizza l'occhio all'itpop. Ma dal secondo brano in poi gli arrangiamenti si fanno decisamente più interessanti e complessi, con diverse sfumature anni ottanta tra disco funk e cantautorato classico di un certo spessore ("La giovane coppia",  "In pieno caos") in mezzo ai quali spunta anche lo spettacolare sax di "Nel bere e nel mare". L'altro singolo del disco, "La stazione dell'amore", è ancora una volta al passo con i tempi (qui è evidente l'occhiolino ai cari TheGiornalisti). Andrea Romano si dimostra un cantautore dal talento cristallino, confezionando un disco concettuale in cui c'è tutto quello che deve esserci. Certamente è un lavoro che merita più ascolti per essere apprezzato in tutte le sue minime sfaccettature, dagli arrangiamenti curati ai testi abbastanza elaborati. Una bella sorpresa che deve essere tenuta d'occhio assolutamente.

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bandiera_italia   RAROPIU'

Pubblicato dalla label abruzzese I Dischi del Minollo, ecco il secondo lavoro di Andrea Romano che accanto conserva il suo moniker, Il Fratello. per non perdere le tracce di quel primo lavoro eponimo che accoglieva a sè una sequela di collaborazioni prestigiose come Cesare Basile, Mauro Ermanno Giovanardi, Colapesce e altri. Oggi si presenta con nome e cognome e pubblica un gran bel disco, pieno e denso di significati, "La Famiglia Non Esiste". Niente di sociale, come tiene a specificare, ma sicuramente onirico e visionario nelle liriche che affrontano temi come i legami, i ruoli, i vizi e quiel concetto di famiglia da estendere più ad una visione di comunità, di quotidianità. Un ascolto interessante che spazia dal futuro digitale alle tinte italiane anni '60, dall'elettronica alla sezione di archi. Tra gli ospiti anche un cameo telefonico di Marcin Oz, bassista dei The Withest Boy Alive, nell'ultima traccia "Non mi dedico più a te".

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bandiera_italia  SMEMORANDA

La famiglia non esiste di Andrea Romano/Il fratello è un bel titolo forte. Come forte è l’idea alla sua base: “Il termine latino Familia indicava in origine l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto. Un concetto ben lontano dalla rosea odierna immagine della “famiglia italiana” fatta di biscotti scadenti e gite al mare. E ancora più lontano dalla rappresentazione allargata di Famiglia come Società che si sviluppa all’interno dell’istituzione Paese.” Il cantautore siciliano, con dieci pezzi facili cantati in italiano, cerca di illustrare questo concetto, tra pop e rock, tastierine magiche, sax, fiati, chitarre, organi, e chi più ne ha … non so perché, ma mi ha ricordato gli Smashing Pumpkins.

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bandiera_italia  BLOW UP

Autore di un esordio luminoso e bellissimo a nome Il Fratello nel 2013, Andrea Romano pubblica ora (in realtà già qualche mese fa) il secondo disco solista, senza però mantenere del tutto le promesse del primo. Muovendosi in un ambito delicato come il cantautorato pop, non sempre è facile trovare il giusto equilibrio tra la profondità testuale e le melodie accessibili. L'album certo non si svilisce in vuote forme it-pop, ma neanche riesce a farsi notare per una scruttira particolarmente brillante. Rimane lì, non brutto, ma senza mai risvegliare veramente l'attenzione, come se fosse più frutto di inevitabile routine che di reale ispirazione. Romano può fare decisamente meglio

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bandiera_italia    ONDA ROCK

