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interviste MALEDETTA DOPAMINA

Le tre “L” – Luca Novati (batteria e percussioni), Lorenzo Novati (basso) e Luca Scattaretica (batteria e percussioni) – che compongono questa poderosa band dal nome Maledetta Dopamina rilasceranno a fine mese, il 27 per la precisione, quello che sarà il disco omonimo di debutto composto da otto tracce e rilasciato via Dischi Bervisti/ I Dischi del Minollo/ Moquette Records/ Koe Records.

L’assetto inusuale “batteria-basso-batteria” farà sicuramente tornate alla mente band al momento più note come ZU o Kingfisher (giusto per restare in Italia), tuttavia l’amalgama sonora che fuoriesce dalle casse ci rimanda un gruppo con delle idee proprie ed un suono coeso e possente. Il disco viene descritto così “crea sonorità sempre nervose e violente caratterizzate da melodie che variano con il susseguirsi dei brani, sapendo alternare momenti cupi e tristi a momenti energici e schizofrenici” ed il primo brano “Toro Sedato”, il cui video è in esclusiva per una settimana, può essere sicuramente una prova lampante di quanto appena descritto.

Il clip girato nella sala prove dei Maledetta Dopamina è – dalle stesse parole del trio – “La nostra tana e la nostra musica in queste riprese a metà tra il cinematografico e il quotidiano.” Puoi guardarlo in basso subito dopo l’intervista fatta al trio.

Partiamo dal moniker: : perché maledetta Dopamina?
È una combinazione di parole che ho trovato (Lorenzo) scritta su uno dei miei taccuini, risale a qualche anno fa. La Dopamina è una delle sostanze che utilizza il nostro cervello per ricompensarci quando facciamo qualcosa che ci stimola, oltre che essere coinvolta nella fase dell’innamoramento. È, in un certo senso, il motivo per cui decidiamo di sforzarci per ottenere qualche cosa; “Maledetta” perché è triste e divertente nello stesso momento pensare che le nostre scelte siano completamente in balia di questo stato di eccitazione passeggero che la chimica ci insegna essere riconducibile ad un pugno di molecole. Comunque vogliamo che ognuno si senta libero e giustificato nel dare alla frase il significato che vuole, non vogliamo che abbia un significato univoco imposto dalla nostra visione.

Chi vi ha ispirato a formare una band con due batterie e un basso?
In primis le circostanze; In un momento di crisi particolarmente difficile per tutti era semplicemente un modo per stare tra amici e fare qualcosa di stimolante. Successivamente il fatto che esistessero gruppi come Melvins, Zeus, Zu, che già stimavamo, ci ha fatto pensare che non sarebbe stato impossibile o azzardato proporre quello che stava uscendo dalle prove anche live.

Descrivete ogni pezzo del disco con un tweet.
Brotos: Un genuino impeto di rabbia.
Toro Sedato:  Il continuo oscillare dell’esperienza sensibile.
Messa a Terra: Una slackline tra due montagne e tu che ci corri sopra all’impazzata
Preludio: Irregolarità ritmiche e suspance.
Fuga: Non sai cosa ti sta inseguendo ma ti è alle costole, meglio darsela a gambe. 
Putamen: Un balletto da giullare con indosso una camicia di forza.
Acta Est Fabula: Il capolinea, la morte del desiderio, essere fuori dai giochi.
Titoli Di Coda: Il fiume che scorre ed una foce ad estuario.

Abbiamo in anteprima Toro Sedato, com’è nato il pezzo e la vostra collaborazione con Nicola Manzan?
“Toro Sedato” è uno dei primi brani nati in sala prove, in modo del tutto spontaneo. Una sera, sopra ad una registrazione amatoriale del pezzo, buttiamo giù un’ idea molto convincente di  arrangiamento , utilizzando uno scadente plug-in digitale con un suono vagamente simile ad un violino. L’idea ci piace assai e così, cogliendo l’occasione di un palco condiviso con Bologna Violenta, abbiamo chiesto a Nicola se fosse stato disposto a sviluppare la nostra idea e a registrarla con i suoi archi. Lui si è dimostrato super disponibile già la sera stessa, e così abbiamo portato avanti la collaborazione a distanza. Nel giro di qualche giorno Nicola ha riarrangiato la nostra idea con linee aggiuntive di viola e violino e registrato il tutto!

Come mai nel video portate delle parrucche settecentesche?
Le parrucche settecentesche, che molte volte indossiamo anche live, sono un modo ironico per manifestare la stima che nutriamo per diversi compositori classici e per il loro approccio alla musica, caratterizzato da una totale dedizione. Ci piace molto il contrasto che si crea accostando  questo tipo di immaginario alla musica che facciamo.

Per la nostra rubrica 5Songs 4… vogliamo sapere quali sono i cinque brani che vi hanno cambiato la vita e perché? (Nel secondo player in basso puoi ascoltare i pezzi scelti, nda)
Le prime tre canzoni che citiamo riguardano il nostro avvicinamento allo strumento.
Glenn Miller -In The Mood: Lorenzo era piccolo quando sentì questa canzone e per la prima volta gli passò per la testa l’idea di imparare a suonare uno strumento, così decise di imbracciare il saxofono.
Il Teatro Degli Orrori – Vita Mia: Questa è particolarmente mia (Luca N.),  era il 2008 quando li vidi per la prima volta dal vivo e avevo 13 anni, in seguito, ascoltando il disco, decisi di prendere delle lezioni di batteria.
Queens Of The Stone Age – Hangin’ Tree: Di Songs For The Deaf abbiamo scelto questa canzone ma potevamo sceglierne un’altra. Quest’ album, un classico, ha avvicinato allo strumento Luca S. ed ha insegnato tanto a tutti e tre.
The White Stripes – Slicker Drips: Canzone che ci è arrivata grazie alla sua spontaneità e sincerità disarmante, caratteristica fondamentale del gruppo in questione.
Vinicio Capossela – Signora Luna: Una delle nostre ultime passioni, Vinicio ci ha segnato con il suo modo di accostare le parole ed i suoi finissimi arrangiamenti.

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