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interviste NoN

Con un disco forte e compatto come Sancta Sanctorum, i NoN, musicisti d’esperienza qui all’esordio su distanza lunga come band si confermano tra le realtà più interessanti, soprattutto tra quelle influenzate dalla new wave italiana. Li abbiamo intervistati.

In occasione di un’intervista seguente a “Sacra Massa”, avevate pronosticato circa un anno prima dell’album, ma alla fine ne sono serviti due. Incidenti di percorso oppure normale gestazione?

Il materiale del nuovo album era già pronto nel 2015, si è trattato prima di organizzare le registrazioni, poi di mettersi d’accordo con le etichette per la pubblicazione. Tutto questo ha preso un bel po’ di tempo, a ogni modo tra l’uscita di Sacra Massa e quella di Sancta Sanctorum sono passati meno di due anni, credo che sia comunque un intervallo più che accettabile considerando che la nostra attività non si è mai interrotta.

Rispetto a “Sacra Massa”, che per vostra stessa ammissione era più un lp corto che un ep, mi sembra che in questo caso abbiate seguito percorsi tutto sommato più lineari e diretti nelle canzoni. Si tratta di una scelta progettuale o di un’emersione spontanea?

Si è trattato semplicemente di avere a che fare con una mole di materiale maggiore, di conseguenza questo ha permesso di avere una maggiore possibilità di dinamiche da utilizzare e alla fine credo che il percorso attraverso le canzoni di Sancta Sanctorum sia meno lineare rispetto all’album precedente.

Perché avete scelto di fare una rilettura di “Come l’ombra?

Ci siamo imbattuti in questo brano del Trio Lescano, che risale al 1942, per caso. L’ho ascoltato durante la visione di “Il conformista” un film di Bernardo Bertolucci, ambientato proprio durante il ventennio fascista, e mi ha subito colpito. E’ una canzone molto particolare, che sembra discostarsi un po’ rispetto all’idea che abbiamo delle canzoni di quel periodo in Italia. In realtà è stato come scoperchiare il vaso di Pandora e scoprire che esiste un mondo di canzoni, e non solo, che riusciva a esprimere comunque un malcontento e anche una qualche forma di resistenza in maniera magari non diretta, ma con metafore, relative a quello che succedeva nel paese in quel periodo. Stiamo parlando degli anni appena precedenti l’entrata in guerra dell’Italia, verso la fine del ventennio fascista. Non mancavano certo sentimenti di disagio o di rabbia da esprimere. Abbiamo colto molte affinità tra le nostre esperienze e quello che esprime la canzone, non è stato troppo difficile farla nostra.

Come nasce “Sostanza”, in collaborazione con Luca Barachetti?

Nasce dal rapporto di amicizia, e prima di stima, che abbiamo instaurato con Luca. Ci sono sempre piaciute le sue cose, prima con i Bancale poi con Barachetti/Ruggeri, ha sempre avuto la capacità di esprimersi in maniera forte e penetrante con le parole. Gli abbiamo fatto ascoltare una base sulla quale stavamo lavorando e lui ha scritto questo testo, secondo noi bellissimo, da cui poi è scaturita la canzone che è un po’ l’apice di tutto il disco. Ha anche prestato la sua voce nella seconda parte del brano. Siamo molto contenti del risultato finale.

Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?

In realtà il suono di base del disco è sempre chitarra, basso e batteria. Abbiamo aggiunto qualche synth e organo per arricchire alcuni arrangiamenti. Compare il piano, che sono tornato a suonare in un paio di pezzi. Alvaro poi ha fatto un lavoro di sovraincisione sulle ritmiche aggiungendo timpani e percussioni varie, anche non ortodosse come per esempio scatole di chiodi e attrezzi vari, ma sempre con l’intento di arricchire o rifinire un arrangiamento. La cosa più rilevante credo sia comunque il violoncello di Alice Chiari che è elemento portante in almeno tre brani.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?

