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press-review DRONING MAUD

 

bandiera_italia  ROCKIT

Le aperture dilatate e leggere dei Droning Maud tratteggiano panorami musicali che sembrano sospesi nell’aria, tra un alt-folk dal sapore di mari del nord e divagazioni post-rock che non perdono mai il loro mood etereo e sognante. “Beautiful Mistakes” possiede la precipua caratteristica di volare alto sopra le strutture sonore, con la levità di un pensiero, una nuvola, e dà l’idea di galleggiare in uno stato di malinconia profonda ed evocativa, in quello spazio che sta tra il puro ricordo e la nostalgia. La voce pulita di Maurizio Tavani segna la strada agli strumenti, guida sicura che infonde la calma necessaria anche quando le suggestioni si fanno emotivamente più taglienti, e l’album si muove tra ballad distese tra i ghiacci (“Miscommunications”), il pianoforte che insegue ritmiche sfuggenti (“Lazy Sun”) e un che di cantautorale che viene fuori nella presa confidenziale di certi brani (vedi “Storyteller”, o ancor più l’onirica chiusura di “Dust”). A quattro anni dall’ultimo “Our Secret Code”, i Droning Maud segnano un passo in avanti verso una maturità stilistica che li rende più asciutti ed efficaci, decisamente più vicini all’obiettivo, con un lavoro che si lascia davvero ascoltare con piacere.

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bandiera_italia   VINILE

Nati all'inizio del 2006, i Droning Maud ritornano con un nuovo album ed è evidente la maturazione. "Beautiful Mistakes" è omogeneo e coerente. "Otto tracce dalle atmosfere ora intime, ora corali, sospese ma complete, minimali, vulnerabili, aperte al cambiamento". Così Serena Pastorelli su "Culturamente" ha definito il contenuto dell'album. Sinceramente, non ho trovato nulla di più preciso ed aderente per descrivere la musica dei Droning Maud che mi arrivava al cuore attraverso la cuffia. 

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bandiera_italia   ONDA ROCK

“Beautiful Mistakes”, secondo album in dieci anni di esistenza, trova i Droning Maud al top della forma. Come e meglio di “Our Secret Code” (2013), è un’altra prova di classe e rigore per i laziali. Le loro ballate metafisiche fanno ancor più pulizia nel sound mentre scavano nella psiche. Arrendevoli e catalettiche, “Some Call Love” e “On The Corner” sono basate su uno strimpellio praticamente invariato. “Miscommunications” ricalca i toni pensosi e gli avvicendamenti sottili della “Nightwatchman” degli American Music Club, e il ritornello drammatico e una piccola jam finale, in “Lazy Sun”, ne placano i Radiohead-ismi impliciti. “Dust”, quasi non cantata, opalina ma con strappi di rabbia, è l’ultimo ritrovato in fatto d’imitazione dei Bark Psychosis.  Al di fuori delle ispirazioni, pur rielaborate potentemente, stanno peraltro i momenti più epici, gli ampi, lirici voli soul di “Storyteller”, avvolta di cori angelici elettronici, e il lattice psichedelico che apre “Simple Things”, forse la visione più acuta di tutto l’album. Con qualche miglioria tecnica, un canto maturato in alte espansioni verso l’iperuranio (Maurizio Tavani, sempre più autore e leader), e delle tastiere sottili ma ficcanti (Silvio Scarapazzi), fa sentire per bene la sua drammatica spontaneità in quasi tutti i pezzi. Tranne proprio dove dovrebbe mostrarsi di più, cioè nel singolo di lancio (“References”, quasi solo electro), ed è uno dei punti deboli. L’altro inficia l’ascolto ma si fa perdonare: mancando Messere, deus ex machina del predecessore, la produzione lascia di quel tanto a desiderare. Ma per il resto, è un disco intonato, il loro apice.

