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press-review EUF

 

bandiera_italia  ROCKERILLA

Il nuovo lavoro di questo quitetto milanese (l'acronimo sta per Encore Une Fois) sviluppa una miscela strumentale di post rock, indie rock e noise, distillando un suono aspro eppur decisamente melodico, che si sviluppa in cinque tracce dilatate. Efficaci gli intrecci tra le due chitarre, cosiccome risulta apprezzabile la capacità di songwriting. Da migliorare il lavoro di produzione e da smussare certi angoli. Comunque piacevole.

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bandiera_italia  ROCKIT

Da CVPR (Ci vuole più rumore) a NBPR (Non basta più rumore) il passaggio dei milanesi EUF appare quasi obbligato. Quindici anni di carriera e una passione per le cavalcate strumentali e i chiaroscuri che richiamano in pieno lo stile del post-rock di inizio secolo. L' album è concepito come una narrazione musicale che parte da un'ispirazione istintiva, frutto di sessioni di improvvisazione, per raggiungere via via una forma compiuta. I cinque brani che ne risultano sgorgano così come un flusso costante e continuo per rivelare mood emotivi che si bilanciano tra di loro: dalla malinconia quasi violenta di "I'm Not WW" alla forza genuina e piena di speranza di "I Know You Want This", dalla tensione evocativa di "Burn You! Slow Idiot, Again" alle visioni cinematografiche di "No Escape for Surrenders", fino all'energia liberatoria di "A New Born". Atmosfere da esplorare e da cui farsi accompagnare alla scoperta di sensazioni diverse, il cui limite è probabilmente la ripetitività delle soluzioni sonore e di una formula che ha bisogno di rinnovarsi continuamente per continuare ad essere fino in fondo coinvolgente.

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bandiera_italia    RADIOCOOP

La band milanese dopo tre ep autoprodotti, distribuiti in una quindicina di anni di attività, approda al primo album. Dove si viaggia in lande desolate e cupe, ben descritte da un post rock strumentale in cui penetrano occasionalmente dissertazioni noise, accelerazioni soniche e asperità varie. Per gli appassionati del genere un lavoro di sicuro interesse.

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bandiera_italia  FOTOGRAFIE ROCK

Dopo tre EP autoprodotti, e più di 15 anni di attività alle spalle, il quintetto post-rock milanese EUF ha finalmente pubblicato il suo primo full-length intitolato NBPR (acronimo de Non Basta Più Rumore), edito il 3 maggio 2019 per I Dischi del Minollo. C’è sempre stato un filo conduttore nostalgico e moderno, ancoràto al passato e proiettato nel futuro, tra musica post-rock, letteratura, poesia e arti visuali. NBPR è l’approccio creativo ed eclettico che racchiude in sé questo multiforme binario narrativo, che si ramifica e si espande nei contorni concettuali e sfumati di un viaggio suggestivo, introspettivo, ricco di pathos ed interamente strumentale (eccezion fatta per Escape For Surrenders, con dei dialoghi in sottofondo tratti dal racconto Rashōmon), con richiami a realtà post-rock quali Threestepstotheocean, Northway, Long Faraway Noise, Mogwai e God Is An Astronaut. Quella degli EUF è un’opera ariosa ed energica che dà ampio respiro alle melodie e profuma di struggente solitudine, allentando le maglie del rumore noise dei precedenti episodi discografici per dare spazio ad una sorta di caos calmo frammentato in partiture soniche sognanti, mutevoli e tutt’altro che ridondanti. I cinque brani dell’album disegnano una imprevedibile parabola onirica e sperimentale che scava tra le rughe e i solchi malinconici del sottobosco post-rock, lasciandosi contaminare dalle atmosfere epiche e futuristiche dei suoni sintetici, libere di muoversi a tutto campo, al di là dei propri confini strutturali. Il collettivo meneghino traccia, così, un percorso caleidoscopico, incantato, antivirale ed immaginifico fatto di landscapes reali ed utopistici e di orizzonti che sembrano infiniti, che si muove tra lunghe note elettroacustiche psichedeliche e ruvide distorsioni poggiate su tappeti vellutati di drum machine. Gli EUF, alla luce di una scrittura arricchita da una percezione più contemplativa, resettano gli equilibri spezzati dello scenario odierno attraverso una rinnovata ed intensa carica emotiva, tra frenesia e intimismo, ed una forma espressiva che si riflette in bagliori elettrici, riff laceranti, riverberi quasi orientaleggianti ed evoluzioni ritmiche lente, travagliate, dilatate ed impetuose. Non c’è alcuna via di fuga per chi si arrende, nessuna rinascita, come lasciano intendere le ultime due canzoni del disco. E non basta più il solo rumore indistinto ed ingombrante dei nostri tempi per dare conforto alla solitudine, per cancellare i suoni meccanici della provincia e per sentirsi al sicuro.

