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press-reviews DEIAN & LORSOGLABRO

 

  RUMORE

La scrittura lisergica e anarchica dell'esordio, "Omonimo" in tutti i sensi, si è fatta più incisiva, a tratti ancora autoreferenziale e non sempre a fuoco, ma indubbiamente personale. Il nuovo capitolo dello stralunato cantautore torinese scorre bene tra citazioni, giochi di parole, piccoli ritratti intimi, spunti di riflessione, filastrocche, nonsense e paradossi : in tutto otto canzoni di approccio pop, dall'incedere folk-rock e indole psichedelica, ancora sostanzialmente sospese tra Battisti, De Gregori, Bugo i Beatles, Barrett e Dylan. Un disco che suona omogeneo, pur concedendosi un paio di licenze strumentali avanguardistiche : l'ossessiva "Hallopollo" e l'ipnotica "Cani Jah". Insomma, "Prezzo Speciale" è surreale, ironico, delicato, nell'insieme riuscito, e conferma le doti di Deian Martinelli e de Lorsoglabro, oggi Gabriele Maggiorotto e Alberto Moretti. 

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   LA REPUBBLICA

Abile paroliere ed ispirato cantante (e chitarrista) della nuova generazione di “piccoli” Tenco che da alcuni anni, ormai, inondano di lampi di luce la canzone d’autore italiana, Deian è un artista torinese di un certo spessore. Si appresta ora a pubblicare il suo terzo album in uscita il 7 marzo per l’etichetta indipendente I Dischi del Minollo (con la collaborazione di Edison Box), realizzato ancora una volta con  Lorsoglabro, il combo di musicisti che lo accompagna fin dal suo debutto in quella che è stata ribattezzata la scena dei cantautori di San Salvario. Con un titolo, “Prezzo speciale”, che conferma e sottolinea lo stile e l’attitudine low-fi dell’istrionico cantautore, il nuovo album di Deian Martinelli è anche lo specchio dei suoi gusti e preferenze musicali che spaziano da Syd Barrett, il cofondatore  dei Pink Floyd e figura di primo piano della psichedelia inglese degli anni Sessanta (per cogliere al volo le influenze su Deian, basti ascoltare il primo album da solista “The Madcap Laughs”, del 1970), a Fabrizio De Andrè, passando per Robert Wyatt e i Beatles. “Prezzo Speciale” è un disco pieno di dolci sorprese, commuove, diverte e parla al cuore. Deian sa raccontare storie che nessuno ha voglia di raccontare più: lo fa nella traccia di apertura, “Il fiume”, dove modulando la narrazione su una voce roca, con tappeto di suoni morbidi e rarefatti, descrive la ripetizione infinita della vita, tra cose perse e ritrovate in un tempo che scorre veloce e in cui non c’è tempo di riposarsi, mai. L’incedere rock di “Prezzo Speciale”, la title-track, accompagna un gioco di parole degno del grande Jannacci per quella lucida visione di un senso che non c’è. La partita si fa seria in una canzone che sta a metà disco, “Hallopollo”, un brano quasi solo strumentale che farebbe gola ad un mucchio di band indie-rock, perché è la sintesi del genere, un compendio di tutto quello che si è ascoltato fino ad oggi. Da ultimo, stremata e dolcissima è la voce di Deian in “Preghiera”, un racconto poetico intriso di richiami alle meraviglie della natura e alla spoglia semplicità dell’essere umani.

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   ROCKIT

Parliamo di Avanguardia. Non in senso lato dico: parliamo di “Avanguardia”, la canzone che riassume tutto lo spirito del disco, con un testo “che parla sempre di se stesso” e dice “largo all'avanguardia” e lo dice su una musica che è come quella che facevano quelli che facevano avanguardia negli anni 70.
Ironia, metatestualità, citazionismo, esibizione di preparazione musicale sopra la media, questo è “Prezzo speciale”: un concentrato di cantautorati vecchi e nuovi, psichedelie e sperimentalismi assortiti, un gioco (serio) di pop, rock, folk, lo-fi, che inizia con una pensierosa, classica “Il fiume” e finisce con una spaziale “Cani Jah”, che omaggia (o parodia?) i Neu! (“Hallopollo”), che fa suonare Dente a Woodstock, o i Greatful Dead al MI AMI. E dunque chi è Deian, un genio o un piccolo Elio in salsa indie? Il dubbio, in effetti, rimane: il dubbio che ci sia più nozionismo che cultura, più apparenza che sostanza, più guarda-come-lo-dico-bene che sto-dicendo-qualcosa. Non che il “qualcosa” non ci sia e non si senta, anzi, ma ogni tanto sfugge, perso fra gli esercizi di stile di quello che, se non si ascolta con attenzione, potrebbe sembrare, più che un gioiello, “un orpello di qualità”.

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   SHIVER

Prendendo in prestito il nome di un lavoro di Capossela, questo Prezzo Special, disco di Deian e Lorsoglabro sembra proprio – ma lo è nella stilistica caratteriale della formazione – un insieme di “canzoni a manovella” sulle quali riversano parole, suoni, tic e tac ben oltre il confine del pop metafisicizzato, una poetica semplice e disarmante che racconta e mette in fila storielle, intimità, sfighe, barlumi psichedelici e linee mai allineate su equilibrismi e sperimentazioni, tracce per una tracklist variopinta e fuori schema come poche. Un disco che si infarina di indie-pop di non stupido consumo senza perdersi – e senza l’ambizione – dell’alta classifica, disco che nonostante le sue direttrici storte, indica dritto e  a chiare note un tragitto di sagacia e finta leggerezza intorno ad un suono totale che non ha scaffali di archiviazione, libertà allo stato brado messa al servizio della musica estroversa, musica che illumina e fa appeal a tanti cultori delle rappresentanze indie alle quali l’underground – inteso come contenitore – va stretto, molto stretto. Dieci percorsi allegri, amari, che pescano dentro e illustrano il fuori in una sequenza mai sbrigativa, scorrevolmente ibrida tra sogni e deliri da cameretta – giusto per dare una dimensione circoscritta immaginaria –  che tra l’altro stabiliscono gamma e peso specifico li proprio dove il peso d’ascolto è assente, un volo senza ganci e di bella liberazione di spirito. Pezzi strumentali e poetiche isosceli sono il “pieno gassoso” di questo bel disco, lo slow ondifrago di “Il fiume”, il pop atmosferico al flavor di corde orientaleggianti “Avanguardia”, la Germania kraut “Hallopollo”, l’occhio smaliziato e disilluso (“Virtù reale”), il balzo spaventato “Incubo” o il cammeo a piè d’ascolto registrato con un quattro piste a cassetta e un delay, “Cani jah”, echi e infinitesimali pelli d’oca effettate che si allontanano, si fanno flebili e si smorzano dietro una scia mid-cosmica dal forte  magnetismo. La buona musica non “regimentata” torna a colpire, occhio, è un disco di cui si invaghisce in men che si dica, con estrema facilità.