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bandiera_italia   DISTORSIONI

E' veramente plausibile che da uno sbaglio compiuto possa prendere forma una imprevista opportunità? E' questo ambiguo e suggestivo leit motiv ad animare la terza prova discografica del quintetto reatino Droning Maud intitolata, per l'appunto, “Beautiful Mistakes” e prodotta dalla label I Dischi del Minollo. Formatasi nel 2006, con un moniker che omaggia Pratt ed il suo Corto Maltese, la band originaria della Valle del Salto giunge al rilascio di questo atto inedito esattamente a quattro anni di distanza dal precedente “Our secret code”, interessante album di matrice elettro-indie e lo fa con una line-up composta da Maurizio Tavani (voce, chitarre e laptop), Andrea Tempesta (chitarra ed effetti), Marco Di Ianni (basso), Silvio Scarapazzi (piano e synth) e Vincenzino Tavani(percussioni). Sono otto i brani che tracciano il fil rouge di questo interessante viaggio sonoro che, già da un primo impatto, rivela il sostanziale passo in avanti compiuto dalla formazione laziale in termini di maturità ed esperienza artistica. E' una tessitura dal richiamo folk - cantautorale a farsi strada tra gli asciutti e minimali arrangiamenti, un ordito che spesso e volentieri consegna il centro del proscenio alle convincenti evoluzioni vocali di Tavani. Un incedere quindi elegantemente misurato e dilatato che ha in Simple things e Lazy Sun gli episodi più accattivanti e che si accende solamente in occasione delle pulsazioni sintetiche del singolo apri-pista References per poi sfumare definitivamente nei melodiosi riverberi di Dust.  Crediamo di non incorrere in 'piacevoli errori' nel sostenere che l'attuale alchimia creativa Droning Maud rappresenti la fase più ambiziosa e persuasiva della oramai decennale evoluzione artistica del gruppo laziale. Registrato allo Slam Studio da Andrea MaceroniBeautiful Mistakes è un album dall'impatto essenziale, diretto, che evita confusi preamboli e punta dritto all'essenza della propria espressività. Riuscendovi.

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bandiera_italia  ROCKAMBULA

Un disco di ottima fattura per la band capitanata da Maurizio Tavani, oscillante tra classico Alternative Rock statunitense, Pop Wave, Slowcore e Dream Pop, con una voce da Songwriter sofferente dalla timbrica forse non troppo pungente ma capace di amalgamarsi ottimamente alle note. Chitarre Post Rock inseguono melodie affascinanti, generando brani a cui manca solo un po’ di potenza ma che hanno tutte le potenzialità per esplodere in chiave live e che rivelano anche una tendenza languida verso una certa psichedelia ed Ethereal Wave.

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bandiera_italia   SYSTEM FAILURE

