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press-reviews ZIVAGO ("Franco EP")

 

  STEREO INVADERS

Un cielo grigio si staglia fuori alle quattro pareti che ci circondano. Un piccolo spiraglio ci permette di guardare fuori, oltre l’orizzonte. Ci incamminiamo idealmente lungo una strada, odore di pioggia arriva da lontano, fremiti che ci fanno tornare alla realtà. Il turbamento ottenebra i nostri pensieri, realismo che spegne speranze. Questo clima, così uggioso e malinconico, viene sprigionato nelle note degli Zivago, progetto Indie che guarda anche a casa nostra, e al taglio tipicamente cantautoriale del Rock. In tal senso, vi segnaliamo la profondità ed il valore dei testi, vere e propria storia da seguire attentamente in ogni traccia. Dal punto di vista sonoro, al di là di qualche sperimentazione qua e là, tutto echeggia familiare. Crediamo però che l’intenzione della band fosse quella di porre l’accento sul discorso testuale, più che su quello musicale. Le qualità ci sono, ed anche la sensibilità. Espressioni acustiche in primo piano, e minimali accenni di eteree ambientazioni di fondo sono gli aspetti da cui partire per un futuro e più consapevole lavoro in studio.

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bandiera_italia   INDIE PER CUI

Gli Zivago raccontano storie sussurate, tristi, allegre, bianche, scure piene di ricordi da poter decifrare in silenzio, un ascolto ricco di attenzioni verso ciò che è stato per perpetuare un moto infinito, silenzioso quasi perfetto. Una chitarra elettrica pulitissima che trasforma il cantautorato in avanguardia concentrando suoni ed echi profondi lungo le sei tracce di questo Ep dai risvolti crudi, sinceri e immacolati.Gli Zivago sono Lorenzo Parisini alla voce, chitarre, basso, tastiere e Andrea Zonescuti alla voce, batterie e tastiere che registrano in CasaMedusa grazie a Paolo Perego (Amor Fou) e Francesco Campanozzi (Le gros ballon, the pianomachine) il loro “Franco ep” mentre la masterizzazione viene curata da Cristian Alati (Gatto Ciliegia).Canzoni sul tempo, sull’insegnamento, un quadro impressionista che regala emozioni suggestive quasi un’indicazione di come usare i colori nel corso del giorno che avanza.Ecco allora che pezzi come “Adele o dell’attesa” e “Fragilità” si fanno spazio in modo preponderante lasciando alla bellissima “Considerazioni” il tempo per avanzare nella finale “Domeniche di Maggio”.Un disco in cui gli accorgimenti stilistici sono un valore aggiunto per completare un’opera fatta di piccole storie e grandi parole.Un incontro importante per chi vuol fare musica in Italia, quasi d’obbligo aggiungerei io.

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bandiera_italia   SHIVER

Gli Zivago nascono musicalmente nel 2000 come trio (Lorenzo Parisini, Paolo Morandi e Antonello Raggi) all’interno di quei circuiti universitari in cui crescono, e molto spesso muoiono, tantissime band. Poco dopo al trio si unisce Andrea Zonescuti e per un po’ tutto prende una giusta piega, riescono a suonare in giro senza però riuscire a   mettere in piedi i presupposti per la realizzazione di un album vero e proprio. Tuttavia il gruppo si scioglie e ognuno decide per se, però accade che il tarlo di quella idea musicale resti a scavare nella testa di chi ha creduto in quel progetto e difatti nel 2011 Lorenzo e Andrea si ritrovano per edificare ciò che era stato lasciato al tempo incompiuto. Lo sforzo, le idee e le ispirazioni del duo prendono finalmente vita nell’Ep intitolato Franco, in uscita a Maggio nella sola versione digitale su I Dischi del Minollo. A collaborare sul mini album c’è Vince Merlino (ex Anonimo Ftp) e Antonello Raggi (The Pianomachine, Satan Is My Brother), il quale si occupa anche della produzione di alcuni di questi.  Paolo Perego (Amor Fou), Francesco Campanozzi (Le Gros Ballon, The Pianomachine) e Cristian Alati (Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo) si sono occupati rispettivamente della registrazione, del mixaggio e della masterizzazione di “Franco”. Le sei tracce contenute nell’ep sono tutte cantate in italiano, una leggera sfumatura nella voce di Lorenzo ricorda l’ugola di Elio (degli Elii), e sono legate l’una all’altra da una spessa corda che rende l’intero lavoro compatto, da ascoltare come un concept: “Questa è la storia dell’amore di un bandito e di una donna dagli occhi tristi. Questa è la storia di un’amicizia tra un poliziotto e un bandito e del giorno in cui lo dovette arrestare: il suo rimorso, le sue domande che come polvere lo soffocano e un bicchiere di whisky per far scivolare lontano l’angoscia. Questa è la storia di una donna che ama un bandito, che lo vede andar via in manette, del suo dolore ora che non ha più mani da accarezzare ma solo giorni che scorrono come metallo fuso, forgiati in rimorsi d’acciaio. Questa è la storia di un uomo che in una cella di 5 metri quadrati può solo ripensare al passato: alle domeniche di Maggio di un infanzia senza sogni, a una madre che non lo ha mai lasciato libero di scegliere, alla prima volta in cui conobbe la sua meravigliosa donna, lucente nel suo abito di pizzo.” Musicalmente invece il disco si apre timido su spirali folk (“Franco”, “Adele o dell’attesa”) che molto presto vanno ad infrangersi su muri new wave, l’uso del piano impreziosisce le melodie e nelle tracce finali (“Le Considerazioni”, “Domeniche di Maggio”) un tocco di elettronica ben incastrata agli strumenti sposta le coordinate sonore su interessanti territori sintetici da approfondire in futuro. Un opera prima con una scrittura già matura e ben collaudata, soprattutto negli arrangiamenti. Qualche limatina qua e là quando sarà il momento di pubblicare il primo full lenght e avremo un’altra band su cui fare affidamento. Tutto grazie anche a quel tarlo che non ha mai smesso di scavare nella testa di Lorenzo e Andrea.