Già membro di Albanopower e Matildamay, collaboratore di Mauro Giovanardi, Colapesce e Carlo Barbagallo, e creatore di colonne sonore, il siracusano Andrea Romano esordisce solista come leader, ideatore e autore di una sorta di supergruppo, Il Fratello (Cesare Basile, Toti Valente, lo stesso Giovanardi e altri) per un omonimo “Il Fratello” (2013), un diario confessionale sfocato ma arrangiato con levità (“Per chi ne avrà”, “E’ vero che per te”, “Tra i lacrimogeni”). Il seguito “La famiglia non esiste” fa compiere un certo scatto a quel moniker che Romano ora stringe maggiormente sulle proprie esigenze, in primis in un complesso di supporto in cui svetta proprio lo stesso Barbagallo. Questo duo sotto mentite spoglie partorisce così viepiù canzoni domestiche, comode e sicure nel loro baustellismo, “Sexy Siracusa”, “Estate di ghiaccio”, “In pieno caos”, “La stazione dell’amore”, etc. Sempre sentimentale, il lento “In quel parco di stelle” nella sua ipertrofica indole psichedelica indica però un’altra via (l’eccezione, non la regola del disco): quando Romano eleva l’impegno delle sue liriche, anche Barbagallo alza la posta della ricercatezza d’arrangiamento. “Nel bere e nel mare”, in particolare, si trascina in una concitata andatura noir-jazz-thriller per culminare con una jam incrociata di due sax. Ancora col jazz, fiati e ritmo sincopato, sperimenta un’altra canzone-sceneggiata, “La giovane coppia”, ma gli esiti stavolta sono ben più piacioni. Registrato nel 2016 e poi posticipato, è un disco più di abbellimenti che di canzoni: i primi si sentono pure troppo, le altre non di rado vegetano nell’indecisione. Non sempre il canto di Romano, docile e afono nella tradizione di Mario Barbaja e Cesare Malfatti, si applica alla baldanza del suono. Questo quasi-concept sulle relazioni in dieci declinazioni ha comunque il merito - un tutto superiore alla somma delle parti - di rendere una nevrosi agrodolce sottilmente eclettica e di non comune soavità. Cameo di Marcin Oz, basso dei Whitest Boy Alive (è la voce al telefono in chiusa)

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bandiera_italia   RADIO COOP


Il canatautore siracusano Andrea Romano (ex membro degli Albanopower), alias Il Fratello, firma il secondo album, a sei anni di distanza dall’esordio. UN lavoro maturo, composito, ricco di influenze che vanno dalla canzone d’autore all’alt rock, in un contesto sonoro malinconico e romantico ma particolarmente suggestivo e contemplativo. Ottimi gli arrangiamenti e la cura (anche grafica) del prodotto. Interessante e consigliato.

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bandiera_italia  INDIE FOR BUNNIES

Lo si può definire un nuovo esordio sotto il segno del proprio nome quello di Andrea Romano, ex cantante degli Albanopower, che già nel 2013 aveva pubblicato un album dal titolo “Il Fratello”, che aveva raggiunto e ottenuto molti consensi tra pubblico e critica, riuscendo ad essere candidato nella categoria miglior disco di esordio al P.I.M.I. 2013. Andrea Romano ha confezionato un disco pop, dai suoni leggeri e i testi intensi, in cui esprime tutta la sua personalità. Ma se vi state chiedendo di cosa parla questo album dal titolo contorto “La famiglia non esiste”, la risposta è data dalla soluzione che sapete offrire nei confronti delle seguenti domande:

  1. Quanta importanza viene data ai legami di tutti i tipi come substrato del nostro essere?
  2. Quanto ci fa vivere meglio dare importanza ai ruoli?
  3. Siamo in grado di prescinderne anche se spesso ci si rende conto che privi di legami e ruoli si vive meglio?

Si, lo so, lo so. Sembra davvero complicato se la mettiamo così. La verità e che è tutto molto più semplice. Il disco di Andrea Romano si compone di racconti, realtà, personaggi e situazioni diverse. A tu per tu con la ragazza di sempre a fare bilanci sulla vita, silenzi che gravano pesanti sullo stomaco come macigni, paesi d’origine senza speranza, l’amore, il mare, strade, partenze. Vi chiedete cosa c’entra la famiglia con tutto questo? Romano lo sa, i rapporti umani prima e sopra tutto. Domande che spesso non hanno una risposta, qui l’amore e la vita si mischiano all’esperienza individuale. La famiglia è una parte essenziale della vita, presuppone persone legate tra loro da un vincolo o una certa affinità. Abbiamo rispetto nei confronti di essa, perché ci viene insegnato ad averne fin da bambini. Ma crescendo in un mondo che è sempre in continua evoluzione viene quasi naturale chiedersi se sia corretto così? Forse diamo troppa importanza ai ruoli? Forse senza legami si vive meglio? Ma siamo umani e abbiamo bisogno gli uni degli altri per migliorarci, e questo disco ne è un po’ la prova. Ci sono molte cose buone, altre davvero belle, ma il messaggio è tirato e fa fatica ad arrivare al pubblico. Il consiglio è quello di svincolarsi da spiegazioni dispendiose e andare dritti al punto con la propria musica.