Il 28 aprile 2017 è uscito Beautiful Mistakes, l’ultimo lavoro in 8 tracce realizzato da Droning Maud. Con distribuzione Audioglobe e prodotto dall’indie label I dischi del Minollo, il terzo lavoro in studio dei Droning Maud sintetizza il percorso artistico partito con The World of Make Believe e consolidato con Our Secret Code. System failure ha ascoltato Beautiful Mistakes e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo. Si parte con Some call love, canzone d’apertura del disco che ci immerge subito nel mondo sonoro alquanto immaginifico e surreale che ci offre Droning Maud. Some call love presentaun misto fra ambient e postrock che risulta magnifico per le nostre orecchie, misto che è peculiarità di questa band. Verso la fine della canzone c’è una sorta di “epilogo sonoro” proprio magnetico. La successiva è Miscommunications, canzone che esprime una certa tensione. Qui il discorso cominciato con Some call love sembra voler mirare ad una sorta di approfondimento e avvertiamo un discreto avvicinamento a sonorità in stile Radiohead o REM(di molti anni fa) per alcuni passaggi. Anche qui verso la fine c’è un epilogo: un muro sonoro che scava come un abisso e la tensione diventa massima. Segue On the corner e anche qui, come altrove, un gusto predominante per l’evocativo è senza dubbio evidente. L’inizio della canzone è proprio poetico. Con un’elettronica ricercata e con un cantato soffice e leggiadro questa canzone punta a conquistare tanti cuori. Anche qui i Radiohead spuntano qua e là. Alla fine di questa canzone si arriva ad un vero e proprio climax che risulta quasi insostenibile per il nostro petto. Lazy sun comincia con un piano malinconico e poi arrivano altre sonorità alla REM rielaborate attraverso il “caleidoscopio” di fattura Droning Maud. C’è tanta malinconia in questo pezzo intimo e profondo. I tappeti sonori fanno tornare nel grembo materno, in quel liquido amniotico che ci proteggeva dalle “brutture dell’esterno”: questo è l’effetto che fa la musica di Droning Maud. Anche in Lazy sun il solito “finale ad effetto” per stupire l’ascoltatore: una sorta di marchio di fabbrica di questa band. Con Simple thing scopriamo ancora tanta elettronica ricercata e un canto davvero leggiadro. Qui la “culla della dolce malinconia” made in Droning Maud rende le nostre giornate meno tediose. La musica di questa band, infatti, è come un “salvagente” al quale aggrapparsi per non affondare nel mare gelido della monotonia quotidiana. Con Droning Maud si sogna, si sogna davvero! Con Storyteller ci avviamo verso la fine del disco. La canzone comincia con un altro abisso sonoro alquanto melanconico. Poi arrivano altre suggestioni sonore tra dreampop e postrock, suggestioni sonore già ascoltate fino ad ora. Verso la fine questa volta troviamo spirali sonore avvolgenti. References comincia con suoni quasi impercettibili. Poi arrivano sonorità che portano alla mente ancora i REM ma anche i Radiohead di Myxomatosis. Questo è il miglior pezzo dell’album a nostro giudizio, quello davvero intrigante. Dust chiude il tutto con il suo ambient/postrock melanconico, catartico e rigenerante che ci scalda l’animo. Il viaggio è finito e la nostra mente e il nostro cuore sono già in assuefazione. Meglio riavviare il disco come spesso succede quando una band ti “prende” in modo strabiliante. Beautiful Mistakes è un disco da 82/100. Droning Maud con questo disco ha “tentato” di produrre un qualcosa di veramente raffinato, prezioso. Il tentativo è andato a buon fine secondo il nostro parere. Una band dall’indiscusso talento Droning Maud, una band che avrà sempre più adepti…

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bandiera_italia   CULTURAMENTE

I Droning Maud nascono nel 2006, anno in cui esce una rilettura cronologica delle avventure di Corto Maltese (ricordate i fumetti di Hugo Pratt?) e che,  se qualcuno conosce, sarà in grado di ricollegare a questo nome… Ma ora concentriamoci su “Beautiful Mistakes”, registrato tutto d’un fiato proprio per conservare l’alchimia espressiva creatasi all’interno della band. Per non lasciarsi sfuggire nulla. Maurizio, Vincenzino, Andrea, Marco e Silvio (loro sono i Droning Maud) fanno scoperte “serendipitarie” durante la creazione di questo disco, che sono talmente significative da dare il titolo all’album. Sono tutta quella serie di cose che capitano per caso e che involontariamente hanno suggerito nuovi modi di suonare e nuovi arrangiamenti, come mi spiega Maurizio. Errori che hanno valenza estetica. Ragione insita di essere capitati. Me ne accorgo quasi subito, prima di questa spiegazione, perché ricorrenti sono i cambiamenti di melodie all’interno di uno stesso brano, quasi da ghost track. E forse non sarebbe stato male se ce ne fosse stata qualcuna… Ma non è mai troppo tardi per lasciarsi trasportare dalla musica, in qualunque modo essa voglia. A patto, però, che la si lasci parlare. Otto tracce dalle atmosfere ora intime ora corali, sospese ma complete, minimali, vulnerabili, aperte al cambiamento. Come anche i testi, che rincorrono e declamano la necessità di qualcosa: di cambiare, di vedere i sogni, di scoprirli, necessità di conoscenza. Il filo conduttore è l’enorme spazio lasciato alla musica: la voce si mette da parte per fare posto alle note. Ed è in questi momenti (tanti) in cui il loro potere è forte, in cui si capisce che non solo le parole cantate sono musica. Non sono le parole a renderla bella, ma è la musica in se ad esserlo.