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bandiera_italia  ROCKIT

“Franco Ep,” primo lavoro dei milanesi Zivago, è un disco che racconta una storia. Se ascoltato attentamente, infatti, si capisce da subito che si tratta di un racconto complesso, serio. Da seguire con attenzione, senza tralasciare nessuna parola durante l’ascolto, sarebbe come saltare alcune pagine di un libro. “Franco nasce dalla voglia di parlare di tutte quelle persone che racchiudono dentro di sé una follia e che la portano con loro come fosse una stigmate” – dichiarano – “è l’insieme di ritratti di persone le cui storie sono intrecciate in un’unica tela”. Il primo ritratto appare in “Franco”, un bandito con “Ricordi osceni / La polizia dietro / E il passato davanti”, introdotto da versi flessuosi e leggeri, per poi continuare con “Adele o dell’Attesa”, (la donna che ama il suddetto bandito), traccia dai tecnicismi molto delicati, corde di chitarra sinuosamente toccate e sintetizzatori sommessi. A metà della storia troviamo “Un altro Whiskey”, un trotterellare di chitarra e pianoforte in cui siamo ancora in un’atmosfera di mancanza e ricordi confusi, mentre “Fragilità" è una ballata accompagnata da un synth che ricorda un po' i The Horrors. L'ultimo capitolo spetta invece a “Domeniche di Maggio”, ricordi di un’infanzia che rotolano fra i tasti di un piano, acusticherie sinuose e morbide elettroniche. Arrivati alla fine si capisce che "Franco Ep" non è un disco da ascoltare perchè sta bene con l'arredamento o come sottofondo per un aperitivo casalingo, tantomeno durante un viaggio verso il mare, per dirla tutta. Ci vuole attenzione, sinuosità di pensiero, un ascolto ricco e un po' di immaginazione per dare forma alle parole. Dopo qualche ascolto ci si aspetta però che il climax di atmosfere urbane, angoscia e amarognole urbanità salga, mentre il disco scorre in maniera troppo pacata, senza mai "esplodere" davvero. Forse gli Zivago avrebbero potuto osare di più, aspetto il prossimo lavoro sicura delle loro potenzialità.

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bandiera_italia  KD COBAIN

Esordio per i milanesi Zivago, duo composto da Lorenzo Parisini (voce, chitarre, basso e tastiere) e da Andrea Zonescuti (voce, batteria, tastiere). Questo “Franco Ep” nasce dalla voglia di parlare di tutte quelle persone che racchiudono dentro di sé una debolezza, una follia e che la portano dentro come se fosse una stigmata. Ecco dunque venire alla luce sei brani che sono altrettante piccole storie, delicati bozzetti dipinti con leggerezza. Apre il breve lavoro la “title track”, eterea e piena di grazia, e si prosegue con brani come “Adele O Dell'Attesa”, arioso e dalle atmosfere jazzate, oppure “Fragilità”, con il suo romanticismo quasi west coast. Intimista, delicato,, ispirato: “Franco Ep” è un esordio pienamente riuscito.

