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interviste iFASTI

 

Dall’esordio con i Seminole alla metamorfosi con I Fasti: presentatevi in poche battute.

Sicuramente siamo più anziani e cominciamo a immaginare alcuni live anche in bocciofile e case di riposo. Da Seminole a I Fasti, siamo un tentativo di comunicazione su temi a noi cari, in un progetto di autorganizzazione e autoproduzione.

Quanto tempo avete lavorato ad arrangiamenti, missaggio e registrazione di Palestre?

Più o meno ci abbiamo lavorato un anno. In questo tempo ci sono stati mesi molto serrati di lavoro e altri più di “svago e cazzeggio”. Ci è piaciuto molto lavorare con Dario Colombo dello studio 211 dB, così abbiamo allungato i tempi pur di continuare a passare del tempo insieme.

Qual’è lo spirito che alimenta Palestre?

Palestre è il nostro punto di vista sul mondo che viviamo. Abbiamo la percezione e anche le “prove” di un mondo in cui tutti noi siamo considerati numeri, numeri da utilizzare quando servono e da buttare via quando non servono più. Viviamo una realtà ingiusta, violenta e profondamente anche stupida. Ma esiste la possibilità di riprendere nelle nostre mani la gestione della nostra vita personale e sociale. È una scelta. Palestre è un frammento della nostra visione del mondo.

Definite il disco con tre aggettivi.
Determinato, diretto, dolce.
Quanto del vissuto di ognuno di voi contribuisce alla creazione dei vostri testi
I componenti de I Fasti si sono conosciuti in contesti di collettivismo sociale e artistico, molti di noi lavorano come operatori sociali. Sono questi i contesti in cui ci immergiamo da molto tempo. Chiaramente queste esperienze “vissute” contribuiscono in modo determinante nella creazione dei nostri testi.
Nella vostra musica i bit hanno un ruolo rilevante. Pensate che possano essere considerati la morte del rock oppure una valida occasione per sperimentare?
I bit sono un ottimo strumento per sperimentare, il rock è un attitudine “the rock is not dead”.

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"Palestre" è il vostro nuovo disco. Come nasce questo lavoro?

E' un lavoro iniziato più di anno fa.

In “Palestre” ci sono canzoni inedite ma anche canzoni che suoniamo da molto tempo.

I dischi precedenti li abbiamo sempre fatti in casa e questa volta avevamo voglia di condividere il lavoro sia nella parte artistica che in quella di produzione con amici che ci dessero una mano a rimescolare le carte.

In questo ci è stato di grande aiuto Dario Colombo di “211dB”. Ringraziamo anche Mario Martini, Francesco Strino de “I Dischi del Minollo”, Emanuele De Siro e Simone Squillario, persone che hanno condiviso con noi tutta la preparazione del disco.

 "Cagnolini di gesso" è il primo singolo/video estratto dall'album "Palestre", uscito in premiere su La Stampa Tv. Quanto questo brano è significativo per il vostro lavoro?

“Cagnolini di gesso” è molto significativa per noi, è una delle prime canzoni create e suonate da iFasti ed è anche una rappresentazione abbastanza credibile del mondo in cui viviamo, un mondo in cui le banche hanno sostituito le chiese nelle nostre città, impossessandosi non solo del portafogli delle persone ma anche dei pensieri, delle emozioni e delle azioni.

iFasti nascono nel 2008 dalle ceneri dei Seminole. Quanta eredità si portano dietro?

Per prima cosa come eredità de i “Seminole” si portano dietro tre persone (Andrea, Federico e Rocco) e, di conseguenza, una attitudine importante del "fai da te" (D.I.Y.) e del "fare rete" con le tante persone che sperimentano percorsi di auto-organizzazione nei vari campi del vivere umano.

Tutto questo è iFasti.

Personalmente avete un passato da attivisti, associazionismo culturale e collettivi sociali. Quanto ciò ha influenzato la vostra musica?

Diciamo che quel passato è anche presente e futuro. Le esperienze vissute influenzano molto il progetto iFasti, viviamo delle situazioni, spesso in prima persona, di sfruttamento, di ingiustizia di violenza ma anche di organizzazione e condivisione con altri e queste esperienze abbiamo voglia di raccontarle.

Quanto la musica può fare per il sociale?

Sicuramente l'arte in generale può stimolare, far conoscere, avvicinare persone e di conseguenza svolgere un ruolo importante nella messa in discussione di un sistema di credenze e di agiti.

Non crediamo che una sola canzone possa cambiare il mondo ma di sicuro può contribuire a farlo.

Quali sono gli episodi dai quali magari avete preso spunto per alcune delle vostre canzoni?

Ci sono episodi personali, come ad esempio in "Mercy" esploriamo quello che qualcuno di noi viveva nei quartieri periferici di Torino, mentre in "Corpo" ci sono episodi più sociali che riguardano il mondo della psichiatria o delle dipendenze, essendo molti di noi operatori sociali.

Prossimi live da segnalare?

Abbiamo suonato il 28 marzo a “Spazio 211” per la presentazione del disco, ma nei prossimi due mesi gireremo tra Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna.

Progetti futuri?

Abbiamo tanta voglia di suonare!