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  ONDA ROCK

Il torinese Deian Martinelli debutta con l'autoprodotto canzoniere di fiabe folk-psichedeliche in bassa qualità de “Il fantasma dell’impossibile”(2007), un coacervo di arrangiamenti antiprofessionali ma colorati e Eels-iani, e di interpretazioni dall’ardore quasi ecclesiastico. Il secondo “Omonimo” con Lorsoglabro (Snowdonia, 2009) è il competente tentativo di ripresa e sfida di convenzioni vaudeville (“Che ci vuoi fare?”, “Medio”), blues da piano-bar (la lunga “Nonostante i lampioni”, con cacofonia montante e fanfare free-jazz), ibridi cantautoriali (Dylan in “Danno permanente”, De André in “Una bella novità”) e stereotipi di ogni sorta, dalla pianistica “Paura” alla levità di “Lei non sa chi sono io”. Martinelli concerta il tutto nel coerente legante della sua scrittura volutamente sciatta, e soprattutto in una produzione scintillante, ampia e rigogliosa, che fa sembrare il predecessore un demo. E’ questo il suo vero punto di partenza. Dopo aver collaborato con Andrea “Oratio” Corno per “Discorrendo Senza Ratio” (2012), e aver contribuito al terzo volume della serie di mini “Cartoni Dannati” (2013) con “Nanà Supergirl”, Martinelli richiama di nuovo con sé i suoi Lorsoglabro - Gabriele Maggiorotto e Alberto Moretti - per il nuovo “Prezzo Speciale”. L’apertura “Il fiume”, Neil Young-iana, tuonante, stregata e sinfonica, esprime persino trascendenza nei vasti spazi di una grand ballad. Ciò che segue è incredibilmente all’altezza pur non ripetendosi: i gioiellini meta-pop alla Brian Eno di “Virtu reale” e la title track, lo pseudo-gospel Beach Boys-iano dal refrain grandioso di “Avanguardia”, gli accenti barrelhouse in un ritmo poderosamente ballabile di “Il possibile”, il commovente salmo di fantasmi di “Preghiera”, l’esercizio di trasfigurazione mistica del vaudeville di “Cono scomposto”. La jam lisergica di “Hallopollo” invece porta in primo piano la grande abilità dei Lorsoglabro. Oscillazioni e tremori ambientali imbastiscono un insistente ordine ritmico, scandito maniacalmente alla maniera dei corrieri cosmici tedeschi, con pigolanti tocchi di country psichedelico alla Jerry Garcia e continuum vocali-corali, danze tribali, escursioni cacofoniche e cosmiche. Spettacolare, ma viene da chiedersi il motivo di tanta ambizione per un disco cantautoriale, di tanta stridente incoerenza tale da squarciare in due il disco. Il solo Martinelli risponde dunque con “Cani Jah”, trenodia “impossibile” come una di quelle di Robert Wyatt, un conguaglio di droni e suoni della psiche che soffocano una timida elegia per tastiere elettroniche. Con questi due piccoli capolavori il disco fa il vuoto attorno a sé in termini stilistici. Uno dei più ispirati album di canzoni d’autore italiani degli ultimi dieci anni. Menzione anche ai testi che raramente portano a un vero significato, e forse nemmeno possiedono un vero e proprio significante: sono non-sense per epurare il non-sense intellettualoide che va per la maggiore e inquina, ma sprigionano comunque uno sdutto, tagliente lirismo. Riprese di Ezra Capogna, Alessandro Arianti e lo stesso Martinelli (mixa personalmente “Cani Jah”). Edito in collaborazione con Edisonbox.

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  MAG MUSIC 

La voce dei cani sciolti. Uno sguardo il cui segno, quello di una profondità tipica non tanto di un semplice viaggiatore, quanto di un uomo che non si è mai tirato indietro ogni volta che si è trattato dare un’ottica inusuale alla sua musica, non meramente riconducibile al ramo cantautoriale nella sua forma base. Una libertà di scelta che corrisponde a quella di Deian Martinelli e di Lorsoglabro, da sempre sua band d’accompagnamento. Se il precedente album omonimo lasciava trapelare un fascino decadente, a caratterizzare “Prezzo speciale“, nuova fatica in studio dei nostri, è una ripresa di lucidità nei confronti della realtà circostante, resa ulteriormente marcata dal passaggio dalla sbornia di Nonostante i lampioni al cadenzato mood 70’s de Il fiume. Altrettanto funzionanti sono il rock della title track, l’incalzante blues de Il possibile, le sfaccettature pop che vanno dall’intima e sospesa Cono scomposto a sbilenche digressioni (Avanguardia) ed atmosfere oniriche (Preghiera) e tendenti al lo-fi (Incubo), e quell’Hallopollo che non fa semplicemente il verso al classico dei Neu!, ma scoperchia un’altra faccia della natura dei nostri, dove al kraut si antepone la psichedelia, oltre che certi Floyd degli albori e dell’era “Ummagumma”. Se si aggiunge come non plus ultra la conclusiva Cani Jah, un minestrone di ispirazione shoegaze con conclusive impennate dreamy effettuato con l’ausilio di un registratore, è chiaro come il ritorno di Deian e Lorsoglabro sia da gustare quanto più possibile. Un “Prezzo speciale” di nome e di fatto.

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   ONION MAGAZINE

Si ha una grande fortuna quando un amico ti porta casualmente ad un concerto di un gruppo a te sconosciuto e quel gruppo che non conosci si tratta proprio dei Deian e L’Orsoglabro. Canzone dopo canzone inizi ad essere introdotto nella loro psichedelica musica; piccione dopo piccione, come quelli appesi nel piccolo palchetto improvvisato di un locale riservato. Si finisce nel delirio più totale, o meglio, nelle vie più sperdute della nostra mente, quando a fine concerto la band decide di rendere partecipi della loro musica gli spettatori, lasciando a loro i vari strumenti di percussione da loro usati e l’inventiva di poter improvvisare insieme al gruppo. Pochi elementi, tanti strumenti, molta inventiva: È questa la formula del trio torinese composto da Deian Martinelli, Gabriele Maggiorotto e Alberto Moretti, che a marzo 2014 si sono fatti spazio nella scena del mercato indipendente con l’album “Prezzo Speciale”, pubblicato per  l’etichetta Dischi di Minollo in collaborazione con Edisonbox, a quattro anni dall’uscita del disco d’esordio “Omonimo”. La sperimentazione fa da padrona in tutto l’album sin dal suo concepimento: infatti, per realizzare questo, il gruppo ha registrato a più riprese in più tempo, in diversi luoghi, con diverse tecniche e con filtri sempre più differenti. Il risultato? Un suono comunque coeso, senza stacchi di filtri o di chitarre; la psichedelica si fonde con la canzone pop tipica del cantautorato indipendente e italiano alla Bugo o alla Dente. Ed è proprio in questo album che tuttavia troviamo un impercepibile ma significativo distacco dallo stile tipicamente “Bughiano”- caratterizzato da testi molto semplici che raccontano problemi di vita quotidiana dove si arriva in alcuni di essi addirittura a fare una sorta di meta-teatro della canzone – dovuto proprio alla presenza psichedelica: tutti i suoni acidi del disco vengono ammorbiditi per risultare conformi alla natura pop della canzone. Così, nel complesso, vengono ad alternarsi canzoni pop come Cono Scomposto e Virtù Reale, a pezzi di profonda psichedelica, dei veri e propri viaggi sperimentali, come è chiaro dai pezzi Hallopollo e Cani Jah. Questo particolare mix gradevole fra canzone pop e psichedelica ci restituisce così un album gradevole, ben suonato e molto orecchiabile sebbene a non tutti potrebbe piacere la musica psichedelica.

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   ROCKLAB

Un degno esempio della ragione per cui ho accettato di curare questa rubrica: un gruppo con un nome improbabile, Deian e Lorsoglabro, formazione torinese arrivata al suo secondo disco, Prezzo Speciale. La cosa bella è che di strano non c’è solo il nome, come invece spesso accade, ma anche tutto il resto: se ne ha prova certa quando ci si imbatte in ‘Hallopollo’, “chiaro” omaggio ai Neu. Ma forse già dalle prime battute di ‘Avanguardia’ la simpatica psicopatologia (mascherata da psichedelia) di Deian Martinelli e soci si fa sentire: c’è dell’ironia, ma anche un senso pazzesco per la melodia. Su questo fronte, la title track ‘Prezzo speciale’ svetta sulle altre tracce del disco, candidandosi per il ruolo di miglior recriminazione dandy contro quest’epoca un po’ demenziale in cui ci troviamo a vivere.

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   ROCKAMBULA

Un mix spettacolare di Lo Fi, Folk, Psych Pop e tanto Songwriting. Questo racchiude l’esordio del torinese Deian Martinelli uscito per Dischi del Minollo. Una proposta tanto originale quanto moderna, nel suo puntare sulla bassa fedeltà anche attraverso una scelta delle liriche che navigano su non sense ricercati e giocosi al tempo stesso. A fare da spalla ideale all’artista piemontese, gli Orsoglabro, perfetta metà di un progetto che si fà ideale portavoce di una Torino alternativa, quella del quartiere San Salvario, infuocato dal fervore giovanile, quella degli studenti, dell’anti borghesia quella delle storie che si inseguono nelle strade più scure del capoluogo. Deian & Lorsoglabro è la nostra nuova scelta settimanale.