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bandiera_italia   AUDIO FOLLIA

Gli Zivago sono un duo milanese formato da Lorenzo Parisini (voce,chitarra,basso,synth,tastiere) e Andrea Zonescuti (voce,batteria,piano,synth,samples) nel 2000;dopo alcuni momenti di stallo e collaborazioni con altri artisti,il duo si è finalmente riunito per comporre e registrare nuovi brani ed il risultato si può ascoltare ed apprezzare oggi in questo ottimo EP. La loro musica è un pop rock d’autore molto raffinato,dalle tinte color pastello rarefatte ed attorniate da rara bellezza;e le sorprese in questo mini sono molte:la prima cosa da dire è che il disco racconta una storia unica,ed è quindi un ottimo concept….andiamo ad analizzarlo insieme traccia per traccia Il disco si apre con “Franco”,un brano molto bello ed essenziale,dall’atmosfera pacata e morbida;il testo è interessante e racconta di un bandito sognatore che rapinava banche per “evadere” probabilmente da una triste realtà…Il ritratto che ne fa la band è senza retorica e davvero riuscito,con una capacità descrittiva notevole;la musica fa il resto,adornata da chitarre e tastiere scintillanti e caleidoscopiche,dal sapore onirico e sognante “Adele” arriva subito dopo ed è una ballata acustica introspettiva e piacevolmente notturna;stavolta il protagonista è una donna (“ovunque andasse/nei bar e nei caffè/ombra oscura di sé/il suo incedere era morbido e solitario/nascondeva i grandi occhi senza età”),e la descrizione si sposa ottimamente con il sound,tra psichedelia soffice e sofisticata e ricordi progressive:Adele è la donna del bandito,ed il suo ritratto è di struggente bellezza L’amore per le atmosfere sognanti è ben evidente anche su “Un altro whisky”:la psichedelia è ben presente sullo sfondo,seppur rielaborata in maniera “atmosferica” e del tutto personale,così come sono ben saldi i sentimenti “introspettivi” delle liriche (“una donna dagli occhi grandi che ha un vuoto nella pancia per un amico perso/è così fragile/quest’uomo che si riempie di rimpianti/Dentro a un tempo che non passa più/un whisky per morire”)….Partecipa Francesco Campanozzi alle chitarre “Fragilità” è una bellissima ballata acustica dolceamara (adornata da onirici reverse chitarristici sullo sfondo);le liriche sono poetiche (“io senza te/ti avrei cercato in ogni luogo sai?/dimmi perchè/hai continuato a fingere che questo mondo intorno che vive e si nutre di te/fosse per me/non l’hai messo in conto”) e avvolte da un sound che è pura magia C’è anche un po’ di sperimentazione su “Le considerazioni”,anche se trattata sempre in maniera tenue e non invadente:la canzone è arricchita da parti elettroniche accennate ( a cura di Antonello Raggi),che fungono da tappeto introduttivo….poi il brano si evolve in un pop rock “alternativo” molto orecchiabile e quasi “battistiano” come andatura,anche se prende una piega più “progressiva” ed imprevedibile nel finale (con un malinconico pianoforte in primo piano);le liriche continuano ad indagare a fondo sull’interiorità (“le tue mature convinzioni/le conseguenze degli errori/le rinnovate incomprensioni dei tuoi vuoti”) Il finale-”Domeniche di Maggio”-è un brano carico di spleen emozionale (“ricordo le domeniche di maggio/bagnate da quel vento di passaggio/si muovono gli spazi regolari/mi smuovono incessanti turbamenti”) e si evolvono i tratti “sperimentali” già presenti nel brano precedente:anche qui lievi battiti electro solcati da distorsioni chitarristiche (mai del tutto invasive,com’è nello stile quieto del gruppo),fungono da tappeto per rendere inedita la percezione personale della “forma canzone” Questo “Franco” è un eccellente concept,molto originale e ben fatto:oltre ad essere eseguito e composto in maniera ottimale,è anche registrato dannatamente bene….e tutte queste caratteristiche lo rendono un lavoro estremamente godibile e personale,uno dei più interessanti concept che mi sia capitato di sentire recentemente,seppur di breve durata Complimenti dunque agli Zivago,un gruppo che è decisamente una spanna sopra rispetto a tante altre formazioni più blasonate e che dà una propria visione del rock d’autore,con estrema poesia ed eleganza…Bravi davvero!