Ce ne sono tanti. Tra i più affermati direi sicuramente i Bachi da Pietra, per la loro bravura e per i dischi che hanno fatto, anche se non impazzisco per gli ultimi, dire che hanno una qualità di scrittura veramente notevole è dir poco. Tra i più oscuri in questo momento mi vengono in mente i Vanessa Van Basten, anche se purtroppo non esistono più, restano i loro dischi. Loro hanno fatto davvero un percorso unico in Italia.

Potete indicare tre brani, italiani o stranieri, che vi hanno influenzato particolarmente?

“Melody” Serge Gainsbourg. “Die Interimsliebenden” Einsturzende Neubauten. “Black Soul Choir” Sixteen Horsepower

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Bukowski, figura spesso abusata in questi anni con le sue citazioni: cosa vi ha spinto a scrivere un brano ispirandovi a lui?

In realtà non abbiamo scritto un brano ispirandoci a lui.
Abbiamo usato, parola per parola, la parte finale di un suo racconto intitolato “Ho ucciso un uomo a Reno” tratto da “Storie di ordinaria follia”.
In questo finale di racconto la prosa di Bukowski diventa poesia, e questa poesia, che è un’invettiva contro la stupidità, il potere, l’arroganza e l’ignoranza degli uomini e quindi, in definitiva, un pianto di rabbia per la crudeltà dello stare al mondo, è diventata il punto di partenza per tutto il discorso di “Sancta Sanctorum”.
Non a caso apre il disco.

C’è ancora posto per la dark wave, in questi anni Dieci soffocati dal pop?

Onestamente non so se ci sia posto per la dark wave e mi interessa anche poco.
Non riesco a ragionare per generi e non ritengo i NoN una band prettamente dark, anche se mi rendo conto che l’immaginario che usiamo e a cui attingiamo possa indurre a pensarlo, io credo che i NoN siano semplicemente tre persone che hanno intrapreso un viaggio, e che, se anche spesso si ritrovano a muoversi nel buio siano comunque alla ricerca di luce, qualunque significato tu voglia attribuire a questa luce.
Ma la parte interessante della domanda riguarda gli anni Dieci soffocati dal pop, se non ho frainteso quello che vuoi dire, posso risponderti che un certo pop ha sempre avuto tendenze “soffocanti”.
Il punto, secondo me, è che non siamo più in grado di prenderci il tempo di respirare.
Personalmente negli anni Dieci ho trovato ed ascoltato realtà musicali interessantissime in Italia e fuori, ci son nuove band e gruppi anche di venti o più anni fa che hanno fatto dischi bellissimi in questi anni.
Certo può sembrare più difficile e faticoso seguire le cose belle, ma ce ne sono.
Magari non sono i nomi più gettonati dai media, magari non finiscono nei grossi festival/eventi (parola spaventosa) ma sta a noi tutti non rimanere sulla superficie delle cose e trovare il tempo necessario per godere della bellezza che ancora oggi la musica può regalarci.

Il brano più interessante del disco: qual è a vostro avviso? Ce ne parlate?

Il brano più interessante credo possa essere ‘Sostanza‘.
Lo è senza dubbio per l’impatto che ha sul disco, dura quasi dieci minuti.
Ed è interessante il modo in cui è nato.
È una collaborazione con Luca Barachetti (Bancale, Barachetti/Ruggeri) al quale abbiamo chiesto di scrivere un testo dopo avergli fatto ascoltare una base sulla quale stavamo lavorando.
Abbiamo sempre amato i testi di Luca, che sono di una potenza rara, parole come massi scagliati contro l’immobilità delle vite nel nostro confortevole mondo di occidentali.
Quando abbiamo letto quello che aveva scritto siamo rimasti in estasi per giorni.
Il risultato è una suite d’amore, nella quale Luca si è prestato anche a mettere la propria voce nella seconda parte.
Con una coda strumentale lunga che diventa apice d’intensità dell’intero disco.

La Toscana è un bel territorio fertile, denso di realtà lontane dall’indie e dal pop.
A vostro avviso c’è un legame tra il territorio e il genere musicale anche da voi scelto?