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bandiera_italia   INDIEPERCUI

Dopo un silenzio lungo sei anni torna il nostro Andrea Romano, in arte Il fratello, già Albanopower, con un disco ricco di colori e impressioni che si avvicendano sovrapposte lungo le strade tortuose della nostra vita. Rispetto al precedente, questo album recupera una sorta di comunione e condivisione con il mondo che ci circonda. E’ un disco più luminoso pur trattando temi delicati e universali. Un disco fatto di immagini che si sovrappongono lungo l’ascolto delle dieci canzoni proposte. La famiglia intesa come insieme necessario di relazioni, come insieme unico di momenti vissuti che evidenziano inevitabilmente le crepe del nostro io, le crepe del nostro stare al mondo. La famiglia non esiste va oltre la musica d’autore. Incontra diversi stili e generi, non si accontenta. L’album di Andrea Romano è un’ampia visione necessaria di questi tempi. Un agglomerato urbano di vite e amori, di sogni e speranze sempre nuove.

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bandiera_italia   MUSIC MAP

È ironico, che un artista che si celava dietro il moniker “Il Fratello”, pubblichi un album intitolato “La famiglia non esiste”. Ma così accade, per Andrea Romano, cantautore siracusano che si presenta col proprio nome e cognome accanto al nome d’arte, che prima rappresentava un numeroso collettivo. In questi dieci pezzi c’è una riflessione personale di Andrea, circa le relazioni umane, ed i rapporti con i ruoli prefissati. Ma i testi, al primo ascolto, risultano parecchio densi di perifrasi, allegorie e metafore, come degli enigmi da sciogliere, quindi ci troviamo di fronte ad un linguaggio parzialmente criptico. In quasi tutte le canzoni, c’è da sottolineare l’interessante lavoro del basso, sul suono e sull’intenzione, che in certi episodi ricorda i film polizieschi rievocati dai Calibro 35, come ne “La giovane coppia”. Sensazione corroborata dalle parole, che sembrano descrivere un evento da un punto di vista esterno, come quello di una spia: “La giovane coppia ringraziò chinando il capo (…) i cento eroi che saranno commemorati domani, hanno dato tutto ciò che è umanamente possibile dare”. Ma poi chi canta entra in prima persona, essendo incaricato di gettare la corona di fiori, “dono del popolo al popolo”. Lo sguardo passa repentinamente da un evento pubblico a uno sguardo privato, a una “faccia tremante che si affannava”. In “Estate di ghiaccio” emerge un pessimismo di fondo: “Qui non ci sarà più niente da fare se non ricordare che i nostri sogni sono senz'altro andati a puttane, se non dimostrare che le certezze sono soltanto roba da ridere”. Un volo pindarico permette la nascita di un titolo come “Sexy Siracusa (perdere il Canada)”. “Nella pace del paese perso lasciando perdere i compromessi, la storia delle nostre pistole, mostrai il vostro sangue che frigge e assume tutta un'altra bellezza (…) Perdere il Canada nella disgrazia (…) gente che parla nessuna lingua”. Il testo implicito, conclude considerando che la felicità è solo “questione di DNA”. Sopra dei suoni liquidi e frizzanti, “In pieno caos” si focalizza su dettagli significativi di una relazione: “Ti voglio vedere anche per un gelato, con gli occhi sfiorare la tua lingua leccare. Sono anni che non ho più voglia di crescere, ma la mia pelle si ricorderà di te, siamo in guerra io e te, in pieno caos io e te”. Un 6/8 con basso che cammina e batterista swingante, caratterizzano “Nel bere e nel male”. Sembra una dedica ad un uomo senza mai definirlo, una volta rispettato ed ascoltato, che tentava sempre “d’addolcire il mare”. “La stazione dell’amore”, con la voce maschile doppiata da quella femminile dell’ospite Federica Faranda, e certi suoni vintage vibranti di chitarra e tastiera, è quella con l’arrangiamento più riconoscibile in questi anni di videoclip dai colori smorzati (sto pensando ai video di Francesco Lettieri), che recuperano la patina del passato, reinterpretata in chiave odierna. I suoni si fanno distesi per la sognante “In un parco di stelle”, mentre “Odio la melodia” sembra un lamento cadenzato, che fa emergere un disagio verso certi tipi di canzoni e le loro melodie, forse alludendo alla retorica che si crea dietro i temi di quei brani: “Io odio la melodia nelle canzoni che parlan d'amore, e anche in quelle che parlan di morte, e anche in quelle che parlan d'infanzia, e anche in quelle che parlan di piazze nella rivolta contro il potere, e anche in quelle che parlan di noi”. Un fischiettio introduce “Mi guarda”, altro pezzo placido, che con disinvoltura parla di un cedimento alla stanchezza: “Il tuo volto smarrito perduto cadrà, strafatto di responsabilità”. “Non mi dedico più a te” chiude l’album, e torna in evidenza il basso, specie nelle strofe. Anche qui il testo parte da una situazione per arrivare ad altro: “Pescavo sul fondale basso molta luce (…) abbandono ogni sorta di mania, non mi dedico più a te (…) rimane poco tempo alla tua invincibilità”. Su queste parole Andrea termina di comunicare, lasciandoci con la musica e un messaggio telefonico in tedesco. Il risultato è qualcosa di non immediato, ma da riascoltare con curiosità, per essere sviscerato con attenzione. Perché se la famiglia non esiste (è una convenzione consolidata ma falsificata nei secoli di stratificazione dei significati), resta da capire cosa esce dal caos che si vede abbandonando la convenzione.