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    PROGRESSIVAMENTE

Terzo album per Deian e Lorsoglabro dopo il debut del 2007 (Il Fantasma dell’impossibile) e l’omonimo del 2009. Il nuovo Prezzo Speciale vede impegnati Deian Martinelli (voce e chitarra), Alessandro Arianti (pianoforte, tastiere, chitarra), Alberto Moretti (basso) e Gabriele Maggiorotto (batteria) in quello che probabilmente è il disco più maturo sinora prodotto. L’iniziale Il Fiume è l’apice del disco, una malinconica ballata dai tratti sinfonici suadenti che profuma di pop psichedelico e ha un’aurea mistica e decadente di grande fascino, in cui spicca anche il violino di Nadia Bertuglia. La title track è decisamente più pop ma non perde in efficacia e gradevolezza, mentre più impegnativa è Avanguardia, altro momento molto significativo e sentito, con un chorus che cattura da subito. I due episodi più legati alla psichedelia e al progressive sono le strumentali Hallopollo e Cani Jah. Nella prima Martinelli si diverte a citare il Kraut settantiano, mentre la seconda è dominata dalle tastiere elettroniche, che affondano in radici cosmiche lontane. Sono le due tracce maggiormente sperimentali dell’album e mostrano un autore curioso di confrontarsi anche con qualcosa che vada al di là del cantautorato. In questo Martinelli si può paragonare ad un novello Claudio Rocchi, che se avesse potuto ascoltare il disco, probabilmente lo avrebbe trovato estremamente interessante per le tante idee che convogliano nei vari brani. Deian e Lorsoglabro superano il confine del pop, lo utilizzano come calderone per inserire ogni genere di spunto, che sia ora più folk ora più psych poco importa. Il risultato ottenuto convince ma lascia anche l’impressione che il prossimo passo possa essere quello della definitiva consacrazione artistica

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   MUSIC TRAKS

Era il 2009 quando Deian & Lorsoglabro facevano il loro esordio sulla distanza lunga dell’lp con “Omonimo”. Tantissimo tempo e tantissimo spazio dopo arriva “Prezzo speciale“, dieci tracce altrettanto non prive di intelligenza, poesia, senso e sentimento. Di se stessi dicono: “Non sapremmo indicare influenze definite nella lavorazione del disco. Chi ha portato il kraut e chi l’elettronica, ma poi c’è sempre il fantasma di Syd Barrett a decretare cosa sia giusto e cosa no”. In realtà ognuno ha portato tantissimo, si direbbe, perché si schizza agevoli dalle influenze elettroniche di “Hallopollo” alla chitarrina western di “Il possibile“, transitando per alcuni universi diversi. Si parte con “Il fiume”, lenta e fluida, con un cantato sofferto che può richiamare alla mente qualcosa degli Sparklehorse: “Ti ricorderai di me/quando sarò nel mare?” Il finale è dominato dagli archi. Non è un modo “solare” per iniziare un disco che è tutt’altro che triste, ma è giusto mettere tutto in chiaro: astenersi perditempo. “Prezzo speciale” è più viva e ha una dimensione quasi cantautoriale. L’attenzione ai particolari nel testo si sposa con un orizzonte sonoro volutamente scarno, che qui include anche qualche dissonanza di chitarra. E bisogna essere pronti per accogliere “Avanguardia”: un dialogo con un ipotetico pubblico su quello che ci si deve aspettare e no dalla musica, dall’arte, dalle avanguardie, da Deian & Lorsoglabro. “Volevi qualche suono alla moda/Volevi poter dire: “Ho capito”. Ironia in forma seria o serierà di paradossi: quando l’autoreferenzialità può prendersi in giro da sola. “Cono scomposto” (o “Conoscom’posto”) arriva subito per mettere qualche altro ingrediente: la musica e il cantato si muovono tra Franz Ferdinand e Xtc, e aprono un versante quasi pop. “Hallopollo” è il primo dei due pezzi strumentali: intro di percussioni, movimenti di basso, poi prende la forma di una normale jam, finché quello che si muove sul fondo fin dall’inizio prende definitivamente forma. “Virtù reale” ha una struttura più convenzionale, con influenze simil-beatlesiane. “Incubo” sposta l’interesse sul testo: un paio di minuti di pop chiaro e frizzante, imprevedibile a metà de “Il fiume”. Chiudono “Preghiera” e “Cani Jah“, altro pezzo strumentale di andamento medio-lento che incalza in modo progressivo. Il disco è molto ben riuscito, anche se la seconda parte sembre cedere un po’ rispetto al livello della prima. Non perché si debba per forza trovare qualche espediente per stupire in ogni canzone, ma perché quando si è creata una certa aspettativa, l’ascoltatore si vizia e vuole sempre di più. E ha sempre ragione, tra l’altro. Ma nel complesso siamo di fronte a un lavoro di spessore assoluto, che si parli di suoni, di testi, di produzione e di arrangiamento, che merita di uscire dalla propria nicchia e di fermentare in tutta libertà, all’aperto.

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   THE OPINIONS POST

Nel panorama musicale italiano esiste una marea di musicisti, cantautori, gruppi sconosciuti ai più che devono passare anni e anni a sbracciarsi per farsi notare dai “più” di cui sopra, prima di affermarsi e godere della minima considerazione, nonostante siano dotati di assoluto talento.

Deian è senz’altro uno di questi. Cantautore e musicista estroso, raffinato ma dotato anche di uno spiccato senso dell’umorismo con il quale arricchisce le liriche sensibili e delicate delle sue canzoni.

Già con il disco omonimo ci ha donato emozioni, fatto sognare, ridere e essere fieri di questo ragazzo e del suo talento, pur restando nell’underground dell’underground.

Ma se la missione di chi ancora ha orecchie è supportare la musica italiana, ma quella che se lo merita, quella che accenna ma senza manierismo, quella dice in modo nuovo o almeno ci prova, quella che non vive di auto – referenzialità continua, Deian si merita il massimo supporto.

La sua musica ha un’identità ben precisa, possiede personalità insomma.

“Prezzo speciale” è uscito il 7 marzo 2014 per I Dischi del Minollo, con la collaborazione di EdisonBox. Arriva a distanza di quattro anni dal precedente (Omonimo, 2009): quattro anni di cambiamenti, tour in giro per l’Italia, palchi divisi con il meglio del panorama musicale nazionale (Bugo, Morgan, Le luci della centrale elettrica) e internazionale (Nick Cave, St. Vincent, Badly Drawn Boy) e peripezie di ogni genere. La presentazione è avvenuta a Torino, al Blah Blah e gratuitamente i partecipanti hanno goduto di un concerto davvero coinvolgente, in cui il trio solitamente composto da Alberto Moretti al basso, Gabriele Maggiorotto alla batteria e Deian chitarra, voce e armonica è stato rimpolpato con la partecipazione di altri musicisti: Alessandro Arianti alle tastiere e Tristan Martinelli alla seconda chitarra.

Qui trovate l’evento fb.

Il disco è incantevole, le melodie riuscite e affascinanti, i suoni curati, i testi dolci ma ironici, il tutto condito da momenti di rara psichedelia, per un ottimo risultato finale.

Dieci brani scritti in un arco temporale piuttosto ampio, e registrati erraticamente in luoghi disparati e con tecnologie eterogenee: registratore a cassetta, home recording, studio, passaggi dall’analogico al digitale e viceversa. Il risultato, paradossalmente, è un suono d’insieme coeso, mentre la tracklist vede un’alternanza di canzoni e digressioni strumentali. A mo’ di cornice, due brani strumentali che chiudono i due lati dell’album. Hallopollo: un omaggio al kraut rock, una sorta di psichedelia strutturata, che si evolve fino a estinguersi in un finale totalmente votato al rumorismo.

Cani Jah è invece un collage sonoro realizzato con un registratore a quattro piste a cassetta e un delay. Gli altri brani che compongono lo scheletro di Prezzo Speciale sono invece vere e proprie canzoni, che spaziano dalla dimensione più interiore (Il Fiume, Preghiera), alla frizione tra mondo interiore e mondo esteriore, con la paranoia e la paura che ne deriva (Incubo), fino a un’osservazione disincantata della realtà quotidiana (Prezzo Speciale, Virtù Reale). Non mancano l’astrattismo (Cono Scomposto), l’ironia metatestuale (Avanguardia) e qualche piccolo gioco enigmistico in chiave pop (Il Possibile). La matrice comune è un rock psichedelico dall’incedere profondo, con la voce principale (spesso raddoppiata, triplicata e “spalmata” sui due canali stereo) che emerge e si reimmerge in un magma sonoro calmo e potente.