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bandiera_italia    INDIEPERCUI

E’ la paura che ci assale e ci porta imperiosa a scoprire le parti più nascoste di noi, all’interno di buie caverne dove una dolce melodia culla le anime solitarie in gesti di affetto e senso onirico che avanza. Un disco completo e quasi etereo che abbraccia i suoni siderali del nord Europa incamerando la lezione del rock americano degli anni ’90 con stile e precisione, con passione che si evince e viene ben distribuita in contesti di solitudine che si amplificano e lasciano il posto a sferzate elettriche che non passano di certo in secondo piano, ma piuttosto intensificano le pressioni con l’esterno fino a farti entrare in una nuova dimensione ricca di pathos e atmosfera, una musica che ricerca testualmente gli errori bellissimi della nostra quotidianità, gli errori che ci appartengono e ci rinfrancano per arrangiamenti che valorizzano una voce importante in primo piano a sviscerarci dal di dentro. Le otto tracce che compongono l’album si muovono bene tra i parallelismi inevitabili con la nostra società e lasciano che la mente dell’ascoltatore entri in un incanto/disincanto infinito.

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bandiera_italia  TOM TOM ROCK

I Droning Maud provengono dal Lazio e hanno esordito nel 2009 con The World of “Make Believe”. Seguito nel 2013 da Our Secret Code. I generi di riferimento sono molti: dal folk al post-rock, passando per il dream pop. E va bene così, è segno di una personalità fuori dagli schemi. Beautiful Mistakes si compone di otto tracce, e rispetto al passato mette maggiormente in primo piano la voce. Se si ascolta a confronto con Our Secret Code è la prima cosa che si nota. Lì la voce era nel mix, fra gli strumenti, adesso conduce la canzone. In questo, Beautiful Mistakes ci pare più simile all’esordio. Diciamo che recupera maggiormente la forma-canzone mettendo da parte le tentazioni più sperimentali. E’ una scelta premiata dalla qualità delle canzoni. Lo si percepisce dall’iniziale, evocativa Some Call Love. La successiva Miscommunications è uno dei momenti migliori di Beautiful Mistakes. Le atmosfere sono fra post-punk e indie rock, con una spiccata vena melodica. Belle le chitarre e la voce. References, scelta come singolo, ha qualche tocco di elettronica al servizio di un’altra melodia che lascia il segno. Lazy Sun, al centro di Beautiful Mistakes, mi ha fatto tornare in mente persino i R.E.M. O una certa psichedelia anni ’80 che andava molto anche in Italia (gli ottimi Allison Run…) e che aveva dato, all’epoca, ottimi risultati. Ma non c’è, mi pare, intenzione di emulare il passato. I Droning Maud di Beautiful Mistakes hanno realizzato un bel disco personale, elegante sin dalla copertina. E che piacerà senz’altro a quanti amano o hanno amato la tradizione musicale indie degli ultimi decenni.