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bandiera_italia  BLOG MUSIC

Torna ma senza famiglia Andrea Romano, torna Il Fratello, che avevamo conosciuto con quel grande progetto in cui raccoglieva nomi della Sicilia indie che conta e non solo, da Colapesce a Cesare Basile e tantissimi altri. E oggi, “senza questa grande famiglia”, restituisce voce alla sua penna con un mood solitario da cantautore indie ma in modo sghembo… sghembo certamente pensando a questi suoni anni ’60, anni ’70, suoni americani, suoni ruvidi, suoni elettrici ma dolcemente cantautorali. Si intitola – e non con nostalgie al passato – “La famiglia non esiste”Minollo Records – riferendosi con questa frase a quanto si stiano demolendo i rapporti personali e non solo puntando alla famiglia in senso stretto. Un disco sociale potremmo dirlo, in qualche modo, dalle liriche per niente scontate che cercano la poetica quotidiana e non la prosopopea dei letterati, melodie che si celebrano in rete anche con un bel video di lancio del singolo “Estate di ghiaccio”. Che poi da questa copertina che oggi richiama molto le scene topiche di Joker, risalgono alla mente quei colori metropolitani che sottilmente racchiude Andrea Romano, li coccola e poi li lascia scivolare in una visione nostalgica che ha del mondo e dei suoi abitanti. Un bel disco che presto vedremo anche in vinile…