A farla da padrone, ancora una volta, sono i testi: ritroviamo tutta l’ironia, la sensibilità, la carica dissacratoria e sarcastica a cui Deian ci aveva abituati col lavoro precedente. Speciale è il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso. Speciale è il prezzo che si paga per non aver scelto come individui di essere calati in una realtà che è lo specchio di una civiltà in conflitto, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Speciale è un aggettivo dal significato vago e di uso molto comune che definisce, altresì, qualcosa di non comune e non vago, ma peculiare.

Se è vero che ci sono kili di Barrett e Beatles, un Gaetano involontario, un Conte sperato e un De Andrè innato, è vero anche che i richiami e le citazioni derivano da ascolti che sono stati metabolizzati molto bene e non lasciano sbavature.

Deian (e Lorsoglabro) regala dignità vera alla canzone italiana, la inquadra in una dimensione reale delle cose, mai banale, mai patetica. La supera e la rimette al passo coi tempi.

A mio avviso Deian ha i numeri per fare arrossire la maggior parte di quelli che hanno calcato quel palco che dovrebbe essere il tempio della canzone italiana, quello di Sanremo. Ma d’altra parte come ha detto Carmelo Bene “Da quando è per le plebi, l’arte è diventata decorativa, consolatoria. L’abuso d’informazione dilata l’ignoranza con l’illusione di azzerarla.”, quindi ben venga se arriva solo alle orecchie buone.

No, Deian non mi ha pagato un prezzo speciale per scrivere queste cose, ma mi sento lo stesso di dirle e di augurargli tanta fortuna con questo nuovo disco e soprattutto un caloroso bentornato!

Se dovessi dare un voto sarebbe 8.

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Nel panorama musicale italiano esiste una marea di musicisti, cantautori, gruppi sconosciuti ai più che devono passare anni e anni a sbracciarsi per farsi notare dai “più” di cui sopra, prima di affermarsi e godere della minima considerazione, nonostante siano dotati di assoluto talento. Deian è senz’altro uno di questi. Cantautore e musicista estroso, raffinato ma dotato anche di uno spiccato senso dell’umorismo con il quale arricchisce le liriche sensibili e delicate delle sue canzoni. Già con il disco omonimo ci ha donato emozioni, fatto sognare, ridere e essere fieri di questo ragazzo e del suo talento, pur restando nell’underground dell’underground. Ma se la missione di chi ancora ha orecchie è supportare la musica italiana, ma quella che se lo merita, quella che accenna ma senza manierismo, quella dice in modo nuovo o almeno ci prova, quella che non vive di auto – referenzialità continua, Deian si merita il massimo supporto. La sua musica ha un’identità ben precisa, possiede personalità insomma. “Prezzo speciale” è uscito il 7 marzo 2014 per I Dischi del Minollo, con la collaborazione di EdisonBox. Arriva a distanza di quattro anni dal precedente (Omonimo, 2009): quattro anni di cambiamenti, tour in giro per l’Italia, palchi divisi con il meglio del panorama musicale nazionale (Bugo, Morgan, Le luci della centrale elettrica) e internazionale (Nick Cave, St. Vincent, Badly Drawn Boy) e peripezie di ogni genere. La presentazione è avvenuta a Torino, al Blah Blah e gratuitamente i partecipanti hanno goduto di un concerto davvero coinvolgente, in cui il trio solitamente composto da Alberto Moretti al basso, Gabriele Maggiorotto alla batteria e Deian chitarra, voce e armonica è stato rimpolpato con la partecipazione di altri musicisti: Alessandro Arianti alle tastiere e Tristan Martinelli alla seconda chitarra. Il disco è incantevole, le melodie riuscite e affascinanti, i suoni curati, i testi dolci ma ironici, il tutto condito da momenti di rara psichedelia, per un ottimo risultato finale. Dieci brani scritti in un arco temporale piuttosto ampio, e registrati erraticamente in luoghi disparati e con tecnologie eterogenee: registratore a cassetta, home recording, studio, passaggi dall’analogico al digitale e viceversa. Il risultato, paradossalmente, è un suono d’insieme coeso, mentre la tracklist vede un’alternanza di canzoni e digressioni strumentali. A mo’ di cornice, due brani strumentali che chiudono i due lati dell’album. Hallopollo: un omaggio al kraut rock, una sorta di psichedelia strutturata, che si evolve fino a estinguersi in un finale totalmente votato al rumorismo.  Cani Jah è invece un collage sonoro realizzato con un registratore a quattro piste a cassetta e un delay. Gli altri brani che compongono lo scheletro di Prezzo Speciale sono invece vere e proprie canzoni, che spaziano dalla dimensione più interiore (Il Fiume, Preghiera), alla frizione tra mondo interiore e mondo esteriore, con la paranoia e la paura che ne deriva (Incubo), fino a un’osservazione disincantata della realtà quotidiana (Prezzo Speciale, Virtù Reale). Non mancano l’astrattismo (Cono Scomposto), l’ironia metatestuale (Avanguardia) e qualche piccolo gioco enigmistico in chiave pop (Il Possibile). La matrice comune è un rock psichedelico dall’incedere profondo, con la voce principale (spesso raddoppiata, triplicata e “spalmata” sui due canali stereo) che emerge e si reimmerge in un magma sonoro calmo e potente. A farla da padrone, ancora una volta, sono i testi: ritroviamo tutta l’ironia, la sensibilità, la carica dissacratoria e sarcastica a cui Deian ci aveva abituati col lavoro precedente. Speciale è il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso. Speciale è il prezzo che si paga per non aver scelto come individui di essere calati in una realtà che è lo specchio di una civiltà in conflitto, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Speciale è un aggettivo dal significato vago e di uso molto comune che definisce, altresì, qualcosa di non comune e non vago, ma peculiare. Se è vero che ci sono kili di Barrett e Beatles, un Gaetano involontario, un Conte sperato e un De Andrè innato, è vero anche che i richiami e le citazioni derivano da ascolti che sono stati metabolizzati molto bene e non lasciano sbavature. Deian (e Lorsoglabro) regala dignità vera alla canzone italiana, la inquadra in una dimensione reale delle cose, mai banale, mai patetica. La supera e la rimette al passo coi tempi. A mio avviso Deian ha i numeri per fare arrossire la maggior parte di quelli che hanno calcato quel palco che dovrebbe essere il tempio della canzone italiana, quello di Sanremo. Ma d’altra parte come ha detto Carmelo Bene “Da quando è per le plebi, l’arte è diventata decorativa, consolatoria. L’abuso d’informazione dilata l’ignoranza con l’illusione di azzerarla.”, quindi ben venga se arriva solo alle orecchie buone. No, Deian non mi ha pagato un prezzo speciale per scrivere queste cose, ma mi sento lo stesso di dirle e di augurargli tanta fortuna con questo nuovo disco e soprattutto un caloroso bentornato! Se dovessi dare un voto sarebbe 8.

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   STORIA DELLA MUSICA

Io sono una cosa scontata, io sono un saldo nel vuoto”.

 

Deian e Lorsoglabro si presenta, anzi si ripresenta, così.

Conosciuto (dal sottoscritto) per l'infallibile satiretta di costume di un brano come Danno Permanente (“Giovane col piercing / perché mi guardi torvo / col tuo cane abusivo / che ti da più sicurezza / Con l'accento alla moda / che non saprei definire / non hai mai niente da dire / ma tu zitto non stai mai”), in bilico tra divertissement cazzaro e barlumi d'acume, il torinese Deian Martinelli (classe 1981) licenzia un sophomore che allarga sensibilmente i confini della sua originaria maniera lo-fi rock. Che lo-fi, di fatto, non è più: il tutto appare ben ripulito, e i pezzi si rafforzano di solidi arrangiamenti e architetture sonore gonfie e compatte.

 

 

Nonostante un sound più strutturato lo stile di Martinelli rimane, per fortuna, lo stesso: l'ironia, quando sfugge dalle liriche, si trasla direttamente nello svolgimento musicale. Si prenda Hallopollo, irriverente sfottò di uno dei massimi capisaldi del krautrock: “vedi che lo so fare anche io? vedi che non è difficile?”, sembra dirci il sardonico Deian con fare zappiano. Sarebbe un errore, però, costringere l'album entro i confini della mera satira musicale: il disco è serio, c'è tanta dimensione autoriale, c'è molta maturazione comunicativa, seppur filtrata secondo la “leggerezza” tipica degli esordi.