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bandiera_italia   LA CADUTA

"Franco aveva barba, occhi tristi, e poi .. lo sguardo nero, buio.. era un bandito e rapinava banche e supermercati." Questi sono i primi versi di Franco, che ad una prima impressione ti lasciano un po’ scettico; l’attacco è eccentrico… inaspettato. Poi ti colpisce. E’ qualcosa di particolare, di diverso dal solito. Chi era Franco? Ce lo raccontano gli Zivago in questo peculiare esordio, Franco ep: “Franco guidava la cinquecento, correva veloce per non pensare. Franco sfidava il vento, correva veloce per non ricordare”. Franco ep è un concept che ci racconta una storia: le canzoni sono tra loro collegate, anche se i testi si soffermano maggiormente sulla descrizione dei personaggi, piuttosto che sullo svolgersi degli eventi. Ad abbellire la narrazione è una musica ben suonata: c’è una piacevole dissonanza negli accordi di chitarra originali condotti da una ritmica a tratti jazzata. Scaturiscono degli arrangiamenti ben curati per chitarre, basso, batteria e piano o sinths qua e là. E’ la storia d’amore tra un bandito (Franco) e una donna dagli occhi tristi (Adele), quest’ultima descritta in tutte le sue individualità in Adele o dell’attesa. Franco viene arrestato, lasciando un vuoto nella pancia ai suoi cari. Il poliziotto che lo arresta è un suo vecchio amico, ormai inghiottito dal rimpianto, che allontana bevendo whisky. E’ proprio la traccia Un Altro Whisky, che ci introduce il personaggio del poliziotto, soffermandosi sulle sensazioni provate a seguito dell’arresto dell’amico. Segue la ballata Fragilità, il pezzo più “pop” del disco; è malinconico e la sua melodia riesce facilmente a catturare.Il racconto si conclude con la sesta traccia Le Domeniche Di Maggio, pezzo dai suoni più elettronici, che altro non è che se non uno sguardo al triste passato del bandito, ormai rinchiuso in una cella.  E’ un disco di angoscia, amore, rimpianto e rimorso. Anche se non sembra, è un disco difficile, complesso. Va ascoltato con molta attenzione, al fine di cogliere tutte le sue bellezze. E’ così particolare da non essere destinato ad un pubblico di massa, anche se gli Zivago meriterebbero molta attenzione.

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bandiera_italia   LA SCENA

Per essere la “prima volta” dei milanesi Zivago, possiamo subito dire una prima volta da tenere in considerazione e sott’occhio, la manciata di brani che costituiscono “Franco EP” sono figli di una scrittura flessuosa e strutturata, quella fumigazione all’insegna della leggerezza – intesa come peso specifico – che fa respirare trame e sonorità “per occhi chiusi” e che da la spinta tenue di un ascolto ricco e profondo.  Storie urbane, personaggi, figure e luci amarognole sono le discipline soniche che la formazione stila in un insieme di canzoni che hanno l’energia seminale dei racconti bisbigliati, un assecondare scrittura e pop senza mai lasciarsi prendere dalle frenesie della propulsione; disco che parla, “favella” di intimità e fragilità, colori e melodie nostalgiche, un’indole in cui prevalentemente troviamo descrizioni e occhi indaganti che si allungano per tutta la tracklist. Lorenzo Parisini voce/chitarre/basso e tastiere e Andrea Zonescuti voce/batteria/tastiere, qui con la collaborazione di Antonello Raggi, Vince Merlino e Francesco Campanozzi, elaborano un lavoro particolareggiato come a liberare demoni di una illuminata follia, il tutto con quella delicatezza easy – a tratti specialista – per un ascolto rilassato su fili teneri di una tensione gentile, tracce che paiono svanire nell’immaginazione delle loro cose raccontate, un disco che non chiede altro di essere ascoltato per potervi dare l’opportunità di staccare con il giorno che avete intorno e lasciarvi tirare su in qualche vortice ascensionale comodamente seduti sul divano di casa.  Acusticherie ed elettronica fanno tutto il resto, refoli e tecnicismi delicati che stimolano sensazioni jazzly-sausalite color panna in Adele o dell’attesa, il caracollare di corde acustiche alla Loggins & Messina di Fragilità o le spazzole dilatate che sabbiano Domeniche di Maggio; sono i campioni, i tester per consigliare questo ottimo Ep a tutti, o perlomeno a quegli audiofili esperti nel cogliere il respiro di una “prima volta” altamente eterea e riuscita.

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Spain_flag  CONTRABANDA

Si chiamano Zivago e sono cresciuti nel sottobosco milanese, formatisi una decina d’anni fa e poi ritrovati dopo varie peregrinazioni e autonomie. Ora il duo si riforma e canta di Franco e di tutti coloro che portano dentro di sé “una debolezza, una follia, come fosse un’estigmate”. Tradizione melodica da songwriter accompagnata da chitarre rock, echi elettronici anni ’90 e new wave anni ’80, una malinconia amara appoggiata su un sottobosco di suoni e rievocazioni.