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bandiera_italia   TUTTOROCK

Una crew numerosa e di tutto rispetto qualitativamente parlando partecipa alla realizzazione di questa nuova fatica discografica del cantautore siciliano (è di Siracusa) Andrea Romano (pseudonimo: Il fratello). “La famiglia non esiste”, questo il titolo del CD, è uscito per i Dischi del Minollo lo scorso 11 ottobre.  Dieci tracks per quarantacinque minuti di durata musicale sono l’offerta odierna di un artista interessante e preparato. Nel disco lo troviamo impegnato al pianoforte, alle tastiere, alla voce e, insieme a Carlo Barbagallo, alla supervisione artistica dei dieci brani di propria scrittura che compongono l’album. Una ricchissima mescolanza di pop di alto profilo, di rock, di aloni di jazz e anche di elettronica stanno alla base di queste canzoni godibili, melodiche e per niente scontate che incorporano dentro di sé una buona dose di personalità artistica. Il contenuto, poi, il cosiddetto “messaggio” di un disco che potremmo forse considerare “concettuale” (concept album era una volta l’espressione che definiva i dischi che presentavano e  sviluppavano una storia complessa al fine di fornire un quadro concettuale su un determinato argomento): nelle sue canzoni, pur senza fornire risposte risolutive, l’artista siciliano interroga se stesso su quanta importanza viene data ai legami codificati come substrato del nostro essere, su quanto e se effettivamente si viva meglio dando importanza ai ruoli. E poi: siamo in grado di prescindere dai ruoli? Le canzoni dell’album si pongono queste e altre domande e indagano alcuni degli aspetti che un concetto denso di implicazioni non solamente sociologiche come quello che definisce la famiglia racchiude in sé. Credo possano piacere tanto canzoni ben cesellate e ben definite come “Estate di Ghiaccio”, “Sexy Siracusa (Perdere il Canada)”, “La Giovane Coppia”, “Nel Bere e Nel Mare”, e cosi via, e non solo a coloro che vedono nella musica dei cantautori il proprio genere musicale preferito.

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bandiera_italia   LUCIDAMENTE

E se felicità volesse dire rompere gli schemi societari? Nasce da questa domanda l’ultima fatica del siracusano Andrea Romano che, a distanza di sei anni dagli esordi con il collettivo Il Fratello, torna con un album in solitaria. L’artista parte da quello che convenzionalmente è il nucleo primordiale della vita: la famiglia. Di essa confuta l’esistenza, sostenendo che non sempre il rispetto dei canoni prestabiliti conduce al benessere individuale. In dieci tracce, che oscillano fra il jazz e l’elettronica, fra armonie orchestrali e riff di chitarra, anche la regola di mantenere un solo stile musicale viene sovvertita. La carezza del sax, la vivacità delle percussioni, le melodie oniriche della tastiera danno vita a strumentali per niente scontati, tutti da assaporare. La famiglia non esiste, uscito l’11 ottobre scorso, deve la sua ricchezza anche alla collaborazione di vari musicisti: ad accompagnare Andrea Romano Il Fratello (voce, pianoforte, tastiere), le voci di Federica Faranda, Elaine Carmine Buonsangue, Stefano Alì e Marcin Oz. L’album (produzione I dischi del Minollo e distribuzione Believe), vede inoltre agli strumenti Carlo Barbagallo (chitarra e voce), Peppe Sindona (basso), Sergio Battaglia (sax), Graziano Latina (percussioni), Marco Caruso e Mauro Felice (batteria). Come dicevamo, il fil rouge del lavoro è rappresentato dalla distruzione di quelle sovrastrutture che esacerbano i rapporti umani in favore di una visione vera e profonda dei legami. Ed è così che il matrimonio de La giovane coppia si tramuta in tragedia, l’amore non è più melenso ma si consuma In pieno caos, la musica si trasforma e smette di essere sempre uguale a se stessa (Odio la melodia). E perfino le stagioni perdono la loro abituale connotazione: l’estate, tradizionalmente associata alla spensieratezza, diviene infatti «di ghiaccio», rappresentando il tempestoso epilogo di una storia, ma attraverso ritmi indie e leggeri. La stazione dell’amore abbatte il cliché del bacio d’addio che gli innamorati si danno al binario: «Al di là degli stereotipi – dice l’autore – in stazione accadono spesso magie. Gente che scrive a volte le nota e magari ci costruisce sopra pure una canzone». A chiudere la “guida”, Non mi dedico più a te, un pezzo che sembra indirizzarsi a una persona, ma che in realtà celebra la scelta definitiva di ascoltare solo i propri pensieri: «Non ho intenzione di guardarmi indietro, ho deciso di adottare un altro metro».