 

 

E quindi l'opener Il Fiume, che si struttura in un incedere lento, per un continuo, paziente crescendo che -tra echi di canzone anni '70, soft-psichedelia e ambientazioni sonore contemporanee- apre al meglio l'album della maturità dell'ensemble torinese. Si continua con Prezzo Speciale, piccolo gioiellino di alt-rock all'italiana, con l'incalzare graffiante de Il Possibile (forse uno dei pezzi più convincenti del lotto), con l'indie-pop di Cono Scomposto o con gli eleganti arrangiamenti di Preghiera. Episodio meno a fuoco, ma non certo disastroso, l'incerta Avanguardia, in disequilibrio tra echi Bianconiani e sterile polemica che finisce per avvitarsi su se stessa, facendosi involontariamente il verso.

 

 

Un lavoro che inserisce Deian Martinelli nel giro degli artisti italiani da tenere d'occhio: una buonissima maturazione, liriche che, generalmente, scorrono senza problemi, apprezzabile intesa tra i membri della band. Non rimane ora, e ce n'è la possibilità, che alzare il tiro per raggiungere i grandi del momento. I testi scorrono, ma manca il lavoro di lima definitivo, così come si potrebbe osare di più a livello compositivo e in sede d'arrangiamento. Il curioso collage di Cani Jah (a base di registratore a quattro piste a cassetta e effetto delay) ci dimostra che si può fare.

Io sono una cosa scontata, io sono un saldo nel vuoto”.

Deian e Lorsoglabro si presenta, anzi si ripresenta, così.  Conosciuto (dal sottoscritto) per l'infallibile satiretta di costume di un brano come Danno Permanente (“Giovane col piercing / perché mi guardi torvo / col tuo cane abusivo / che ti da più sicurezza / Con l'accento alla moda / che non saprei definire / non hai mai niente da dire / ma tu zitto non stai mai”), in bilico tra divertissement cazzaro e barlumi d'acume, il torinese Deian Martinelli (classe 1981) licenzia un sophomore che allarga sensibilmente i confini della sua originaria maniera lo-fi rock. Che lo-fi, di fatto, non è più: il tutto appare ben ripulito, e i pezzi si rafforzano di solidi arrangiamenti e architetture sonore gonfie e compatte. Nonostante un sound più strutturato lo stile di Martinelli rimane, per fortuna, lo stesso: l'ironia, quando sfugge dalle liriche, si trasla direttamente nello svolgimento musicale. Si prenda Hallopollo, irriverente sfottò di uno dei massimi capisaldi del krautrock: “vedi che lo so fare anche io? vedi che non è difficile?”, sembra dirci il sardonico Deian con fare zappiano. Sarebbe un errore, però, costringere l'album entro i confini della mera satira musicale: il disco è serio, c'è tanta dimensione autoriale, c'è molta maturazione comunicativa, seppur filtrata secondo la “leggerezza” tipica degli esordi.  E quindi l'opener Il Fiume, che si struttura in un incedere lento, per un continuo, paziente crescendo che -tra echi di canzone anni '70, soft-psichedelia e ambientazioni sonore contemporanee- apre al meglio l'album della maturità dell'ensemble torinese. Si continua con Prezzo Speciale, piccolo gioiellino di alt-rock all'italiana, con l'incalzare graffiante de Il Possibile (forse uno dei pezzi più convincenti del lotto), con l'indie-pop di Cono Scomposto o con gli eleganti arrangiamenti di Preghiera. Episodio meno a fuoco, ma non certo disastroso, l'incerta Avanguardia, in disequilibrio tra echi Bianconiani e sterile polemica che finisce per avvitarsi su se stessa, facendosi involontariamente il verso. Un lavoro che inserisce Deian Martinelli nel giro degli artisti italiani da tenere d'occhio: una buonissima maturazione, liriche che, generalmente, scorrono senza problemi, apprezzabile intesa tra i membri della band. Non rimane ora, e ce n'è la possibilità, che alzare il tiro per raggiungere i grandi del momento. I testi scorrono, ma manca il lavoro di lima definitivo, così come si potrebbe osare di più a livello compositivo e in sede d'arrangiamento. Il curioso collage di Cani Jah (a base di registratore a quattro piste a cassetta e effetto delay) ci dimostra che si può fare.

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  IN YOUR EYES 'ZINE

A cinque anni dal loro ultimo disco i Deian & Lorsoglabro (Deian Martinelli, Gabriele Maggiorotto, Alberto Moretti) ritornano per I Dischi Del Minollo con Prezzo Speciale. Il nuovo lavoro, mettendo da parte le tendenze lo-fi, si compone di dieci piacevoli brani indie pop/indie rock che dialogano, spesso e volentieri, con la psichedelia.L’apertura è affidata al lento e delicato scorrere de Il Fiume che, tra violino, tastiere e annoiati colpi di batteria, avvolge con la sua pigra dolcezza, introducendo la chitarra leggermente sgranata (su cui si sviluppa l’intero pezzo) della lievemente ipnotica Prezzo Speciale. Avanguardia, ariosa e rilassata, scorre morbida tra esplosioni di chitarra e parole mai banali, mentre le piacevoli note di pianoforte e basso di Cono Scomposto, salgono e scendono fra strofe e ritornelli, delineando atmosfere solari. La successiva Hallopollo, invece, tributando con ironia i Neu!, tiene incollati con il suo incalzante procedere ritmico fatto di synth alle spalle, manipolazioni sonore e ubriacature di chitarra, lasciando che a proseguire siano i leggeri sfoghi (costellati di cori, momenti più incisivi, melodie accattivanti) di Virtù Reale e il frizzante sfrecciare dell’energica Il Possibile. Incubo, infine, ancora una volta rilassata e diretta, accarezza dolcemente, cedendo spazio al pacato coinvolgere della delicata Preghiera e al composto “svalvolare” della conclusiva (e strumentale) Cani Jah.Il secondo album dei Deian & Lorsoglabro (se escludiamo quello “non ufficiale” del 2004), risultando più ordinato e a fuoco rispetto al precedente (che comunque non era per niente male), agguanta con facilità giudizi più che positivi. I tre musicisti, tra pop d’autore, testi curati, derive psichedeliche e molta esperienza, vi regaleranno sicuramente soddisfazioni. Un ritorno decisamente gradito.

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   MUSICALNEWS

E’ uscito il 7 marzo 2014 il nuovo album di Deian & Lorsoglabro dal titolo Prezzo speciale, per i Dischi del Minollo. “Speciale è il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso. Speciale è il prezzo che si paga per non aver scelto come individui di essere calati in una realtà che è lo specchio di una civiltà in conflitto, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Speciale è un aggettivo dal significato vago e di uso molto comune che definisce qualcosa di non comune e non vago, ma peculiare. Speciale è l’aggettivo che viene utilizzato per qualificare il prezzo di molti beni di consumo, di prodotti costruiti per alimentare una filiera che fa capo a una sola ragione d’essere, i soldi. Speciale è anche il prezzo che si paga per l’assurdità di ritenersi innocenti, non complici, estranei al sistema di cui invece si è una parte, infinitesimale, ma l’unica parte su cui ognuno può avere una reale influenza: se stessi. Ripiegarsi in sé, in quest’ottica, non è un segno di autismo, ma di compenetrazione con l’esterno, da cui filtra il mondo per riuscirne contaminato dall’individuo, così come quest’ultimo viene contaminato dal mondo. E viceversa, e viceversa, e viceversa”. Così Deian & Lorsoglabro spiega il titolo dell’album, 10 canzoni registrate in un arco temporale piuttosto ampio e registrate in diversi luoghi, con tecnologie eterogenee: registratore a cassetta, home recording, studio, passaggi dall’analogico al digitale e viceversa. Il risultato è un album di suoni volutamente ovattati e compressi, come se si volesse stemperare la potenza delle chitarre e degli strumenti elettrici e se questo crea un risultato eccellente nella prima canzone della tracklist Il Fiume regalandole un’atmosfera di sospensione funzionale con il testo intimo del pezzo, in altri casi penalizza le canzoni più ironiche come nel caso di Prezzo speciale o Avanguardia. Ma d’altra parte è proprio in quest’ultima canzone che Deian risponde ai possibili critici: “Volevi qualche suono alla moda/ volevi poter dire ho capito/ ma l’abito è solo un vestito”. I testi sono graffianti e ricordano alcune canzoni di Rino Gaetano: “non pensavi a quello che hai/ ma a quello che non hai/ non ne avevi bisogno e ora ce l’hai/ e cosa te ne fai/ io sono un saldo nel vuoto/ non pensare a quello che hai ma a quello che non hai” (Prezzo speciale). Ci sono anche momenti più intimi e poetici come in Preghiera e la già ricordata Il fiume e canzoni che sono un’osservazione della realtà quotidiana Virtù reale, il tutto amalgamato in un rock psichedelico dove le parole sembrano tuffarsi e riemergere da un magma sonoro che ribolle.