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bandiera_italia    VER SACRUM

Cinque brani dilatati costituiscono l’ossatura di NBPR, disco che fa seguito a tre EP pubblicati dal 2005 al 2014, l’ultimo dal titolo “Ci vuole più rumore” stabilisce un ovvio il rimando al successore; è il coronamento di quindici anni di attività degli EUF (Encore Une Fois), presenti ora in formazione a cinque. L’aggiunta di una seconda chitarra amplia il bagaglio a disposizione del complesso milanese, rendendo quest’opera un cangiante susseguirsi di emozioni. L’omogeneità della proposta degli EUF è solo apparente, NBPR riserva più d’una sorpresa, come in “No escape for surrenders” dalla forte impronta descrittiva. Una proposta chiaramente rivolta ad un pubblico pronto a recepirne la portata, ma la finale “A new born” apre a possibili future ed inedite soluzioni.

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bandiera_italia   INTERSTELLA

Il supergruppo Euf da Milano torna sulle scene con questo nuovo grande lavoro dal titolo “NBPR” per l’etichetta i “Dischi Del Minollo” e distribuito da “Audioglobe ”. Dopo il grande successo del precedente “CVPR” ormai abbastanza datato, la band dopo svariati tour d’impatto, dove ha calcato palchi importanti soprattutto in grandi festival, si presenta con questa nuova chicca dai suoni caldi e dai ritmi serrati, che portano l’ascoltatore in una nuova era alla scoperta di paesaggi mistici e atmosfere uniche. Il disco si apre con “I’m Not WW”: sonorità martellanti racchiuse in un contorno geniale e un’esplosione finale che fa fare un balzo in aria. La seguente “I Know You Want This” è una fiaba molto dolce, in cui si sente un loop di sottofondo che distorce la realtà e le due chitarre si incastrano alla perfezione, scambiando i ruoli nei vari arpeggi. Nel finale un cambio fuori dal normale che taglia in due la struttura del brano, una bomba. Andiamo avanti con due tracce speciali: iniziamo da “Burn You! Slow Idiot,Again”, titolo grottesco, il sound ci porta ai primi Explosion in the Sky, il timbro del brano è prettamente post rock/sperimentale, con un’intro che fa viaggiare con la mente e il progetto va totalmente in sintonia nei vari cambi che si susseguono all’interno del contesto. Poi troviamo il singolo “No Escape for Surrenders” con un omaggio al grande regista e sceneggiatore Akira Kurosawa, nel mezzo c’è un bridge bellissimo da non perdere. Il videoclip diretto da Francesca Bonci rende tutto più speciale. Chiudiamo questa perla con “A New Born” dalla durata notevole ma dal forte impatto emotivo, all’inizio ascoltiamo una voce registrata, che va a tempo con una batteria quasi math-rock e un arpeggio malinconico, il tutto per chiudere un cerchio fatto di colori e suoni ricercati. La band nell’arco di questi anni è cresciuta di livello e questo nuovo lavoro ne è la giusta dimostrazione. Un grande viaggio da fare ad occhi chiusi, che merita davvero tanto. Credo che sia una grandissima emozione poter vedere anche la loro veste live, sicuramente da rimanere a bocca aperta. Adatto per un alba.