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bandiera_italia    TRAKS

La famiglia non esiste è l’album che segna il ritorno sulle scene di Andrea Romano a sei anni di distanza dal debut del 2013 che raccolse ampi consensi di pubblico e critica e che, sotto il moniker de Il Fratello, racchiudeva un collettivo di artisti e musicisti che ruotavano attorno al cantautore siracusano… Il Fratello è, o meglio era Andrea Romano, Cesare Basile, Toti Valente, Francesco Cantone, Dante Rapisarda, Gabriele Galanti, Mauro Ermanno Giovanardi, Peppe Sindona, Lorenzo Urciullo (Colapesce), Giovanni Caruso, Valerio Vittoria, Angelo Orlando Meloni, Tazio Iacobacci, Carlo Barbagallo… e la loro storia. L’ex membro degli Albanopower questa volta si presenta con il suo nome e cognome, per ricondurre questo lavoro e queste nuove canzoni alla sua identità personale, con il supporto di Carlo Barbagallo alla produzione artistica e della label I Dischi del Minollo. Si parte dalla buona linea di basso di Estate di Ghiaccio, che fa pensare un po' ai Baustelle e un po' all'ex compagno di strada Colapesce. Ma anche a un singolo "rompighiaccio" di notevoli potenzialità. Un po' di sensazioni blues permeano una curiosa Sexy Siracusa (perdere il Canada), canzone descrittiva e di viaggi persi. Groove fittissimo e ritmi intestini e in evoluzione per La Giovane Coppia, uno dei brani più complessi a livello sonoro ma anche più interessanti del disco, liberamente ispirato da Ghiaccio-Nove di Vonnegut. Ritmi sincopati e tastiere sovrapposte per In Pieno Caos, rimbalzante e un po' acidina, con un cantato quasi sussurrato e sensazioni quasi lounge. Per Nel bere e nel mare lo spunto nasce da un fatto di cronaca, mentre a livello sonoro c'è un notevole dialogo tra il giro di basso e il sax, che può portare alla mente i Morphine. Sensazioni sfumate ma di tanto in tanto appuntite quelle de La stazione dell'amore, che comprende le voci di Federica Faranda & La Locomotif. Sensazioni quasi cosmiche quelle che trasmette In Quel Parco di Stelle, dreamy il giusto per svilupparsi verso l'alto e con molti scintillii. Tutto torna al proprio posto quando leggi l'introduzione al brano: "Questa canzone parla di eroina". "E non è niente": Odio la melodia prende una posizione precisa e la mantiene, seguendo alcune curiose deviazioni di senso nel percorso. Un fischio, poi un giro di chitarra abbastanza agile: ecco come parte Mi guarda, altro brano piuttosto sussurrato, nonché piuttosto assaporato. Il disco si chiude con Non Mi Dedico Più A Te, mid-tempo costruita con cura e in cui tutti i piccoli elementi vanno al proprio posto con grazia. Nel finale la registrazione di una telefonata di Marcin Oz dei The Whitest Boy Alive, in tedesco. Senza alzare la voce pressoché mai, Andrea Romano Il Fratello pubblica un disco che di rumore però ne può fare, perché è ricco di canzoni intelligenti, motivate, attente ai dettagli. Davvero un lavoro notevole.