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bandiera_italia   THE FRONT ROW

Onora l'errore come un intenzione nascosta, Brian Eno e Peter Schmidt. Ma anche i Droning Maud, band di cinque elementi che si cimenta in "Beautiful Mistakes" per rappresentare la bellezza dell'errore e tramutarlo in alr rock lisergico e velato, con effetti laptop gettati nella mischia. Terzo lavoro in studio e un nuovo obiettivo : comporre solide aspettative e misure musical iniettate da un percorso nuovo e più solido. Tra melodie e inaspettate variazioni, sono alla ricerca dell'essere amati e alla fine dell'esistenza. Un passo obbligato raccontato in otto tracce composte da minimalismo rock e ricerca. "Some call love" lo chiarisce da subito con eleganza e con la composizione studiata dei Droning Maud. Cantato rigorosamente in inglese e qualche linea di amore per frammenti di The National e altri padroni dell'arrangiamento, in "On the Corner" si sente l'elettronica e si mutano espressioni, quasi come in "Popism" degli Earthset, mentre "Lazy Sun" è la poesia che potremmo dedicare al suicida Chris Cornell, scandita da linea di piano iniziale e da una sintesi di esperienze musicali diverse, sempre con in testa il travestimento dell'errore. Gli interrogativi assillano la lenta "Simple Things", viaggio catartico verso l'ignoto e oltre con linee di chitarra ed effetti velati. "References", singolo di esordio, è la vulnerabilità e il preludio ad essa, messo in piedi come in un brano dei Lekka, a colpi di synth decisi e percussioni sotto traccia. Forza espressiva a parte, i Droning Maud lavorano sodo sulle loro intenzioni, sino a "Dust", la polvere finale che tematizza la gigantesca giocoleria della vita. Toni con ritmi basilari e simil post-rock per portarci al di là, sicuri della sterzata che può dare una chitarra elettrica messa alle corde da poche parole e da strumenti che si sostituiscono ad esse.

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bandiera_italia   TRAKS 

Si chiama Beautiful Mistakes, con distribuzione Audioglobe, prodotto dall’indie label I dischi del Minollo, il terzo lavoro in studio dei Droning Maud. Registrato allo Slam Studio, il nuovo album segna il raggiungimento di una maggiore consapevolezza artistica della band. A differenza dei precedenti lavori, Beautiful Mistakes si muove su presupposti precisi; i brani sono autonomi, anche senza arrangiamenti, e la voce diventa la protagonista al centro della composizione. Si parte da Some Call Love, che apre il percorso su atmosfere di un pop raffinato e ben costruito. L’aria è permeata di sensazioni intime, ma il drumming punteggia il pezzo, fino a un’entrata piuttosto scenografica della chitarra elettrica. Miscommunications alza un po’ toni e volumi, ma anche qui la chitarra disegna percorsi aerei. On the corner si basa su un giro di chitarra ripetuto, lasciando molto spazio alla voce e a sensazioni intime, che piano piano di allargano. I ritmi si alzano e l’attitudine diventa più corposa con Lazy Sun, in cui l’atmosfera sembra un po’ meno ovattata. Simple Things disegna traiettorie arcuate in cui voce e chitarra si inseriscono perfettamente. Storyteller parte piano e acquista fiato con il procedere delle battute, proponendo una formula che può far pensare a band internazionali come gli Elbow. References sporca le tracce con un po’ di drumming elettronico, salvo poi costruire piedistalli sui quali la voce si inerpica. Si chiude con una piuttosto evocativa Dust, che miscela in modo giusto sensazioni armoniche e melodiche, fino a qualche tentativo di esplosione elettrica nel corso del brano. I “Beautiful mistakes” dei Droning Maud non sembrano molto sbagliati: anzi il disco è molto vellutato, piacevole al tatto e al gusto, ricco di sensazioni intime ma positive.