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bandiera_italia   VUOTO

Passare dal “CVPR” (“Ci Vuole Più Rumore”, precedente album della band, datato 2014) al “NBPR” (“Non Basta Più Rumore”) significa andare oltre, spingere di più quello che la band aveva fatto in passato, in una continua evoluzione, del sound, ma anche del proprio essere. Il quarto lavoro della band milanese, uscito a Maggio 2019 per I Dischi del Minollo, si distacca nettamente dalle improvvisazioni noise dei primi lavori, e in un certo senso amplia il discorso iniziato dal precedente album, sfuggendo in varie direzioni. Già dalla iniziale I’m Not WW ci si presentano movimenti post-rock, con batterie martellanti, decorati da synth che stravolgono un po’ le strutture tipiche del genere.
Ed è compito di questo particolare genere (l’ho già detto parlando degli Augure, per esempio) portare agli occhi di chi ascolta delle immagini, più che delle semplici strutture musicali. Sarà per questo che la traccia d’apertura, nei primi minuti, sembra un treno che lentamente prende velocità su vecchi binari arrugginiti. Un’accelerata ferrosa, rumoreggiando sulle rotaie, che quando sale d’intensità sbuffa nuvole di distorsioni su distorsioni, fin quando non si ritrova a distorcersi a tutta velocità. Se chiudete gli occhi, continuando ad ascoltare, vi ritroverete proprio lì, di fianco al finestrino, con il paesaggio che – fuori – scorre velocissimo. In I Know You Want This, ascoltando con attenzione si sentono echi dei (compagni d’etichetta) Penelope Sulla Luna: come una band post-rock che si rilassa, suonando i propri pezzi, al centro di un parco giochi colmo di bambini urlanti, senza nemmeno disprezzare un raid distorto al limite dell’iperattività infantile. Rispetto al pezzo precedente, qui ci sono sviluppi più incisivi e che lasciano il segno. Ed è un bene: perché facendo questo gli EUF, senza parlare né cantare, dicono più di mille band non-strumentali. Il lavoro del gruppo milanese può sembrare ripetitivo, e senza dubbio lo è in alcuni tratti, ma fa del post-rock (a volte anche con lati nascosti un po’ emo, come in Burn You! Slow Idiot, again) la sua vera ragione stilistica, rende questo genere la voce con cui urlare le proprie convinzioni, imparando benissimo la lezione impartita da chi ha contribuito a rendere questo genere uno dei più amati e seguiti. Non a caso il titolo di questa terza traccia ricorda proprio uno dei gruppi fondamentali parlando di queste sonorità (ok, lo dico: i Godspeed You! Black Emperor).
Altro elemento d’uso molto frequente nel genere proposto dal gruppo, sono i campionamenti: è un attimo che – chiudendo gli occhi – si passa dalla musica al cinema, o alla letteratura. Il citazionismo è – se non un obbligo – un’abitudine frequente: No Escape For Surrenders omaggia Akira Kurosawa, mentre lo strumentale fa un lavoro che definire “ottimo” potrebbe addirittura risultare riduttivo. Di sicuro uno dei momenti migliori dell’album, in cui non si sentirà affatto il peso di un brano lungo quasi otto minuti. E se i campionamenti di questa quarta traccia sembreranno un po’ scollegati dallo strumentale – anche se questa sensazione si avverte in pochissimi punti -, nella successiva e finale A New Born questa indecisione non si avvertirà affatto. Tutto l’album è una sorta di viaggio su di un unico filo conduttore: e qui dal primo all’ultimo secondo si riconosceranno elementi comuni, ci si sentirà a casa – in un certo senso, ed è questa la cosa migliore di questo lavoro consigliato agli amanti del genere.