La Toscana è un bel territorio, sì.
Ed è ricco di realtà di ogni genere, più o meno vicine a quello che si intende per Indie o Pop oggi.
Se esiste qualcosa che influenza quello che suoniamo, quel qualcosa è il nostro vissuto.
Credo che se anche venissimo dalla Brianza o dalla Slovenia e avessimo avuto più o meno lo stesso approccio alla vita, la nostra musica non sarebbe troppo diversa da come è adesso.

Cosa ci si deve aspettare dall’incontro (e ascolto) di “Sancta Sanctorum”?

Sancta Sanctorum” segue una linea precisa, ma non una linea retta. Inizia in un modo, poi si sviluppa in un’altro.
Bukowski piange‘, il brano che apre il disco, è la premessa necessaria per compiere il percorso all’interno del disco.
Che è un percorso alla ricerca di redenzione, in alcuni brani la troviamo, in altri ci rimbalziamo.
È un disco che necessita di attenzione particolare, ma alla fine è un disco pieno di speranza.

«NoN, una negazione solitaria e inaccessibile»: negazione a cosa?

Negazione a definirsi in un genere.

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A second interview about NoN, an Italian dark wave band. They have released a new album entitled ‘’Sancta Sanctorum’’ which was released last year. Here is a new interview I had with Alvaro (drums) about the NoN’s new album and other interesting stuffs.

Hello and nice talking with you again Alvaro, how things are going?
Hi Carla! Glad to hear you again! Things are going pretty well, we’re actually promoting the new album and playing some shows here in Italy.

I’m saying again that you have released an amazing album, I like it a lot. Now, I let you tell me what is the story behind this album, is this a concept one?
Thanx for the nice words! It is not a conceptual one, it’s just our feelings towards the world and things that surround us, a sense of loss vs human kind and we’re getting more wiser as we’re getting older, ahahaha!

Actually, every song has a story behind…
Yes, some of them are very personal and heavy in arrangements and sound while others are more softly and melodic but with strong lyrics. What we’re really trying to do is to find hope in these dark ages full of violence, superficiality and fear.This time we had two special guests during the recording process: Luca Barachetti, who co-wrote and sang on “Sostanza”, a long track at the end of the album and Alice Chiari, a professional cello player who added “colors” to distorted guitar and bass.

What does suggest the cover artowork?
The cover artwork was realized by a friend of us, Stefano Piacenti who did a lot of covers for important indipendent artists in the 90’s; it is actually an image full of obscure meanings: “Sancta Sanctorum”, the secret part of our soul, the inner part of human beings.

 You have also released a video for ”Come L’Ombra” song, actually some scenes are connected with the cover of the album in this video, what can we understand from this?
“Come l’Ombra” is actually a song originally composed by Trio Lescano in 1942, is a traditional song of our country and the words represent perfectly the album atmosphere. We totally re-arranged it in the studio in sounds and mood to let our personal imprint to the song.

Have you decided to make a new video for another song?
Yes, the next video will be out in a few months and it will be a cartoon videoclip, it will be a surprise!

What feedback have you gotten for ”Sancta Sactorum” so far, both from Italy and from the abroad?
The album has been reviewed in Italy mostly and we had great and positive comments!

 NoN debuted with ”Sacra Massa” EP, do you consider ”Sancta Sanctorum” sound more dark than ”’Sacra Massa”? I would say yes, I can hear ”SS” to be more dark, also a few songs are ”heavy”…
“Sancta Sanctorum” is for sure more heavy than “Sacra Massa” but when we started to write it, we didn’t care about getting more heavy or melodic. It’s only a photo of ourselves in that definite moment…

What about concerts, have you got some confirmed? Do you have in mind to tour soon over Europe?
It’s getting more and more difficult to get gigs here in Italy, things are totally different from the 90’s.      What we get as live gigs is just “through word of mouth” with some bands and friends but yeah, it would be great to tour in Europe, but who cares about an Italian trio who sings in Italian?! Ahahaha!

 Thank you again for the interview Alvaro, it was my pleasure. Hope to see you very soon! Ciao!
Thanx Carla for your patience and support that you gave us since day one!