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  SEESOUND

“Speciale è il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso”.

Nelle parole c’è una velata accusa al mondo di oggi e nella musica c’è una immensa malinconia di quello che è stato e non tornerà mai. Prezzo Speciale è l’album in uscita il 7 Marzo di Deian & Lorsoglabro, per I Dischi del Minollo con la collaborazione di Edisonbox. Da Torino, il gruppo si forma grazie a Deian che comincia a far girare nel mondo suoni e parole che vanno gradualmente da delle grezze bozze a delle vere e proprie canzoni, racchiuse poi nel CD autoprodotto Il Fantasma dell’Impossibile, nel 2004. Notato da Bugo, Deian conosce Gabriele Maggiorotto alla batteria e Stefano Danusso al basso e mette su nel 2006 una band dal nome Lorsoglabro. Verso un folk rock psichedelico, il gruppo collabora live con tastieristi e chitarristi fino ad arrivare al primo disco ufficiale Omonimo, prodotto anche da Cristiano Lo Mele, il chitarrista dei Perturbazione. È però con l’arrivo di Alberto Moretti al posto del Danusso che i Lorsoglabro si ricompattano e il power trio può dar vita, nel 2014, a un album complessivamente ben riuscito, con alcune sfaccettature difficili da interpretare. Parliamo di Prezzo Speciale con un sound piuttosto speciale, tra vero e proprio rumore mixato a leggerezza acustica in dieci brani tra grezzo strumentale e raffinatezza melodica. Come il primo e l’ultimo brano, Il Fiume e Cani Jah. Il primo una ballata rilassante, il secondo rumore senza apparente coesione. Prezzo Speciale che dà il nome all’album è la seconda track, con un ritmo riconoscibile, batteria ritmica e voce malinconica. In tre minuti Deian e Lorsoglabro danno voce a un’epoca in cui veniamo catapultati in una “realtà che è lo specchio di una civiltà in conflitto, con tutte le drammatiche conseguenze del caso”. Una visione più o meno simile c’è anche nella disincantata Virtù Reale, mentre in Avanguardia, con ritmo cadenzato il trio si spinge verso l’ironia. Più allegra è la versione di Cono Scomposto, anche se il testo è alquanto surreale e lascia libera interpretazione. Arriva poi un brano totalmente strumentale, in omaggio al krautrock: Hallopollo è un’improvvisazione pensata, che si apre con ritmo e finisce nel rumore. Non manca il pop in Il Possibile, con una voce raddoppiata e un giro di chitarra che tutto sommato rende gradevole il pezzo. Incubo vede il trio fermo a un sound riconoscibile e spensierato, in netto contrasto con il testo che è un inno alla paura. Il penultimo brano, Preghiera, dà spazio al timbro vocale di Deian, che riempie l’ascolto con una ballata lenta, una dolce ninna nanna. Prezzo Speciale di Deian e Lorsoglabro si basa su un mix di sapori musicali, dal rock psichedelico al pop, e il tutto arriva all’ascoltatore a tratti facile come un vento caldo, altre volte difficile come tempesta a ciel sereno. Di sicuro si nota una certa maestria nel coinvolgimento, sia nei testi che nella musica, perché il trio non ha paura di spaziare e di arrivare a un pubblico più vasto di quello che ci si può aspettare da una band del genere. Tutto questo è possibile anche grazie agli strumenti utilizzati per la registrazione, come registratore a cassetta, home recording, studio, passaggi dall’analogico al digitale e viceversa, che hanno visto Deian e Lorsoglabro lavorare duramente per un arco di tempo piuttosto lungo. Cinque lunghi anni di sperimentazione per sfociare in Prezzo Speciale, con un nome che è tutto un programma e un ascolto intelligente, ma anche leggero.

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  CHIMERA

Nel loro secondo disco, il trio piemontese ci offre un’ avvincente fuga dal mondo, tra folk e psichedelia .

Speciale è il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso. Speciale è il prezzo che si paga per non aver scelto come individui di essere calati in una realtà che è lo specchio di una civiltà in conflitto, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Speciale è un aggettivo dal significato vago e di uso molto comune che definisce qualcosa di non comune e non vago, ma peculiare…”. Nella prima parte di questo comunicato di presentazione del disco, chiamato appunto Prezzo Speciale (in uscita il 7 marzo), Deian Martinelli, torinese classe ’81, fornisce le coordinate concettuali del suo secondo lavoro (terzo, considerando un primo cd autoprodotto nel 2004) sotto forma di trio folk rock psichedelico, Lorsoglabro appunto. In dieci brani, Deian & Lorsoglabro esprimono appieno il desiderio di fuga, il rifiuto di una dimensione bellica dell’esistenza. Lo stesso logo del gruppo, con un occhio inscritto in tre tronchi disposti a triangolo, fa pensare a una volontà di raffigurarsi come demiurghi nascosti tra la selva. E in effetti la sensazione di ritrovarsi sperduti in un bosco, imbevuto di odori di muschio e terra umida, rimane pervasiva lungo tutto l’ascolto dell’album. Soprattutto la musica (di cui lo stesso Deian è amante smanettone) porta a una sfera altra, fatta di isolamento e intimità. Prezzo speciale è un album scritto “in un arco temporale piuttosto ampio, registrato erraticamente in vari luoghi e con tecnologie eterogenee: registratore a cassetta, home recording, studio, passaggi dall’analogico al digitale e viceversa”. Il risultato potrebbe sembrare piuttosto azzardato, eppure il disco suona “paradossalmente coeso”, come lo stesso gruppo ha scritto. È forte il senso di sperimentazione elettronica all’interno di una struttura semplice che può offrire un power trio, e preponderanti sono i veli sonori sintetizzati all’interno delle canzoni (quasi a fungere da coperta contro il mondo esterno). Eppure tutto scorre placidamente, senza volute forzature. Proprio la traccia d’apertura Il fiume (Ti ricorderai di me quando sarò nel mare?) abbozza uno schizzo generale del disco: Beatles e Syd Barrett raccolti a piene mani, tra intimità (la stessa Il fiume e Preghiera), ironia e sarcasmo (Avanguardia e Cono scomposto), le seghe mentali (Incubo) e piacevoli citazioni immerse in -e in fuga da- un consumismo sentimentale (Sono un orpello di qualità, o una formalità – CCCP nella title track). Se le singole canzoni ricercano il raccoglimento in solitudine, lo stesso fa la struttura complessiva dell’album, ideato più per il calore del vinile. A chiusura di ogni lato troviamo un brano squisitamente strumentale e di impostazione sperimentale. Hallopollo omaggia le ritmiche serrate del krautrock, messo in gioco tra onirismi vari, fino a uno scioglimento a favore di un noise più minimale, di oggetti percossi e riverberi. Struttura quasi speculare per Cani Jah, con un inizio quasi post rock fino a un tappeto di sintetizzatori a viso scoperto. Nonostante gli impasti sonori, le sovraincisioni, non c’è odore di manierismo. Prezzo speciale è un disco innocente, animato da uno spirito musicale puro. Basta finire di leggere le dichiarazioni di Deian per capirlo: “Speciale è anche il prezzo che si paga per l’assurdità di ritenersi innocenti, non complici, estranei al sistema di cui invece si è una parte, infinitesimale, ma l’unica parte su cui ognuno può avere una reale influenza: se stessi. Ripiegarsi in sé, in quest’ottica, non è un segno di autismo, ma di compenetrazione con l’esterno, da cui filtra il mondo per riuscirne contaminato dall’individuo, così come quest’ultimo viene contaminato dal mondo. E viceversa, e viceversa, e viceversa.

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   EXTRA MUSIC MAGAZINE !