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bandiera_italia   MUSIC ON TNT

A ben osservare, il disco degli EUF rappresenta esattamente ciò che solitamente ricerco in un disco: formato digipack, buona opera di work art, sound avvolgente ed emozionale. Così è per questo ottimo disco licenziato da Dischi del Minollo, abile nel dare spazio alla talentuosa band milanese dedita al più classico post rock. L’ensemble, arrivato finalmente ad un debut atteso, definisce sin dalle prime note il proprio stile e vi basterà osservare l’intrigante titolazione NBPR (acronimo de Non Basta Più Rumore) per comprendere la dichiarazione d’intenti ben definita da un post rock composto ad arte, in cui lievi e marginali movimenti noise fungono da pattern per un overlay avvolgente e onirico, proprio come accade in una tra le tracce più interessanti del disco: I Know you want this. La composizione, per certi versi originale, appare in grado di raccontare con chiarezza lo stile e gli obiettivi del talentuoso quintetto, mosso da ritorni Explosion in the sky e Giardini di mirò. L’alchimia sonora appare sin dal primo ascolto come bilanciata tra rimandi mediterranei (Burn you! Show idiot,Again) ed esternazioni mogwaiane, proprio come accade tra le note di No escape for surrenders, in cui la voce narrante si palesa più una strumentazione aggiunta che non come mezzo narrativo.  Attraverso similitudini GBYSBE si arriva poi al sampler di Rashomon prima e alla naturale conclusione di un disco a mio avviso (quasi) impeccabile, rafforzato dai movimenti conclusivi di New born, costruita attorno a Cristian Sagliacco, buon maestro di cerimonia, pronto ad evolvere e direzionare le sonorità con le proprie bacchette immerse in un ipnotico finale, degno passaggio al servizio di un disco da ascoltare con attenzione e non certo con una distratta superficialità.

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bandiera_italia    THE FRONT ROW

NBPR, ossia Non Basta Più Rumore, un acronimo che lascia intendere la necessità della composizione oltre i decibel, la bellezza di un accordo e la sincerità di una musica strumentale. Dopo tre EP autoprodotti e quindici anni di più che onesta attività, la band milanese di post-rock strumentale EUF costruisce il primo full length, NBPR per I Dischi del Minollo. Cinque tracce in un viaggio, tra paesaggi post-rock e temperature nordiche, per farsi apprezzare come fanno le band di sano gusto e capacità, in un crescendo che evidenzia le alchimie e la bravura di chi sa suonare e lo fa per sé stesso e oltre. Accenni di chiara vicinanza con i maestri Explosion In The Sky, amore per le lunghe passeggiate dei Mogwai e la solida scena italiana di post-rock (Riah e Irina Nestor su tutti). Un colpo di lucidità rumorosa, questo NBPR, che costruisce accordi con suoni di sottofondo e cambi di ritmo tipici del genere, tra esplosioni e dormiveglia, tra stupore e perdita di lucidità voluta. Bello, su tutto il lavoro, lo spoken world cinematografico in No esscape for surrenders, titolo che già da solo mette i brividi e che tratta di ossessioni e ladri, debolezze e sussulti sempre in longevità da post-rockers. Quando il rumore non basta più, allora meglio concentrarsi e partire con loro, in cinque tracce figlie dello studio e della costanza, tra le pedaliere che si incendiano e le keybords tirate a lucido da questo quintetto di amanti del suono, quello vero