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bandiera_italia   DISTOPIC

L’atmosfera generale del disco è carina, però la sensazione è che “Beautiful Mistakes” sia un album fatto con il freno a mano tirato. Diciamo questo perché quasi tutte le linee melodiche faticano a trovare una bella via, un’espressione che dia alle varie canzoni un senso compiuto. Così alla fine l’impressione che resta (all’ascoltatore) è quella di un disco che non riesce a detonare tutta la sua forza. Quello dei Droning Maud è un album di rock-folk cantautorale con delle chitarre veramente belle (sono indiscutibilmente il pezzo forte del compact) – a noi non piacciono granché le code strumentali, però dobbiamo ammettere che pezzi come “On the corner”, “Lazy sun” e “Simple things” godono di un paio di marce in più grazie proprio alla coda finale. Sugli arrangiamenti si è pasticciato un pochino, nel senso che non tutte le scelte della band ci sono sembrate le migliori: ogni brano ha un passaggio che ci esalta e anche un aspetto meno convincente: prendete ad esempio l’ipnotica “References” con l’acidissimo giro di synth ma anche uno sviluppo zoppo nella seconda parte. Insomma, luci e ombre, ma la qualità che c’è non è poca e merita una sufficienza tutt’altro che regalata a buon peso.

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bandiera_italia  SNATURA ROCK

"Beautiful Mistakes" appena uscito per I Dischi del Minollo è il secondo album sulla lunga distanza per i laziali Droning Maud, dopo "Our Secret Code" uscito per Seahorse e l'ep di debutto "The World of Make Believe" uscito per U.D.U. Records. A dieci anni dalla formazione, le loro chitarre ricamano ancora le melodie per raccontare i momenti speciali. Non manca l'elettronica usata come ossessione e presa di spazi e le melodie storte sperimentali che suggestionano alternando i ritmi ora veloci ora lenti

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bandiera_italia   ROCK GARAGE

I Droning Maud arrivano al vero debutto, il primo full-lenght che presenta il loro sound nel complesso, un sound variegato che presenta note positive e note negative. Nel loro approccio dedito ad una sorta di “musica da camera” con ritmi mai troppo spinti e melodie ricercate, il quintetto spazia piazzando alcuni elementi elettrici in Miscommunications e qualche ritmica in Lazy Sun, adottando al contrario un approccio quasi folk pop in On The Corner che scorre innocua e si caratterizza solo per il suo solo/arrangiamento al pezzo (simile discorso per Storyteller) nonché qualche incursione post-rock qua e là. Approccio soffice che fa delle liriche in inglese e delle ambientazioni il grosso del sound della band, senza però mai incidere né restare impresso in maniera consistente. Simple Things ad esempio mostra un desiderio di ricercatezza nella parte iniziale che sembra interessante, per poi cadere nelle tentazioni del pop in quanto a voce e mood nei minuti successivi; Referencesesce fuori genere cadendo nelle braccia dell’elettronica. La musica dei Droning Maud sta nel limbo: sembra orecchiabile e melodica ma poi presenta delle costruzioni non consone alla musica da classifica che per certi versi ingolosiscono l’ascoltatore pur non saziandolo mai veramente all’ascolto dell’album intero. Ci avremo visto molta più intuizione, magari ostentazione, provare qualcosa di nuovo piuttosto che ricalcare suoni già noti, tentare nuove sfumature, lasciarsi coinvolgere da una sezione ritmica più presente e disegnare un cantato molto meno anonimo.

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bandiera_italia   SANDS-ZINE

I Droning Maud toccano quota tre con un disco di pop-folk dai suoni puliti e cristallini che, in più d’un frangente, fa pensare ai REM e a Sting. Purtroppo questi illustri richiami non possono bastare a far sì che, all’interno di una marea infinita di pubblicazioni, un CD si attesti nelle posizioni dei consigliati. Lo ripeto, “Beautiful Mistakes” è un disco veramente ben fatto, ma però difetta di quella personalità e di quell’inventiva necessarie a renderlo appetibile per alcuno dei nostri lettori. A meno che non cerchino un sottofondo piacevole per viaggiare in auto o per fare da colonna sonora a una serata fra amici. Oppure, dal momento che «a caval donato non si guarda in bocca», potete farci un pensiero per regalarlo a qualcuno non particolarmente esigente in fatto di musica. Un po’ poco, ammetterete, e gli stessi minollari ci hanno abituato a uscite di ben altra consistenza (Il Vuoto Elettrico, Maledetta Dopamina …).