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Breve descrizione/bio della band:
iFasti sono due bassi, due computer, due chitarre elettriche e una voce.
Nati nell’inverno 2008 dalle ceneri dei Seminole, storica band del DIY italiano, alle spalle hanno un passato personale di attivismo, protesta, associazionismo culturale e collettivi sociali. Con l'EP "Lei si è alzata dal sordo mormorio" (2009) e numerose collaborazioni (sonorizzazioni, colonne sonore, compilation) guadagnano un posto di rispetto nella scena musicale dell'underground italiano. Nel 2010 autoproducono "Ovatta", il loro primo LP. A dicembre 2011 pubblicano “Morula“, EP ibrido composto da tre canzoni registrate in una notte. A settembre 2012 compongono la colonna sonora per “OFF. In viaggio nelle città fantasma del Nordovest“, opera letteraria di Marco Magnone (Espress Edizioni). Il libro è stato allegato a La Stampa. Il nuovo album “Palestre”, prodotto da 211dB, esce il 28 marzo 2015 con distribuzione digitale a cura di I Dischi Del Minollo.

Genere musicale:
Ci piace definirci "terapeutici"! Diciamo che dovreste immaginare due chitarre post rock, abbinate a beat elettronici (dal minimal all'industrial passando per il dub), sostenuti da due bassi che dialogano tra loro accordandosi nella distribuzione delle giuste frequenze... E la voce? Già, è la voce che parla, comunica, si arrabbia, esorta e muove. Casualmente il risultato ci soddisfa!

Line-up attuale:
Rocco: voce
Fede: basso & beat
Roberto "Furfi": basso & synth
Andrea: chitarre
Eros: chitarre

Album/EP/Demo all'attivo:
Trovate tante belle cose a questa pagina: http://www.ifasti.it/discografia/ dove potrete ascoltare i nostri lavori passati.

Influenze:
Siamo influenzati dall'attualità, dalla letteratura, e da tanta, tantissima musica più o meno contemporanea e di quasi ogni genere.

Di cosa parlano i vostri testi:

Sono racconti, considerazioni, pensieri, citazioni. I testi scritti da Rocco talvolta sono scomodi, irriverenti, un pugno sullo stomaco, talaltra ispirati e poetici. Come sempre speriamo di essere "terapeutici"!

L'esibizione live che ricorderete per molto tempo:
Molto spesso ci è capitato di incontrare persone belle e audaci. Sia tra il pubblico che ovviamente tra gli organizzatori. Ci riesce difficile ricordare un'esibizione in particolare... Diciamo che abbiamo avuto delle bellissime esperienze in Liguria e in Emilia Romagna, e nella nostra città ovviamente, Torino, dove amiamo sempre tornare il luoghi come sPAZIO 211, CSA Murazzi, il Circolo ARCI Sud, il Blah Blah, il Circolo Arci Tana Libera Tutti, il Circolo Arci Bazura, e alcuni altri posti che ora non mi vengono in mente... In questi splendidi luoghi, fatti di bella umanità, ogni live finora è stato a suo modo memorabile.

Un aneddoto divertente capitato on stage o in studio:
In un bel primo maggio dell'anno scorso, al CSOA Spartaco di Ravenna, durante le pomeridiane prove dei suoni siamo quasi stati aggrediti da un signore poco educato che abitava nelle vicinanze! Voleva che scendessimo dal palco perché lui doveva riposare! Sì, detta così sembra poco divertente, ma la scena in realtà è stata parecchio esilarante (anche se sulle prime ci siamo "leggermente" spaventati) dato che il clima in quella giornata (e anche dopo) era di un pacifismo estremo! Il live che abbiamo fatto la sera, chiaramente, si annovera alla categoria dei "memorabili"!

I vostri dischi preferiti in assoluto:
Difficile rispondere... siamo tutti piuttosto onniveri in fatto di musica. C'è chi ama i Mogway e chi stravede per le composizioni di Steve Reich, chi non starebbe mai solo in un'isola deserta senza un disco dei Titor (tranne poi accorgersi di non avere nessuno con cui pogare amorevolmente), e chi istituzionalizzerebbe nelle scuole italiane l'insegnamento della musica dei Moderat e dei Fugazi. Tanto per dire!

Qualcuno di voi mi dica un album che pensa sia l'unico al mondo ad apprezzare:
Credo che sia difficile essere l'unico al mondo ad apprezzare un determinato album... Facciamo così, diciamo che al momento siamo gli unici al mondo ad apprezzare il nostro prossimo disco "Palestre". Infatti uscirà il 28 di marzo! Dopodiché speriamo solo di non mantenere il primato! Ahahahah

Un musicista che vorreste incontrare per fare quattro chiacchiere:
Ci piacerebbe organizzare una cena in cui invitiamo Steve Albini, David Byrne, i Liars al completo e Malgioglio. Ah scusate, avevate chiesto un solo musicista. Allora vada per Malgioglio!

Cosa chiedereste nel vostro backstage se foste il gruppo piú importante del pianeta:

La fagiolata che ci aveva cucinato la signora dell'Arci Dallò di Castiglion delle Stiviere (MN). Memorabile.