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bandiera_italia   MUSIC.IT

Dopo i primi tre EP la band milanese post-rock degli EUF da’ alla luce il primo full length dal titolo “NBPR – Non Basta Più Rumore”. Sotto etichetta I Dischi Del Minollo, e distribuito dalla Audioglobe, l’album presenta cinque tracce tutte da scoprire, per un debutto strumentale di buon livello compositivo. Un rumore che lascia spazio all'immaginazione, un sound deciso e possente, a volte lineare e a volte piacevolmente distorto, ad accompagnare oltre mezz'ora di musica. Ogni brano è un viaggio verso orizzonti lontani, con le note a spingerci in alto come folate di vento, mantenendoci in aria, leggeri e rapiti. EUF è un progetto nato nel 2004 come duo di chitarre, poi arricchitosi, nel tempo, di altri tre fondamentali componenti per basso, tastiera e batteria. Non è mai semplice recensire un disco strumentale, perché ci vengono a mancare le liriche, che renderebbero la lettura dei brani un po’ più semplice. Quando, però, gli EUF ci presentano un lavoro come “NBPR – Non Basta Più Rumore” vale la pena tentare di buttar giù qualche riga per scoprirlo. La traccia che apre il disco è “I’M Not WW”, in cui troviamo una forte predominante di batteria, incessante, fusa a ruvidi riff di chitarre. “I Know You Want This” ci accoglie con striduli suoni distorti, con un tappeto di tastiere delicatamente incisivo, fino ad esplodere in chitarre e batteria. Stesso discorso possiamo farlo per la terza traccia, “Burn You! Slow Idiot, Again”, che seduce man mano che passano i minuti, prima dolce poi passionale. Il brano più potente e più ruvido è “No Escape For Surrenders”, con dei dialoghi tratti dal racconto “Rashōmon”, ad impreziosire un brano molto intenso. “A New Born” chiude l’album, come ad assicurare un passaggio, da neonato progetto musicale a splendida realtà, con la forza delle note e delle idee.

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bandiera_italia   RADIO AKTIV 

Dopo tre Ep autoprodotti e quindici anni di attività fra palchi, Salvatore Agostino Giammillari, Angelo e Cristian Sagliocco, Corrado Casoli e Federico Papagnigli, ossia gli EUF rompono il silenzio con il loro primo full length, “NBPR – Non Basta Più Rumore”, uscito il 3 maggio per I Dischi del Minollo  e distribuito da Audioglobe.  La band milanese ha carattere ed esperienza, le cinque strumentali ne sono la prova. Un suono crudo ed energico con un pizzico di noise per la  traccia di apertura, “I’m not WW”, dalla sezione ritmica granitica. *Russian Circles* e *Caspian* sembrano essere le influenze della prima traccia tra rumore e paesaggi post-rock incontaminati. Più dolce e delicata “I kwon you want this” che ci trascina nei territori di Mogwai ed Explosions in the Sky. Mentre si esplorano tenui territori i cinque milanesi cambiano marcia, mettono il piede sull’acceleratore e cambiano dinamiche per una suite tutta in salita.  Linee morbide di chitarra s’intrecciano con una solida parte ritmica per “Burn you! Solw idiot, again”. La terza traccia tira fuori tutto il lato chitarristico della band che lavora su più linee di chitarra sovrapposte per ottenere un suono compatto. “No escape for surrenders” ha un taglio cinematografico dato dal campione vocale, una traccia dall’ampio respiro internazionale e dalle raffinate sonorità, volendoli paragonare a band internazionali potremmo scomodare ancora i Mogwai, o in Italia i Giardini di Mirò.  Si ha difficoltà a trovare in “NBPR” una strumentale che si discosti da una media matematica che sfiori il voto 7, tutte le tracce convincono pienamente. Gli EUF sono una formazione interessante perché con “Non Basta Più Rumore” esplorano in lungo e in largo il post-rock in ogni sua forma, ma soprattutto lo fa in maniera personale senza scimmiottare nessuno.

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 bandiera_italia   GRIND ON THE ROAD

E’ uscito il mese scorso, per I Dischi del Minollo (Maledetta Dopamina, John Malkovitch, San Leo, Demikhov) NBPR – acronimo che sta per “non basta più rumore” – il nuovo lavoro e primo full, dopo tre EP autoprodotti, dei post-rocker milanesi EUF. NBPR si muove placido e piano nell cinque tracce che lo compongono. Entra in punta di piedi, fluttua gonfiandosi, i ricami pervicaci e testardi rendono paesaggi bucolici, con ombre di bambini che svaniscono rincorrendosi, le pennellate efficaci e fluide. La lezione del post-rock gli EUF la conoscono, non c’è dubbio, e si impegnano a fondo nelle articolazioni melodiche e nel bilanciare le dinamiche di pieni e vuoti, però è come se a volte il manierismo prendesse il posto dell’ispirazione e in quei casi gli EUF non sempre riescono a toccare come vorrebbero le corde dell’ascoltatore. Nella seconda parte dell’album però fugano ogni dubbio e convincono di più. Gli ultimi due brani (“No Escape for Surrenders” e “A New Born”), infatti, si avvantaggiano dell’uso di sample vocali, una soluzione semplice ma che funziona tantissimo e permette alla band di raggiungere quel pathos che rincorreva, a volte vanamente, sin dall’inizio. NBPR è un album che soddisferà tutti quei post-rocker che amano conoscere quanto di buono esce fuori dal nostro paese, gli EUF sono sulla strada giusta ma serve uno step ancora, un quid che li stacchi ad un ulteriore livello.