Ho scoperto Deian all’apertura del concerto torinese del Traffic Free Festival di Nick Cave & The Bad Seeds nel 2009, e questo cantautore torinese, accompagnato dalla sua band mi era subito piaciuto. ”Prezzo Speciale è il terzo lavoro di Deian, fra psichedelia e ballate folk-rock.
Strumentale e acustico è tutto ciò che troverete all’interno del disco, uscito sia in cd che in vinile. 10 pezzi ruvidi, grezzi, mixati a melodie ed atmosfere raffinate. Questa è la forza di Deian e Lorsoglabro, ovvero quella capacità di rendere una ruga una dolce carezza.
Anni di lavoro e sperimentazione hanno dato i loro frutti con l’utilizzo del registratore a cassetta, l’home recording, studio ed il passaggio dall’analogico al digitale. “Prezzo Speciale” è una sorta di fuga da questa realtà, ballate intime e malinconiche come ne Il Fiume e Preghiera passando all’ironia di Avanguardia, accostate a 2 brani puramente strumentali e visionari che chiudono i due lati dell’album. Un viaggio dentro ad una bolla di sapone immersa nell’acido lisergico dell’LSD, come piacerebbe tanto a Syd Barrett. - See more at: http://www.xtm.it/DettaglioEmergenti.aspx?ID=15264#sthash.ZbxhKuC6.jvRfjqIH.dpuf

Ho scoperto Deian all’apertura del concerto torinese del Traffic Free Festival di Nick Cave & The Bad Seeds nel 2009, e questo cantautore torinese, accompagnato dalla sua band mi era subito piaciuto. ”Prezzo Speciale è il terzo lavoro di Deian, fra psichedelia e ballate folk-rock.  Strumentale e acustico è tutto ciò che troverete all’interno del disco, uscito sia in cd che in vinile. 10 pezzi ruvidi, grezzi, mixati a melodie ed atmosfere raffinate. Questa è la forza di Deian e Lorsoglabro, ovvero quella capacità di rendere una ruga una dolce carezza.  Anni di lavoro e sperimentazione hanno dato i loro frutti con l’utilizzo del registratore a cassetta, l’home recording, studio ed il passaggio dall’analogico al digitale. “Prezzo Speciale” è una sorta di fuga da questa realtà, ballate intime e malinconiche come ne Il Fiume e Preghiera passando all’ironia di Avanguardia, accostate a 2 brani puramente strumentali e visionari che chiudono i due lati dell’album. Un viaggio dentro ad una bolla di sapone immersa nell’acido lisergico dell’LSD, come piacerebbe tanto a Syd Barrett

Ho scoperto Deian all’apertura del concerto torinese del Traffic Free Festival di Nick Cave & The Bad Seeds nel 2009, e questo cantautore torinese, accompagnato dalla sua band mi era subito piaciuto. ”Prezzo Speciale è il terzo lavoro di Deian, fra psichedelia e ballate folk-rock.
Strumentale e acustico è tutto ciò che troverete all’interno del disco, uscito sia in cd che in vinile. 10 pezzi ruvidi, grezzi, mixati a melodie ed atmosfere raffinate. Questa è la forza di Deian e Lorsoglabro, ovvero quella capacità di rendere una ruga una dolce carezza.
Anni di lavoro e sperimentazione hanno dato i loro frutti con l’utilizzo del registratore a cassetta, l’home recording, studio ed il passaggio dall’analogico al digitale. “Prezzo Speciale” è una sorta di fuga da questa realtà, ballate intime e malinconiche come ne Il Fiume e Preghiera passando all’ironia di Avanguardia, accostate a 2 brani puramente strumentali e visionari che chiudono i due lati dell’album. Un viaggio dentro ad una bolla di sapone immersa nell’acido lisergico dell’LSD, come piacerebbe tanto a Syd Barrett. - See more at: http://www.xtm.it/DettaglioEmergenti.aspx?ID=15264#sthash.ZbxhKuC6.jjjcWq84.dpuf

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Ho scoperto Deian all’apertura del concerto torinese del Traffic Free Festival di Nick Cave & The Bad Seeds nel 2009, e questo cantautore torinese, accompagnato dalla sua band mi era subito piaciuto. ”Prezzo Speciale è il terzo lavoro di Deian, fra psichedelia e ballate folk-rock.
Strumentale e acustico è tutto ciò che troverete all’interno del disco, uscito sia in cd che in vinile. 10 pezzi ruvidi, grezzi, mixati a melodie ed atmosfere raffinate. Questa è la forza di Deian e Lorsoglabro, ovvero quella capacità di rendere una ruga una dolce carezza.
Anni di lavoro e sperimentazione hanno dato i loro frutti con l’utilizzo del registratore a cassetta, l’home recording, studio ed il passaggio dall’analogico al digitale. “Prezzo Speciale” è una sorta di fuga da questa realtà, ballate intime e malinconiche come ne Il Fiume e Preghiera passando all’ironia di Avanguardia, accostate a 2 brani puramente strumentali e visionari che chiudono i due lati dell’album. Un viaggio dentro ad una bolla di sapone immersa nell’acido lisergico dell’LSD, come piacerebbe tanto a Syd Barrett. - See more at: http://www.xtm.it/DettaglioEmergenti.aspx?ID=15264#sthash.ZbxhKuC6.jjjcWq84.dpuf

  CRAMPI 2

Deian è Deian Martinelli da Moncalieri, classe 1981: una giovinezza artistica passata nella propria camera a sperimentare con strumenti e tecnologie ormai quasi fuori dal tempo, fino all’esordio discografico del 2004, “Il fantasma dell’impossibile”, che attirò una certa attenzione tra gli addetti ai lavori, a cominciare da Bugo, che volle Deian ad aprire i suoi concerti.Lorsoglabro sono, sostanzialmente, Gabriele Maggiorotto e Alberto Moretti, sodali del nostro, in una struttura costantemente pronta ad aprirsi ad altre collaborazioni, o a mutare veste, prendendo derive più sperimentali e improvvisative nel quasi omonimo progetto Lorsotronico. Non che la musica di Deian e soci sia di suo priva di risvolti sperimentali: la proposta del cantautore torinese e dei suoi compagni di strada è quella di un folk sghembo, di un cantautorato obliquo dai climi spesso e sovente raccolti, retaggio della sua attitudine ‘domestica’, su qui aleggia un’atmosfera rarefatta, onirica, come se voce suoni provenissero da una zona dove la realtà tende a sfumare, dilavando lentamente nel sogno. Il pop venato di psichedelia dei Beach Boys o quello più marcatamente lisergico di Syd Barrett (influenza quest’ultima esplicitamente ammessa) sono dietro l’angolo nei suoni, all’insegna di un canonico ensemble a base di chitarre (Deian), sezione ritmica (Maggiorotto / Moretti), condite da tastiere, effetti vari ed archi occasionali a dipingere scene vagamente cangianti, in cui c’è sempre quale elemento apparentemente ‘fuori posto’, a rendere il tutto meno stabile e prevedibile. Una sensazione di ‘instabilità’ che ritroviamo nel cantato, indolente e quasi distratto (e pensandoci non è un caso che Deian abbia attratto l’attenzione di un altro ‘irregolare’ del cantautorato italiano come Bugo), come se cantando l’attenzione, il pensiero, l’immaginazione fossero continuamente distolti da altro, tendendo ad andare altrove… Brani dalla forte impronta pop volti al sarcasmo sui lati più tragicamente ridicoli della società (a partire dalla ‘mitologia del Prezzo Speciale) citato nel titolo, sferzate all’avanguardia (memori della lezione di Freak Antoni e degli Skiantos), episodi maggiormente irruviditi, brani più apertamente volti alla dilatazione e a paesaggi onirici anche nel testo, e due composizioni strumentali che offrono un assaggio del lato più sperimentale del gruppo e pezzi che gettano lo sguardo su territori più surreali. Deian e Lorsoglabro ci regalano un disco per certi versi magnetico, che cerca – spesso riuscendoci – di non offrire certezze all’ascoltatore, lasciandolo spesso nella curiosità di vedere cosa gli viene riservato dietro ogni svolta, dietro ogni angolo.