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bandiera_italia   MUSIC.IT

Lui è Andrea Romano Il Fratello e oggi sceglie di presentarsi al suo pubblico proprio così. Si spoglia dell’immagine che lo vedeva semplice membro della band di cui ormai porta nostalgicamente soltanto lo pseudonimo (Il Fratello). Adesso, a distanza di sei anni dal suo debutto, decide di camminare da solo e di esprimere tutta la sua personalità. “La Famiglia Non Esiste”, uscito l'11 ottobre, è il primo album a portare la firma di Andrea Romano e basta, senza il suo amato collettivo. Si lascia alle spalle, possiamo dirlo, un pezzo di storia fatta di amicizie e live in giro per l’Italia, facendo spazio alle proprie idee e ispirazioni. È arrivato il momento di dare voce alla musica a modo suo.“Estate Di Ghiaccio” apre il disco ed è subito chiara l’influenza di artisti come i Tiromancino o del grande Franco Battiato, di cui ricorda l’eleganza delle melodie. “Sexy Siracusa” è un gentile omaggio alla città natale di Andrea Romano, raccontata attraverso il filtro del suo autore: decisamente innamorato di lei. “La Giovane Coppia” parla in chiave ironica dei tempi passati, dove l’entusiasmo dei giovani veniva spesso spezzato dai dettami di una società retrograda. “In Pieno Caos” e “La Stazione Dell’Amore” esprimono il lato romantico di Andrea Romano Il Fratello. Testi amorevoli e delicati accompagnati da suoni leggeri, così da evocare ricordi ed emozioni in chi ascolta. Non smette di sorprendere nemmeno “Nel Bere E Nel Mare”, quinta traccia della tracklist. Qui le parole sono sapientemente utilizzate, tanto da regalare immagini allegoriche e arpeggi sussurrati.“In Quel Parco Di Stelle” e “Odio La Melodia” sono due pezzi fortemente introspettivi e malinconici, lo stile del cantautore si riconferma essere costante: una splendida voce che non ha bisogno di eccessiva strumentazione per arrivare al cuore di chi sente.“Non Mi Dedico Più A Te” chiude “La Famiglia Non Esiste”, il singolo sembra rappresentare uno sfogo del cantante: stufo di dedicare il suo tempo a chi non lo merita. Come dargli torto?Andrea Romano Il Fratello, con questo album ha dimostrato di poter lasciare la mano della sua band, iniziando il suo percorso da solista in modo impeccabile. Buona fortuna!

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bandiera_italia ROCKSHOCK

Il treno è una visione laterale della vita; non fai in tempo a vederla ed è già passata.

Questa citazione di Sergio Rizzo riassume la metafora della stazione, tematica spesso utilizzata da molti artisti per descrivere il viaggio e le esperienze dell’essere umano. Anche Andrea Romano, alias Il Fratello, cantautore siracusano, proietta la metafora della stazione e del viaggio nel suo nuovo disco La Famiglia Non Esiste, che vedrà la luce in autunno, a sei anni di distanza dal suo debut album. La Famiglia Non Esiste, anticipato dall’uscita dei due singoli, Estate di ghiaccio e La Stazione dell’amore, è un percorso retrospettivo composto da dieci ballate, dolci e sussurrate. Un folk beat moderno dal sapore retrò e sognante che ricorda lo stile dei Tiromancino e, alla lontana, la musicalità di Franco Battiato, ma senza la vena letteraria del Maestro. La musica di Andrea Romano è raffinata, nostalgica, a tratti notturna, carica di emotività, dal marcato taglio pop e condita di effetti lievi, sognanti e ambient che sfiorano la pelle come istantanee di ricordi indelebili. Il concept tematico di questo disco è la riflessione sulle relazioni e la perenne ricerca di un equilibrio emotivo all’interno dell’entropia delle cose. La Famiglia Non Esiste è un incrocio di vite e di orologi. “Il cliché per antonomasia, la stazione e l’addio. Al di là degli stereotipi, in stazione accadono spesso magie”. Queste le parole di Andrea Romano, che spiegano l’ispirazione del suo nuovo lavoro discografico. Nessuno è invincibile nelle stagioni della nostra esistenza e la felicità assume un significato momentaneo, che non dipende da nessuno, se non dal nostro DNA.

…che del dimani non v’è certezza.

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bandiera_italia   DISTOPIC

La famiglia non esiste” è l’album che segna il ritorno sulle scene di Andrea Romano. Lo fa con un disco vario dal punto di vista degli arrangiamenti (lungo la scaletta ci sono persino incursioni nel campo del jazz) ma che a livello puramente lirico non riesce mai a intercettare l’attenzione dell’ascoltatore: troppo autoreferenziali i testi del Nostro, troppo criptici. I 10 episodi in scaletta partono da territori cantautorali per abbracciare (timidissimamente) il pop, anche se i ritornelli non riescono quasi mai a spiccare il volo verso una melodia in grado di valorizzare al meglio il contenuto. Ecco che così il disco di Andrea Romano finisce per essere un esperimento incompiuto, nonostante la parte musicale sia convincente e il cantato dell’artista non sia malaccio. Insomma, troppe ombre e poche luci.

