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interviste MULBO

I mulbö sono una band principalmente strumentale che basa la sua proposta musicale su un mix di follia e improvvisazione.
Nati nel 2013 da Claudio, Alessandro e Eros sono poi diventati un quartetto con l’arrivo di Fabio, mettendosi nuovamente in gioco. Noi gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerli meglio. A risponderci è Eros, chitarra e sax dalla band.

Iniziamo dal nome: mulbö. Come vi è venuto in mente?

La genesi del nome mulbö è abbastanza ignota anche a noi! Diciamo che la musicalità della parola stessa (fino allora inesistente) si adatta bene al genere musicale da noi proposto.

Il vostro progetto parte del 2013. Due di voi (Alessandro ed Eros già Merçe Vivo n.d.r.) già collaboravano insieme. Come è nato l’incontro con il resto della band?

Io (Eros) e Ale abbiamo deciso di fare dei provini, in due giornate abbiamo provato circa quindici batteristi, ma la cosa curiosa è che Claudio è stato il primo ad essere “provinato”, ed è stato amore a prima vista! Solo che non potevamo mandare tutti a casa, quindi abbiamo deciso comunque di andare avanti con le “selezioni”, pur sapendo in cuor nostro che la scelta sarebbe facilmente ricaduta su Claudio. Sia detto per inciso, se avessimo trovato uno più bravo e bello di Claudio lo avremmo scelto!
Con Fabio è stato diverso, la band era già avviata, e in diverse occasioni mi sono incrociato con lui (conoscenza nel panorama musicale Torinese) mentre entrambi facevamo la spesa. Da cosa nasce cosa, tra discorsi di musica e consigli per la cena si è creato un fruttuoso sodalizio!

Facilmente accostiamo la vostra musica con l’universo delle soundtrack cinematografiche. Non possiamo non chiedervi quali sono i vostri riferimenti filmici e, se ce n’è uno, quale vi sarebbe piaciuto musicare.

Amiamo Lynch ma sappiamo che sarà difficile convincerlo a mettere da parte Badalamenti per noi… Ahahah! Scherzi a parte, non è solamente il cinema (e per citare, il suddetto Lynch, Jodorowsky, Kubrick, Cronenberg, Greenaway, Polanski, ecc.) ad ispirarci, ma molto spesso la letteratura (da Boileau e Narcejac a Auster passando dal saggio imprescindibile di Kyle GannIl silenzio non esiste” fino ad approdare alle leggende delle divinità sumeriche e/o al Codex Seraphinianus).

Torniamo in ambito musicale. Quali sono i dischi per voi fondamentali che vi hanno influenzato sia come artisti, sia in particolare nella realizzazione del progetto mulbö
 e conseguentemente del disco?

Difficile rispondere a questa domanda. Più che dischi parlerei di band, ma possiamo comunque citare “Drum’s Not Dead” dei Liars, “Tago Mago” dei Can, qualsiasi cosa dei Sonic Youth… Nooo è troppo fuorviante parlare di questi riferimenti! Ascoltiamo di tutto, dal funk al jazz all’elettronica al genere classico e/o contemporaneo. I nostri brani nascono da ore di improvvisazioni create senza esserci mai posti un obiettivo preciso; solo nella fase successiva (di scrittura vera e propria del brano) ci può capitare di tirare fuori degli esempi che possano fungere da riferimento, che si tratti di un brano dei Moderat come di un frammento musicale di Curtis Mayfield

Una domanda che facciamo sempre è quella legata all’artwork dell’album. L’idea del disegno in copertina è vostra? Vi siete affidati a qualcuno per realizzarla?

L’artwork è completamente curato da Alessandro, la nostra mente visual. L’idea nasce da un’immagine che gli avevo inviato un giorno in cui mi trovavo più o meno casualmente nel reparto oftalmico di un’ospedale: trattavasi di un quadro esplicativo stilizzato di una pupilla, il disegno era assai affascinante, probabilmente risaliva agli anni 70. Alessandro ha fatto sua l’idea stravolgendola a suo smodato piacere!

Entrando nello specifico, come nasce e come è stata la lavorazione del disco?

Abbiamo chiamato in causa Tino Paratore, leggenda vivente della musica alternativa torinese! Nel suo studio Il Cerchio Perfetto abbiamo programmato diverse riunioni di ascolti dei provini registrati “alla buona” in sala prove (la Bassa Frequenza del grande Gigi), dopodiché le registrazioni si sono consumate in maniera serrata nell’arco di quattro giorni. Successivamente abbiamo lasciato spazio al gusto di Tino per apportare modifiche qua e la in fase di missaggio. Infine un bel mastering al G-Effect Studio di Gianluca Patrito ha conferito maggiore sostanza al tutto. Ma, tornando un attimo indietro, il disco è una sorta di concept album, molto aperto alle interpretazioni. Nasce tutto, come già accennato, da lunghe improvvisazioni successivamente sistematizzate.

Come sta andando la promozione nei vari club dove venite chiamati a suonare? 

Certamente come ogni band indipendente è dura farsi notare in un panorama musicale saturo di proposte spesso anche molto interessanti. Ma abbiamo notato un bel riscontro di pubblico! Curioso vedere che talvolta le persone ai nostri live si mettono a ballare! Questa cosa ci piace molto!

Avete già qualche progetto in cantiere per il futuro?

Oltre ai live di promozione, stiamo pensando ad un bell’ep in formato vinile: 4 brani, due dei quali sono già in scaletta nei nostri live, perché è molto importante per noi capire la reazione delle persone. Musicare un film o un cortometraggio è comunque un nostro desiderio neanche troppo recondito :-)