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   GHIGLIOTTINA.IT

Macchie di parole e note, raffinate fino a diventare surreali, ballate imperniate su scalette strumentali. Fruscìo e rumori di fondo che riducono all’osso ogni tipo di effetto scenico, formando, nel 2004, le quindici tracce autoprodotte de “Il Fantasma dell’Impossibile“. Un lavoro interessante, che spinge Bugo a chiamare Deian – Martinelli – per aprire qualche sua data.A distanza di due anni, l’inizio di un percorso psichedelico che vira dal folk rock, e l’apertura della data del tour di Nick Cave & The Bad Seeds a Torino. Nasce Lorsoglabro, con l’inserimento del basso di Stefano Danusso, poi sostituito da Alberto Moretti, e della batteria di Gabriele Maggiorotto, oltre all’alternarsi di quando in quando degli effetti speciali di Alessandro Arianti alle tastiere, dai fiati di Francesco Grano o della chitarra elettrica del fratello di Deian, Tristan – dei Numero 6 – . Proprio lui, che insieme a Cristiano Lo Mele dei Perturbazione – in gara nell’edizione di Sanremo appena conclusa – contribuisce alla produzione dell’album d’esordio “Omonimo”. Per arrivare infine a oggi, o meglio al prossimo 7 marzo, giorno in cui il gruppo torinese Deian e Lorsoglabropubblicherà per I Dischi del Minollo, con la collaborazione di Edisonbox, “Prezzo Speciale”. Un cd e un vinile per l’ultimo lavoro ricco di articolati arrangiamenti e d’inserti elettronici. Una tendenza che ha determinato la mescolanza ibrida delle due facce – strumentale e acustica, tra “registrazione a cassetta, home recording, studio, passaggi dall’analogico al digitale e viceversa” – della band su e giù dal palco, e la contestuale genesi di Lorsotronico. La canzone viene racchiusa in due ali strumentali, che aprono e chiudono il progetto. Dieci brani, che fanno il loro giro di boa con un omaggio progressive influenzato dal kraut rock – in “Hallopollo” – e giungono verso la conclusione con il collage sonoro di “Cani Jah”. A far da collante una profonda voce “raddoppiata, triplicata e ‘spalmata’ sui due canali stereo”, che rende possibile la coesistenza delle diverse influenze, che non predominano l’una su l’altra ma lasciano che sia “il fantasma di Syd Barrett a decretare cosa sia giusto e cosa no”. Esulando da giochi enigmistici, concetti astratti e metatestuali – “Il Possibile”, “Cono Scomposto”, “Avanguardia” -, le parole indagano “la paranoia e la paura che ne deriva” – “Incubo” -, ispezionano dimensioni interiori – “Preghiera”, “Il Fiume” -, osservano il disincanto della realtà di tutti i giorni con “Virtù Reale” e il brano che dà il nome all’album, ossia “Prezzo Speciale”.  Due termini, questi, di uso più che comune, “dal significato vago che definisce qualcosa peculiare”, che corollano “il prezzo di molti beni di consumo, di prodotti costruiti […] per i soldi”. Ma che per Deian e Lorsoglabro nascondono insidie, puntano il dito sulla società odierna, chiamano a una maggiore consapevolezza da parte di tutti. Speciale infatti è “il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso, […] per non aver scelto come individui di essere calati in una realtà che è lo specchio di una civiltà in conflitto, […] e che si paga per l’assurdità di ritenersi innocenti, non complici, estranei al sistema di cui invece si è una parte, infinitesimale, ma l’unica parte su cui ognuno può avere una reale influenza: se stessi”.  La release del mondo a “Prezzo Speciale” avverrà proprio il 7 marzo al Blah Blah di Torino. Proprio lì, a poca distanza da quella camera dove tutto ebbe inizio.

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“Speciale è il prezzo che chiunque sta pagando per ciò che nessuno in particolare ha deciso”. Così Deian & Lorsoglabro hanno descritto il loro ultimo lavoro, Prezzo speciale, in uscita il prossimo 7 marzo per I Dischi del Minollo, con la collaborazione di Edisonbox. A quattro anni di distanza dal precedente Omonimo, a raccogliere i frutti di questi anni di concerti e cambiamenti ci pensano questi dieci nuovi brani, nati da registrazioni erranti ed eterogenee: registratore a cassetta, home recording, studio, passaggi dall’analogico al digitale e viceversa. Il risultato, tuttavia, è quello di un suono omogeneo e ben strutturato: una sequenza di pezzi che sembrano a loro volta parti di un’unica grande canzone, grazie anche alla presenza di due brani strumentali all'inizio e alla conclusione dell'album: il fiume e Cani Jah. Quest'ultimo in particolare è stato descritto da Deian come un vero e proprio collage sonoro, realizzato con un registratore a quattro piste a cassetta e un delay. “Non sapremmo indicare influenze definite nella lavorazione del disco. Chi ha portato il kraut e chi l’elettronica, ma poi c’è sempre il fantasma di Syd Barrett a decretare cosa sia giusto e cosa no”. Nel bel mezzo dei due poli strumentali si spazia dal viaggio nella dimensione più interiore (Preghiera), fino alla paranoia derivante dalla frizione mondo interiore/esteriore (Incubo), per arrivare ad un’osservazione disincantata della realtà quotidiana (Prezzo Speciale, Virtù Reale). Non mancano poi l’astrattismo (Cono Scomposto), l’ironia metatestuale (Avanguardia) e una piccola toccata e fuga nel mondo delle sonorità pop (Il Possibile). Eterogeneo, sì, ma pur sempre un album rock: psichedelico, più precisamente, con la voce principale spesso raddoppiata e triplicata sui due canali stereo che dà l'impressione di immergersi in un magma sonoro calmo e potente. Senza dubbio il frutto più maturo di Deian Martinelli, classe 1981. Assieme a Gabriele Maggiorotto e Stefano Danusso (batteria e basso), nel 2006 è nato Lorsoglabro, formazione che ha indirizzato le canzoni di Deian verso l'attuale impronta folk rock psichedelica che le caratterizza. Con l’arrivo poi di Alberto Moretti al basso al posto di Danusso, Lorsoglabro si è ricompattato intorno alla formula del power trio elettrico e acustico, dando forma a delle improvvisazioni che trascendono lo schema della canzone per poi ritrovarlo in modo del tutto spontaneo. Una nuova tendenza che determina la genesi di un nuovo nome, da affiancare al precedente: Lorsotronico. Spesso nei concerti le due anime della band si mescolano dando luogo a un’esibizione ibrida, tra canzoni e brani strumentali.  È grazie alle registrazioni raccolte in vari contesti da Alessandro Arianti e mixate da Ezra Capogna che ha preso forma Prezzo Speciale.

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    LA CADUTA

Esce il 7 Marzo 2014 per I Dischi Del Minollo, in collaborazione con Edisonbox, il nuovo album di Deian & Lorsoglabro, Prezzo Speciale. Il disco è stato registrato in un arco di tempo abbastanza ampio e con tecniche diverse: home recording, studio, digitale e anologico, registratore a cassetta. Anche la natura dei brani è eterogenea, ma ancorata saldamente ad un pop molto fitrato e personale. Una certa nota psichedelica permea l’album, donandogli un’atmosfera a tratti surreale e sopratutto nostalgica. Molto evidenti sono anche certi legami con il mondo del cantautorato: da Syd Barrett fino ai nostri grandi cantautori, passando però per stili diversi, come il kraut-rock. Le musiche sono mutevoli: si passa, oltre alla canzone tradizionale di stampo cantautoriale, alle filastrocche, alle improvvisazioni strumentali. In primo piano la voce di Deian, che riversa frasi, giochi di parole, discorsi nonsense parlando di quello che è il suo modo di vivere la realtà quotidiana (Prezzo Speciale o Virtù Reale), cercando in maniera forse un po’ arrogante di farsi voce della società moderna, ricadendo troppo spesso in circoli autoreferenziali (Incubo e Preghiera). Le musiche, anche se ben arrangiate, sono scarne e poco interessanti: risultando troppo ripetitive e relegate troppo spesso al ruolo di accompagnamento, non riescono a catturare l’ascoltatore o a rendere più incisivo il messaggio; per cui le canzoni risultano troppo lunghe e noiose (Il Fiume o Avanguardia), ma soprattutto leggere e lontane. Inoltre, i testi sono privi di poesia, spesso cantati in maniera infantile e piatta, come in Cono Scomposto. In tutto l’album non si fa altro che parlare senza però dire niente, imbellettando il flusso di pensieri in modo ingenuo e anonimo. Manca una qualità di fondo, e il bel timbro di voce non basta, poichè alla lunga risulta ridondante. Neanche nei due brani strumentali, Hallopollo e Cani Jah, si riesce a dare più corpo alla musica, finendo in un insensato rumorismo. Insomma, Prezzo Speciale è un disco che parla di sè e che cerca di dare sostanza a niente di preciso, creando un’ atmosfera masticabile forse solamente da chi è vicino alla moderna scena pop-cantautoriale italiana.