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 bandiera_italia   RELICS CONTROSUONI

Gli EUFsono un gruppo proveniente da Milano. Nati nel 2004 inizialmente come un progetto noise rock, si sono via via evoluti virando su un post-rock strumentale. Attivi da circa una quindicina d’anni, giungono finalmente alla pubblicazione del loro primo disco. NBPR – Non Basta Più Rumore è la risposta spirituale di CVPR – Ci Vuole Più Rumore, EP che pubblicarono nel 2014. I cinque pezzi che compongono il disco seguono fedelmente gli stilemi del post-rock classico, con movimenti lenti alternati a violente esplosioni sonore. La band vi mette il proprio tocco grezzo, proveniente dal loro passato di navigatori noise. Tra spoken word, una batteria granitica e un persistente sottofondo elettronico, il disco si sussegue dignitosamente, senza però avere dei veri e propri picchi emotivi. Il limite di questo debutto è il carisma che gli permetta di emergere nettamente tra le altre uscite del genere. Nonostante tutto però, i post-rockers lo troveranno di loro gusto.

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bandiera_italia   TUTTO ROCK

“I’m Not WW”, “I Know You Want This”, “Burn You! Slow Idiot, Again”, “No Escape for Surrenders”, “A New Born”, cinque brani strumentali (la voce nell’album viene utilizzata molto poco e come se fosse uno strumento qualunque) che sommano poco meno di quaranta minuti di ascolto musicale, sono il contenuto dell’album di esordio degli EUF, gruppo meneghino cui partecipano Salvatore Agostino Giammillari (chitarra), Angelo Sagliocco (basso), Cristian Sagliocco (batteria), Corrado Casoli (tastiere) e Federico Papagni (chitarra). Il nucleo iniziale e le prime determinazioni artistiche degli EUF risalgono al 2004, ma solo oggi la band, dopo aver prodotto da se tre EP, esce con il suo primo album di lunga durata. “Non basta più rumore”, questo il titolo del CD (out per “I dischi del Minollo” nei primi giorni del mese di Maggio u.s.), è un album essenzialmente chitarristico, energico, immaginifico per certi versi e a tratti brutalmente rock. La stessa band definisce la propria musica post rock strumentale, ma non mancano, tra i solchi, influenze “noise” e una dose misurata di elettronica. Quello che invece manca, in “Non basta più rumore”, sono le parole ma non solo. Non che il CD sia carente di suggestioni, questo no, ma personalmente sono tra quelli che delle canzoni apprezzano l’apporto dato dai testi, il valore aggiunto, per cosi dire, delle storie raccontate da una voce (elemento determinante in grado addirittura di determinare la cifra artistica di un progetto musicale) e della poesia delle parole. Nel Cd degli EUF, per altri versi, sembra essere assente il brano o i brani trainanti in assenza del quale o dei quali tutto il materiale di cui si compone un disco sembra appiattirsi verso il basso quanto a capacità di coinvolgimento dell’ascoltatore (ciò accade soprattutto quando – e sembra essere proprio questo il nostro caso – l’album che si sta ascoltando non brilla per originalità). Un disco senza infamia e senza lode, questo primo degli EUF. Aspettiamo di ascoltare le ulteriori prove del quintetto lombardo.