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bandiera_italia   EXTRA! MUSIC MAGAZINE

“Estate di ghiaccio/Qui non ci sarà più niente da fare/Se non ricordare che i nostri sogni/Sono senz’altro andati a puttane”. Lo ammetto. La prima volta che ho ascoltato La Famiglia Non Esiste di Andrea Romano, il singolo “Estate di Ghiaccio” non mi ha propriamente messo nella predisposizione psicologica migliore per proseguire.  Primo brano dell’album (curiosamente anche prima canzone scritta in solitario dall’autore diversi anni orsono), ricorda dei Tiromancino mediamente asfittici, con quel piglio dell’artista indie che gode della sua alterità depressa di cui il sottoscritto fa volentieri a meno. In realtà il secondo lavoro solista del cantautore siracusano, orfano del melting pot artistico de Il Fratello (anche se richiamato sulla copertina), è un prodotto complessivamente dignitoso, con almeno un paio di brani rimarchevoli. Notevole o miracoloso – come qualcuno ha scritto – magari anche no, che il panteismo in musica ha già fatto sin troppi danni. Lavorato a quattro mani in una villetta dell’aperta campagna siciliana con l’ottimo Carlo Barbagallo, questo “La Famiglia Non Esiste” scardina concettualmente la portata del ruolo nell’identità dell’essere umano: ciascuna delle dieci tracce che lo compongono sottendono il parallelo tra famiglia e società, per giungere alla conclusione che l’individuo stia meglio slegato piuttosto che irretito da vincoli e convenzioni. Affidandosi a testi sardonici, a tratti amari, spesso visionari, il chitarrista e tastierista ex Albanopower tratteggia piccoli mondi interiori sorretti da un cantato sin troppo delicato e intimista, non particolarmente distinguibile dal punto di vista timbrico e alla lunga piuttosto povero da quello musicale: il risultato è un sentore complessivo di monotonia e uniformità che non giova affatto al giudizio finale. Laddove il gioco funziona, però, l’esito è più che apprezzabile, come nelle jazzate e densissime “La Giovane Coppia” (ispirato liberamente al fantascientifico Ghiaccio Nove di Kurt Vonnegut) e “Nel Bere e nel Mare”, che narra autobiograficamente di un marinaio rude e scontroso che raccontava ai bambini storie di navi e marosi. Andrea Romano cura gli arrangiamenti in maniera maniacale, smonta e rimonta suoni con accuratezza certosina, definendosi ironicamente un artista dalle tempistiche del bradipo (sei anni sono passati dal precedente esordio solista). In effetti dal punto di vista formale nulla si può eccepire: timbriche curate, elettronica dosata sapientemente, amalgama strumentale e, va detto per onestà, anche passione sincera. Aggiungiamoci anche una serie di ospiti illustri, tra i quali Marcin Oz (bassista della band di uno dei cofondatori dei Kings Of Convenience) e Federica Faranda dei Locomotif. Insomma, non è un problema di contenitore ma di contenuto: nulla in questo album è realmente indimenticabile, mirabile o sopra la media, manca generalmente il guizzo e manca soprattutto la corposità. In “Odio la Melodia” l’autore se la prende (a ragione) con chi punta forte sugli incisi per nascondere la sostanziale vacuità del resto. Eppure, se si ha talento e mestiere nel mettere in successione le note riescono talvolta anche i miracoli, tipo sbancare il festival nazionalpopolare della canzone italiana con un brano di qualità smaccatamente superiore alla media di quel contesto, come accadde agli Avion Travel con la loro “Sentimento” quasi vent’anni or sono. Perché se è pur vero che ‘dopotutto sono solo canzoncine di vita e di amore’ (così si legge nella presentazione), quando riescono bene sanno scalare fino agli apogei